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Ponte Morandi: Autostrade paga le case degli sfollati. Ma sul resto delle somme esprime riserve

La società non vuole Bucci come intermediario per risparmiare sull’Iva. Risolto il problema del comitato nomine

Ponte Morandi: Autostrade paga le case degli sfollati. Ma sul resto delle somme esprime riserve

Un bonifico di 115 milioni a saldo degli importi necessari all’acquisto delle case degli sfollati del ponte Morandi, così come chiesto dal commissario Bucci.

Leggermente in ritardo rispetto al termine del 20 gennaio, ma alla fine si è risolto tutto. I rimborsi ai cittadini inizieranno tra due giorni.

Per pagare invece le somme previste per la demolizione e la ricostruzione, Autostrade ha tempo fino al 31 gennaio.

La nota di Aspi

La nota con cui l’azienda ha comunicato ufficialmente l’operazione, però, fa intendere che per pagare il resto dell’importo chiesto dal commissario, ovvero i 290 milioni al netto dell’Iva per la demolizione e la ricostruzione c’è ancora da attendere.

Autostrade ha molte riserve e intende “approfondire i limiti legati agli importi e le modalità di erogazione delle somme richieste”, “riservandosi ogni opportuna determinazione”.

C’è ancora da trattare, insomma, scrive Il Secolo XIX, sulla questione del versamento diretto che Aspi vorrebbe fare alle aziende incaricate di ricostruire (per risparmiare sull’Iva) e che non sarebbe concesso ai sensi del decreto Genova.

Smentite le indiscrezioni sul comitato nomine di Atlantia

Smentite le indiscrezioni trapelate ieri sul presunto inciampo del cda di Atlantia sul comitato nomine interno.

È lo stesso quotidiano che ne aveva dato notizia ieri, Milano Finanza, a tornare, oggi, sull’argomento.

Al comitato nomine composto da cinque amministratori, in maggioranza indipendenti, sono stati nominati: Gianni Coda (consigliere indipendente) in qualità di presidente, Carla Angela e Bernardo Bertoldi (consiglieri indipendenti), Marco Patuano (consigliere non esecutivo) e Giovanni Castellucci, amministratore delegato. Il comitato resterà in carica fino all’approvazione del bilancio relativo all’esercizio chiuso al 31 dicembre 2018.

Il cda, inoltre, preso atto delle dimissioni di Giuliano Mari da presidente e membro del comitato degli amministratori indipendenti per le operazioni con parti correlate (Caiopc), dal momento che diventerà presidente di Autostrade al posto di Fabio Cerchiai, ha integrato il Caiop nominando il consigliere indipendente Lucy P. Marcus.

Le rampe del Morandi sotto i riflettori

Magistrati e investigatori si chiedono se, dopo il crollo del ponte Morandi, Autostrade abbia intensificato i controlli su ponti e viadotti attraverso Spea, la controllata delegata al monitoraggio della rete autostradale.

Lo scrive Repubblica Genova. Gli interrogativi nascono dalle segnalazioni dell’ingegnere Nicolò Cariello (il tecnico che ha rassegnato le dimissioni dopo essere finito nell’occhio del ciclone per le sue esternazioni su Facebook), incaricato dalla Procura, dopo il crollo, di controllare tutti i raccordi autostradali attorno al Morandi.

Ebbene, l’ingegnere avrebbe segnalato dei “difetti sui piloni delle rampe di accesso e di svincolo di ciò che rimane di Ponte Morandi (lato levante): il “Viadotto 6 luci”, cioè la rampa di collegamento tra la A7 proveniente da Milano e il casello di Sampierdarena e dello “Svincolo Savona-Genova”, ovvero la salita che congiunge ciò che rimane del viadotto e la galleria che sbuca sempre allo stesso casello autostradale. Sono strutture che non sono destinate alla demolizione, ma che dovranno essere riutilizzate nel nuovo viadotto.

In entrambi i casi, spiega il quotidiano genovese, si tratta di carreggiate semi-sospese, sostenute da piloni alcuni dei quali Cariello ha trovato degradati: “trefoli di acciaio scoperti e cemento armato in pessimo stato”.

La Procura ha subito inoltrato una segnalazione al Ministero delle Infrastrutture ed alla stessa società Autostrade, che ha chiuso una corsia del “Viadotto 6 luci” per 4; la bretella Savona-Genova, invece, era già interdetta al traffico, essendo un raccordo di immissione e di uscita del ponte.

Aspi da una parte ridimensiona gli allarmi, dall’altra conferma quanto segnalato dall’ex consulente. Repubblica Genova riporta le dichiarazioni della concessionaria: “Sul Viadotto 6 Luci si segnalava un difetto già rilevato da Spea, che riguarda principalmente la malta di ripristino senza influenze sul profilo statico”. La società assicura che, dopo averla chiusa al traffico il 22 dicembre su una corsia di marcia, si è provveduto a demolire il calcestruzzo “per consentire controlli diagnostici” e che le attività di ripristino si sono concluse il 27 dicembre.

Per quanto riguarda il “Viadotto di svincolo della Savona-Genova”, invece, Aspi fa sapere che “era già stato attivato dalla Direzione di Tronco il progetto di ripristino dei difetti” e che l’avvio dei lavori è previsto “entro il primo trimestre del 2019”. Aggiunge pure che “dalla relazione di ispezione eseguita da Spea emerge in ogni caso che i difetti non determinano influenze sul comportamento statico complessivo dell’opera stessa”.

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