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Koulibaly capitano, vero leader del Napoli di Ancelotti

Una fascia non solo simbolica, ma con tanti significati: il concetto di leader secondo Ancelotti, l’attaccamento al progetto, il Napoli del futuro.

Koulibaly capitano, vero leader del Napoli di Ancelotti

Una fascia non solo simbolica

Ne abbiamo scritto subito dopo la pubblicazione della formazione ufficiale di Cagliari-Napoli: Ancelotti ha dato il via alla rivoluzione. Rivoluzione interna eppure storica, dato che era dal 2013 che il Napoli non rinunciava contemporaneamente a Insigne, Mertens, Callejon e Hamsik all’inizio di una partita ufficiale. I quattro reduci dell’era Benitez erano in panchina insieme ad Albiol, mentre la squadra in campo era guidata da un nuovo capitano: Kalidou Koulibaly. Il vero simbolo della rivoluzione.

La fascia sul braccio di Kalidou non è solo una questione di simboli e di coincidenze. Anzi, è un evento sostanziale, importantissimo nel racconto del Napoli, quello di oggi e quello di domani. Koulibaly è il capitano non solo perché Ancelotti ha rinunciato agli alfieri in maglia azzurra, ma perché è stato eletto dal tecnico come uomo di riferimento di questa squadra. Nel suo libro “Il Leader Calmo”, il tecnico emiliano racconta come in ogni nuova squadra in cui inizia a lavorare, individua una personalità forte all’interno dello spogliatoio a cui affidare il ruolo di leader. Ecco, queste attribuzioni sembrano essere finite sulle spalle di Kalidou Koulibaly.

È una questione di imprescindibilità tecnico-tattica, innanzitutto: Koulibaly non ha saltato un solo minuto di una sola partita in questa prima parte di stagione. Poi, anche di spessore internazionale: in questo momento, non c’è nessun altro calciatore del Napoli che abbia una star quality riconosciuta a livello europeo come Koulibaly. L’ha dimostrato contro Neymar, Salah, Firmino, Mbappé. Difficile arrivare più in alto.

La transizione

Sempre nel Leader Calmo, Ancelotti scrive: «A Madrid la fascia la portava Casillas, ma il vero leader era Ramos». La sensazione è che nel Napoli succeda la stessa cosa con Hamsik e Insigne (i due capitani “designati”) e Kalidou Koulibaly. Che, rispetto ai due compagni, ha un valore assoluto forse maggiore, ma anche una personalità più forte in alcuni momenti topici. Insigne, infatti, ha bisogno di essere e rendere al massimo per poter imporre la superiorità della sua classe, quindi anche il suo ascendente emotivo. Stesso discorso per Hamsik, da sempre perseguitato dai discorsi sulla mancanza di verve in alcune partite-chiave. 

Koulibaly, invece, va oltre questi concetti. È la rappresentazione della forza a tutti i livelli, tecnica, fisico, testa. Anche orgoglio identitario, perché no: ieri, dopo la partita, ha detto ai microfoni di Sky di essere «onorato» di quella fascia al braccio. Al di là dei risvolti politici, è un segnale di grande attaccamento al progetto e ai significati del Napoli. Ora, senza fare confronti con altri calciatori: di certo Koulibaly avrà ricevuto delle proposte economicamente molto allettanti da altre squadre di altri campionati. Eppure sembra davvero felice di essere a Napoli, di giocare con questa squadra, nonostante la competitività sia altissima ma ancora inferiore a quella dei top club. Koulibaly è un lusso per il Napoli ma non si fa percepire come tale. Forse anche per questo è stato scelto da Ancelotti come leader della squadra.

E poi c’è il discorso della transizione, del Napoli che si aggiorna, che sta cambiando pelle. Ne abbiamo scritto in questi giorni dopo Liverpool, alcune delle nostre firme vorrebbero una rivoluzione assoluta nell’organico di Ancelotti. Koulibaly può essere il trait d’union tra il passato e il futuro, la fascia sul suo braccio indica che Ancelotti e il Napoli puntano decisamente su di lui. Date le qualità del calciatore, dovrebbero essere in ottime mani. Il leader è in costruzione, ma anche da quel punto di vista i segnali sono incoraggianti.

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