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Ancelotti sa di sapere e continua la sua lenta costruzione

FALLI DA DIETRO / Trenta minuti di spettacolo del Napoli a Torino. Pallotta disgustato, Spalletti esulta troppo. Che gol Gervinho

Ancelotti sa di sapere e continua la sua lenta costruzione

FALLI DA DIETRO – COMMENTO ALLA 5A GIORNATA DEL CAMPIONATO

Tempo scaduto.

Appena un mese fa era una delle possibili concorrenti per lo scudetto.

Dopo il tonfo di Bologna la prima grande delusione è lei.

La Sangue-oro.

Crisi di risultati, di idee, di motivazioni, di unità, per la squadra che a maggio disputò una semifinale Champions.

Poi lo smantellamento di un’ossatura solida.

L’arrivo di giovani rampanti che pure sembravano giusti.

E che invece non si sono integrati.

E che Eusebio da Pescara non è riuscito a integrare.

Pallotta disgustato

Il presidente è “disgustato”. La tifoseria è furibonda.

Sabato il Derby dei chiarimenti e delle decisioni.

Al Dall’Ara risorge Federico Mattiello ventitreenne toscano di Barga.

Si scontrò con il Ninija in un Chievo-Roma di  tre anni fa.

Ne uscì con una gamba ad angolo retto. E il serio rischio di smettere.

Segna il primo goal in A e festeggia alla CR7.

Spalletti esulta troppo

Il Tempo scaduto esalta il Parapet che esulta.

Ma esulta troppo.

E forse regala anche qualche bella poesiola con rima all’arbitro.

Che non è romantico e tira fuori  il rosso. 

Vince però. E vincere a partita finita è segno indubbio di vitalità e determinazione.

Era successo anche in settimana nella gara in rimonta con gli Spurs di White Hart Lane.

C’è ancora da lavorare tanto.

Recuperare Wandicardi, ad esempio.

E dare idee a un centrocampo senza una mente pensante.

Ma per ora molti fantasmi dopo la sventola col Parma sembrano fugati.

Il nipote di Pessoa a Frosinone

A tempo quasi scaduto risplende il sorriso sul viso del nipote di Pessoa che lasciammo piangente acculato sull’erba del Mestalla.

Risplende il sorriso e tacita i sussurri malevoli e insolenti di un suo irrilevante apporto all’economia di squadra.

Visto che i compagni, in terra valenzana, uscito lui, in dieci pare si siano ritrovati molto meglio.

È lui l’apriscatola dello Stirpe, a sette minuti dal gong,

contro i terribili ciociari, in una gara che stava creando qualche apprensione. In ginocchio, sudditi.

Ancelotti se ne frega

Dominano gli azzurri beneamati al Vecchio Filadelfia.

Il rientro da Belgrado ha valigie zeppe di mugugni e musi lunghi.

L’Agnolotto se ne frega.

Sa di sapere, e continua la sua lenta costruzione.

Piano dopo piano.

E a ogni piano c’è un sorriso. Come dice una bella canzone di Fossati.

Ci mette l’esperienza e il buon senso.

Ci mette anche il piacere del rischio e della sfida.

Ripropone il Pibe di Fratta al centro dietro la punta.

Ed è una grande intuizione.

Perché la difesa granata, notoriamente la fonte del gioco di Mazzarri, non ha nessun punto di riferimento. E non si raccapezza più.

Sono trenta minuti di autentico spettacolo.

E in quello spettacolo c’è di tutto.

Il pressing alto e l’entusiasmo delle ripartenze improvvise.

E poi la consapevolezza di una raggiunta solidità difensiva e di una maggiore protezione per Mareshark, alla sua 400a maglia azzurra.

Sabato la sfida che può dare un senso a una stagione.

La famiglia Chiesa

Foto di famiglia in uno stadio.

Papà Enrico sugli spalti.

In campo Federico che segna il terzo goal.

E poi corre ad abbracciare Lorenzo, il fratellino quindicenne che a bordo campo fa il raccattapalle.

Giorni felici per gli stilnovisti.

Squadra seconda in classifica. E atmosfera serena piena di sentimenti autentici.

Se i Sangue-oro crollano, gli Aquilotti continuano a vincere.

Doppietta del ritrovato Ciruzzo da Torre e i grifagni grifoni dalle divise più eleganti d’Italia sono stritolati.

Sorride il solo Piatek che segna il suo quinto gol in quattro partite in Serie A. 

Ed eguaglia Shevchenko al suo primo anno in Italia.

Tre nomi. Tre goal. Tre imprese, più o meno memorabili.

Francesco Caputo trentenne di Altamura segna una rete inutile ai fini del risultato, ma segna dopo soli 18 secondi di gioco.

E stabilisce il record del gol più veloce dall’inizio nell’anno solare 2018.

Stessa gara.

Federico Di Francesco chiude una lunga settimana di polemiche e, a 5 minuti dal termine, con un colpo di tacco magico e beffardo, suggella la bella prova dei Ceramisti proiettati in una dimensione da sogno.

Per finire, il goal di Gervinho.

Una roba che evoca i santi del Paradiso del Calcio.

Sessanta metri palla al piede, coast to coast, dribbling ubriacante in mezzo alla difesa avversaria e tiro improvviso.

Palla sul palo interno e 2-0 per i Prosciutti.

Cinque giorni all’alba. Poi ne sapremo di più.

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