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Con Ancelotti l’Europa non è più un fastidio per il Napoli

Ha portato la sua esperienza. Ha affrontato il Liverpool per batterlo: «Si vive per serate come questa». Non esiste più la carta d’identità non valida per l’espatrio

Con Ancelotti l’Europa non è più un fastidio per il Napoli
foto ssc napoli

«Si vive per serate come questa»

La serata di ieri ha ufficializzato il ritorno del Napoli in Europa non più considerata come fastidioso obbligo bensì come opportunità di crescita. Come ha ricordato Ancelotti in conferenza stampa: «Gliel’ho detto ai miei calciatori, non capita tutti i giorni di giocare contro il Liverpool. Dovete approfittare di queste occasioni per divertirvi. Del resto – come se stesse dicendo la cosa più ovvia del mondo – si vive per questo».

Non lo sa, non può saperlo, ed è meglio che nessuno lo informi, che a Napoli l’Europa è considerata un ingombro. A meno che non ci sia un evento cui presenziare. Si vuole l’evento senza costruirselo. Tipico. Napoli – nel senso di ambiente – vive da sempre la Champions come una passerella che in fondo non ci appartiene. Non solo perché non abbiamo la possibilità di vincerla, o abbiamo pochissime chance di farlo. Ma anche perché è un universo poco familiare. Non ci appartiene. “Con la nostra rosa non siamo attrezzati” (bugia che Ancelotti ha smontato in un mese). Ci autoconsideriamo terze file, anche se i fatti – ossia il ranking – raccontano altro. La semifinale di Europa League conquistata dal Napoli di Benitez sollevò timidi entusiasmi in città. Molto timidi. Da noi esiste solo il campionato.

La carta d’identità non valida per l’espatrio

Principio che è diventato legge nel triennio Sarri. Che ha disputato due Champions. Una ottima, col superamento del turno e il raggiungimento degli ottavi (miglior risultato raggiunto due volte dal Napoli) disputati contro il Real Madrid; l’altra in una maniera che possiamo definire indecorosa, con quattro sconfitte rimediate contro Shakhtar, Feyenoord e Manchester City. In tre anni, abbiamo perso due volte ai sedicesimi di finale di Europa League: contro Villarreal e contro il Lipsia. In entrambi i casi nessuno si è strappato le vesti. Sembrava che la nostra dimensione dovesse essere unicamente quella nazionale. Come quelli che un tempo si facevano la carta d’identità non valida per l’espatrio. Non prendevano nemmeno in considerazione l’ipotesi. Eppure proprio con Sarri il Napoli si è qualificato per tre volte consecutive alla Champions: record per la storia del club.

L’unico che a Napoli ha sempre guardato con interesse all’Europa – o meglio alla Champions – è stato Aurelio De Laurentiis. E ovviamente è stato attaccato per questo. Anche per questo, aggiungiamo. Il motivo è lo stesso: “lo fa perché gli interessano i soldi”. Mentre “a noi tifosi interessa lo scudetto”. Non sono pochi quelli che anche oggi, dopo la memorabile vittoria sul Liverpool, hanno espresso il disappunto per non aver sfoderato la medesima prestazione contro la Juventus. L’orizzonte è quello che è.

C’è un’altra differenza rispetto al recente passato. Il Napoli giocò due buone partite contro Real Madrid e Manchester City. Con eccellenti segmenti di partita. Match che il Napoli affrontò con leggerezza mentale. Sfoderò il suo calcio, passò in vantaggio. E poi sul più bello – sono stati incontri fotocopia – finì la benzina e perdemmo.

Ancelotti ha costruito la partita per vincere

Dietro la partita costruita da Ancelotti c’è invece un disegno che avrebbe dovuto condurre alla vittoria. Il Napoli non è sceso in campo per mostrare la propria bellezza, il proprio gioco. Né per cercare la bella morte. Ancelotti ha studiato l’avversario per sconfiggerlo. Sapendo che sarebbe potuto accadere anche al 94esimo. Avendo letto i suoi libri, ce lo immaginiamo mentre a ciascun giocatore distribuisce i bigliettini con le indicazioni sui loro compiti in campo. Del Liverpool con zero tiri in porta hanno scritto tutti. Grazie al Telegraph abbiamo scoperto pure che non accadeva dal 2006. Il Napoli, come tutte le squadre che hanno l’obiettivo di vincere, ha progressivamente provato ad aumentare i ritmi. Non si è comportato da squadra che aveva poche cartucce da sparare. E ha raggiunto l’obiettivo proprio sul filo di lana. Ma senza derogare ai propri principi. Il gol di Insigne, come abbiamo scritto, è un condensato del 4-4-2.

Ancelotti ha portato a Napoli la propria esperienza. Di allenatore che considera l’Europa la sua casa. È uno dei tre allenatori ad aver alzato tre volte la Champions. L’unico ad averlo fatto con due squadre diverse, a differenza di Paisley (Liverpool) e Zidane (Real Madrid). Il girone resta complicatissimo, sarà dura qualificarsi. Di certo il Napoli non snobberà alcuna partita e se la giocherà fino in fondo. L’Europa non è più un universo distante da noi. È un pianeta su cui possiamo stare. E anche facendoci rispettare.

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