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Ancelotti Zelig, non sai mai come giocherà il suo Napoli

Nella mente di Ancelotti, tutto è intercambiabile: moduli, giocatori, impostazione della squadra. Un approccio che sembra funzionare.

Ancelotti Zelig, non sai mai come giocherà il suo Napoli

La rivoluzione graduale

Carlo Ancelotti sta giocando al gatto col topo, è evidente. Ha fatto scelte che nessuno avrebbe mai immaginato, sta continuando a farne. Ha iniziato con Hamsik regista, che era una suggestione e poi è diventata realtà, ha proseguito con il cambio improvviso di modulo, dopo la sconfitta di Genova. E con Insigne attaccante, seconda punta accanto a Mertens e/o a Milik. Oggi, otto giorni dopo il primo passo della rivoluzione, ha deciso di dare un colpo bello piazzato, preciso, deciso: Luperto, Rog e Verdi in campo. Tutti insieme.

Una trasformazione radicale, graduale ma radicale. Che oggi ha giocato sull’effetto sorpresa, anche contro il Torino. È stato lo stesso Ancelotti a spiegare il perché di certe scelte: «Contro il 3-5-2, se fai buon gioco sulle fasce crei i presupposti per avere tante occasioni». E allora ha scelto (ancora) il 4-4-2, allora ha scelto Simone Verdi largo a sinistra. O meglio: largo a sinistra con licenza di svariare, di associarsi con Insigne e Mertens, di convergere al centro e creare superiorità numerica.

Gioco veloce sulle fasce, ha detto Ancelotti. Indovinate come nasce il gol del vantaggio di Insigne? Uno-due sulla sinistra, doppia sovrapposizione Luperto-Verdi, palla al centro e poi il flipper assassino che penalizza il Torino e premia Insigne. Insigne attaccante, in area di rigore. Neanche questo, se vogliamo, è un caso.

Tra gestione e flessibilità

Mazzarri si è ritrovato di fronte un Napoli che forse non si aspettava. E che per questo, ma resta una nostra percezione, non ha saputo limitare. Se il Napoli avesse segnato due o tre gol in più nei primi venti minuti, non ci sarebbe stato niente da eccepire. Si è visto un Napoli più verticale, anzi verticale e diretto: Mertens e Insigne sono andati spesso ad esplorare la profondità, tutti i centrocampisti hanno ragionato in questo modo, assecondando i loro movimenti, e allora Verdi ha praticamente segnato due gol allo stesso modo (uno è stato cancellato dalla scivolata di Izzo), scambiando la pallone e posizione con Mertens.

Ancelotti sta costruendo un Napoli che vuole gestire i calciatori, che è flessibile nello schieramento e nelle posizioni, che è adattabile a tutte le dinamiche, interne ed esterne, tra rotazione dei calciatori e variabilità del gioco avversario. L’elasticità del tecnico emiliano si legge anche nell’accantonamento momentaneo e possibile di Arek Milik, che tutti consideravamo imprescindibile per Ancelotti (data la sua storia personale) e che invece può essere sostituito da Dries Mertens come attaccante. È la scelta di essere multiformi, non intellegibili, quindi di rendere difficile agli avversari la preparazione della partita.

Gli innesti

E allora anche Rog e Luperto e Verdi diventano armi a disposizione, offrono – anche solo potenzialmente – soluzioni diverse per caratteristiche diverse rispetto ai titolari. Tra tutti, oggi, sicuramente meglio Simone Verdi: bravissimo nei duetti con Mertens – ne abbiamo già parlato -, diligente in fase difensiva. Un po’ (anzi, molto) distratto in occasione del rigore su Berenguer, e sostituito subito dopo. Pochi secondi per inserire Zielinski, come per dire che nel Napoli non si sbaglia. Non si può sbagliare, non ci si può deconcentrare. Magari poi vieni lodato a fine partita per il primo tempo (Ancelotti ha coccolato l’ex Bologna nelle dichiarazioni ai media), ma intanto vieni cambiato perché il Napoli ha bisogno d’altro. Di Zielinski, dei suoi strappi. La conduzione del contropiede per il terzo gol è proprio del polacco ex Udinese.

Per Rog e Luperto, prestazioni più meno appariscenti. Il giovane difensore leccese vive la classica giornata dell’esordiente, tra cose negative (il fallo da rigore su Berenguer è ammantato di ingenuità) e positive (la chiusura su Zaza e il cross basso da cui nasce il primo gol); per il centrocampista croato, partita di quantità con qualche strappo, un fallo da ammonizione e un buon lavoro di cerniera centrale insieme ad Hamsik. Ecco, appunto: il doppio centrocampista, un’intuizione di Ancelotti che ha permesso al Napoli di subire un gol (su rigore) in tre partite. Un’idea che non esisteva nella mente di nessun tifoso del Napoli, come di nessun analista, che è diventata realtà e sta indicando la strada tattica del nuovo Napoli. Noi ne abbiamo scritto qui.

Il futuro è ancora tutto da scrivere. E non ci sono certezze, come avrete potuto capire da questo pezzo. È la scelta di Ancelotti, la sua idea di Napoli completo e flessibile, intercambiabile in tutti i suoi aspetti. Oggi abbiamo visto come possa funzionare, per gradevolezza della prestazione e – ovviamente – per risultato. In molti non si aspettavano neanche questo, ma Ancelotti è uno che sa sorprendere, evidentemente.

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