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Stop alle partite, la Figc darà più poteri agli arbitri

Nel prossimo consiglio federale ci sarà la modifica. Sarà messo nero su bianco che l’arbitro potrà fermare il gioco in caso di cori razzisti. Come il protocollo Fifa

Modifica dell’articolo 62 del Noif

La Figc ha preso un impegno con il comunicato diffuso lunedì scorso al termine del vertice poi sciaguratamente commentato da Salvini in conferenza stampa. In quella nota, la Figc ha scritto che intendeva

accorciare e semplificare la procedura per la sospensione di una partita in caso di cori discriminatori prevedendo un primo richiamo con l’altoparlante a gioco fermo e a centrocampo e un successivo richiamo negli spogliatoi (con la responsabilità per la sospensione sempre riconducibile al delegato della sicurezza in servizio allo stadio), incentivando comportamenti virtuosi da parte dei veri tifosi, anche sotto forma di esimenti, che stigmatizzino in maniera evidente e corale tali beceri atteggiamenti.

Questo significa la modifica dell’articolo 62 delle Noif, norme organizzative interne della Figc (“Cosa succede in caso di cori o striscioni razzisti”). Il Corriere dello Sport scrive che il tema sarà all’ordine del primo consiglio federale del 2019, che si terrà a fine gennaio.

Due step, anziché tre

L’ispirazione delle norme resterà la direttiva Uefa del 2009 (l’Italia viaggia, di fatto, con dieci anni di ritardo). La procedura sarà più snella. Gli step non saranno più tre, bensì due. E, soprattutto, la norma sarà più chiara.

  1. L’arbitro, su sua iniziativa o su suggerimento, farà fermare il gioco durante l’annuncio radunando le due squadre a centrocampo. È un passaggio chiave, perché non era specificato che potesse farlo l’arbitro autonomamente.
  2. In un tempo congruo la partita verrà ripresa ma, dovessero persistere le manifestazioni di razzismo, l’arbitro potrà far rientrare le squadre nello spogliatoio. A quel punto, come già adesso, toccherà al responsabile dell’ordine pubblico decidere se interrompere o meno la partita.

Totalmente in linea con il protocollo Fifa adottato per i Mondiali 2018 in Russia.

Il Corriere dello Sport sottolinea che nei prossimi giorni sarà fugato il dubbio su chi dovrà essere il soggetto incaricato “di segnalare all’arbitro la necessità di intervenire, nel caso il direttore di gara non si sia reso conto personalmente della situazione da contrastare”. O i commissari della Procura Federale oppure il responsabile dell’ordine pubblico.

 

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