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Chiellini: «Il Napoli di Ancelotti è più imprevedibile, più pericoloso»

Giorgio Chiellini intervistato dalla Stampa: «Ronaldo ha colmato il vuoto di Buffon, gli azzurri e l’Inter come anti-Juventus».

Chiellini: «Il Napoli di Ancelotti è più imprevedibile, più pericoloso»

L’intervista alla Stampa

Giorgio Chiellini intervistato dalla Stampa. Il capitano della Juventus e della Nazionale parla ovviamente della sua squadra, ma dà anche qualche giudizio sulle avversarie, Napoli in testa. Gli azzurri sono individuati come alternativa ai bianconeri: «Napoli e Inter, le altre lasceranno qualcosa . Il Milan cresce e la Roma è giovane, penso puntino alla Champions».

Sui cambiamenti portati da Ancelotti al Napoli: «Oggi è una squadra più imprevedibile e quindi più pericolosa, meno schematizzata e quindi più vulnerabile: Ancelotti è un grande uomo, ma spero ci metta un po’ a trovare l’equilibrio giusto».

L’impatto di Ronaldo sulla Juventus, secondo Chiellini: «Cristiano è umile e scrupoloso. Non mi ha stupito: era già significativa la scelta di rimettersi in gioco a 33 anni. La sua personalità vincente è riuscita a colmare il vuoto lasciato nel gruppo dall’addio di Buffon: Cristiano è un faro, un riferimento, trascina positivamente con un atteggiamento che per lui è normale. La nostra partenza non è casuale: oltre ai 4 gol, ai 4 assist e ai 100 tiri c’è l’esempio. Le accuse di stupro? Lo vedo sereno».

Su Higuain: «È una bella persona, tutta la Juve gli è grata. Per me è stato
sorprendente scoprire un “nove” così generoso e altruista: da avversario, non lo immaginavo».

Il nuovo corso di Mancini

Chiellini racconta la prima parte dell’avventura di Roberto Mancini come ct: «La Nazionale sta provando a risorgere, per una rappresentativa è più complesso, un club può comprare i calciatori che servono. Ma la generazione Under 25 è di buona qualità. Mancini ha mostrato di avere la capacità, pur non essendo di molte parole, di trasmettere serenità e fiducia: in un periodo di ripartenza è preziosa»

Marotta in Federcalcio? «Il direttore, con le sue capacità professionali e umane, può fare tutto. In tanti anni, mai sentito nessuno parlarne male.
Non mi aspettavo l’addio, provo gratitudine e affetto».

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