«Il suo modulo è quello del buon senso. Non polemizzerà mai con De Laurentiis. Ha raccolto l’eredità di Guardiola, figurarsi se lo spaventa quella di Sarri»

“La svolta, dopo l’ortodossia del sarrismo”. Comincia così l’articolo del Mattino a firma Pino Taormina che è l’autore dell’intervista di qualche settimana fa a Maurizio Sarri. “Potrebbe tranquillamente essere nominato come ambasciatore delle cose semplici, Carlo Ancelotti – scrive -. Anche se la semplicità è solo per modo di dire (…). È evidente che il vero modulo a cui Carletto è affezionato è il buon senso”. “Ha tolto quelle gabbie che costringevano i giocatori a recitare ruoli precisi”.
La rosa
Prosegue Taormina:
Prima c’era una squadra di 14-15 giocatori e altri 7-8 spettatori. Per Ancelotti tutti sono importanti, nessuno indispensabile. Ancelotti ha portato la sua allegria, fa cantare i giocatori nello spogliatoio e, quando ci sarà bisogno di saltare un allenamento perché i ragazzi sono un po’ stanchi, ha già detto che sarà lui a dirlo. Gli piace stare assieme alla squadra: al termine dell’allenamento del mattino, fa gruppo al ristorante. E non si parla di calcio. Magari di cavalli.
Possessa palla
Il Mattino ricorda che prima il gioco passava tutto per Jorginho. “Carletto vuole che il pallone resti tra i piedi il giusto, nel senso che alla prima occasione va gettato in avanti. Ha convinto Insigne, per esempio, a giocare molto più vicino alla porta.
“Ha raccolto l’eredità di Guardiola, figurarsi se lo spaventa quella di Sarri”
Ha raccolto l’eredità di Pep Guardiola al Bayern Monaco, figurarsi se lo spaventa quella di Maurizio Sarri”. E ancora: “A Carletto piace, soprattutto, ascoltare. L’«ancelottismo» è semplicità, per l’appunto, ma anche normalità nei rapporti. In fondo anche la squadra deve avvertire in maniera positiva il clima sereno che esiste tra l’allenatore e il presidente. Per tre anni i rapporti tra De Laurentiis e il suo tecnico sono stati assai tempestosi. L’arrivo di Ancelotti ha disteso gli animi. Carletto ha sempre smussato i toni ogni volta che gli hanno parlato di sarrismo e di Maurizio Sarri.
“Non lo sentiremo mai polemizzare con De Laurentiis per quelli che sono gli obiettivi del Napoli. E lo lascia intendere da alcune frasi simbolo: «Il Napoli è di De Laurentiis». Dunque, non lo sentiremo mai lanciare frecciate al suo presidente. È un’altra aria che si respira, non c’è che dire”.
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