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Barella al Napoli sarebbe un grande colpo politico

L’acquisto del centrocampista del Cagliari trasformerebbe il Napoli in un club dominante sul mercato interno, e segnerebbe la continuità del progetto.

Barella al Napoli sarebbe un grande colpo politico

Un giocatore simbolo

Al Napolista abbiamo un debole per Niccolò Barella. Ne abbiamo scritto più di un anno fa, quando il suo nome stava per diventare una certezza nel panorama dei giovani talenti della Serie A. Oggi Barella è più di una certezza, è titolare della Nazionale italiana, è destinato ad essere titolare in azzurro per i prossimi 10 anni e più, un predestinato dal grande avvenire. Un possibile – se non probabile – giocatore simbolo del nostro movimento.

Si parla di Napoli, per lui. Lo ha scritto oggi la Gazzetta. Si parla di una prima offerta da 45 milioni totali, tra cash (20 milioni) e contropartite tecniche (Ounas e Rog, valutazione di 25 milioni). Soprattutto, si parla di un duello già partito con l’Inter, con i nerazzurri che avrebbero il gradimento del calciatore. Solo che a Milano devono prima cedere per comprare (soprattutto uno costoso come Barella). Invece, il Napli ha liquidità immediata, eventuali calciatori da poter mettere sul piatto (vedi sopra) e un allenatore che stravede per il giocatore e che ha un certo appeal sul mercato.

Un colpo politico

Prescindiamo per un attimo dal discorso tecnico-tattico. Non mettiamolo da parte, solo diamolo per scontato: Barella è un grande giocatore, sarebbe perfetto nel Napoli. Al posto di Allan o di Hamsik, come perno del centrocampo di Ancelotti e/o dell’allenatore che verrà. Facciamo che su questi punti non si discuta, e allora non si discute.

Parliamo dell’aspetto politico. Proprio perché l’Inter «ha il gradimento di Barella», portare il centrocampista sardo al Napoli sarebbe un rovesciamento quasi epocale dello status quo. Cambierebbe la percezione del Napoli sul calciomercato interno, portandolo da club subalterno a club dominante. È una questione di appeal, ripetiamo: Barella vale quanto se non più di Fabian Ruiz, ed è naturale che debba (sì, proprio una questione di dovere) andare all’Inter. O alla Juventus, oppure al Milan. Al massimo alla Roma.

Prendendolo, il Napoli farebbe una breccia in questo muro costruito dalla storia, nella storia. Affermerebbe la sua forza al tavolo delle trattative italiane, perché – appunto – l’acquisto di Barella significherebbe automaticamente soffiarlo alla concorrenza delle grandi. Convincere il buon Niccolò, pochi mesi dopo aver investito moltissimo su Meret, darebbe un segnale di continuità rispetto al progetto a lungo termine del club di De Laurentiis. Soprattutto nella contrapposizione con gli altri club, e pure rispetto alle ricche società estere (per Barella si parla anche di forti interessi dalla Premier).

Dopo Gabbiadini

Oltre Meret, l’ultima operazione vicina a questo livello è stata l’acquisto di Manolo Gabbiadini. Parliamo ovviamente di un italiano molto ricercato in Serie A, con grandi qualità potenziali – al netto di una carriera che ha avuto un andamento negativo. Il Napoli ha preso altri giocatori da club italiani – Diawara, Zielinski, Hysaj su tutti -, ma per nessuno di questi c’erano l’attenzione e la concorrenza che caratterizzano la percezione di Barella. Nessuno di questi era già così forte, così richiesto.

Si tratterebbe di un colpo storico, anche perché a quel punto il centrocampista del Cagliari ultimerebbe la sua maturazione a Napoli, difficilmente andrebbe in un’altra squadra italiana se le cose dovessero andar bene. Ancelotti sistemerebbe il suo centrocampo e la società potrebbe strutturare un vero e proprio progetto tecnico intorno a una figura già riconoscibile e carismatica, nonostante i 22 anni ancora da compiere. Non ci sono controindicazioni per questo trasferimento, anzi ci sono solo tanta concorrenza e moltissime difficoltà. Un altro segnale riguardo l’eventuale impatto sulla storia del Napoli, e forse anche un po’ del calcio italiano.

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