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Il Napoli dovrà stare attento a non lasciare praterie alla Lazio

Il Napoli deve risolvere alcuni problemi in fase di non possesso. La Lazio, per quanto visto nelle ultime amichevoli, non sarà un avversario comodo.

Il Napoli dovrà stare attento a non lasciare praterie alla Lazio

Il problema del pressing

Abbiamo provato a capire, e a raccontare, i problemi palesati dal Napoli nelle amichevoli internazionali. Contro Liverpool e Wolfsburg, si sono visti tutti i maggiori difetti del sistema tattico pensato e attuato da Ancelotti in questi suoi primi giorni da allenatore azzurro. Ovviamente, va considerata la condizione fisica. Lo stesso tecnico di Reggiolo ha spiegato in maniera candida, dopo tutte e tre le partite, come «il Napoli non abbia ancora la gamba e la freschezza atletica per pressare alto». Di conseguenza, la partita che ha mostrato le cose migliori è arrivata quando Ancelotti ha deciso di diluire un po’ le sue convinzioni, passando ad un modello meno aggressivo, sempre ambizioso ma meno radicale in fase di pressing e di contenimento.

Il Napoli visto contro il Borussia Dortmund non ha fatto calcio speculativo, assolutamente. Solo, ha tenuto più basse le linee, ha tenuto chiusi i corridoi di passaggi in maniera più serrata, scoprendosi in pressione solo in alcuni momenti. Quelli buoni, viene da dire, rivedendo il gol di Milik dopo un recupero palla in zona avanzata. Sotto, una diapositiva a supporto del nostro discorso.

La difesa posizionale del Napoli contro il Borussia Dortmund

Contro il Liverpool e il Wolfsburg, invece, il Napoli ha finito per pagare la sua condizione di smarrimento rispetto al nuovo sistema, e di scarsa efficacia atletica. Ne abbiamo scritto qui, giusto per capire: «L’idea del tecnico emiliano è ambiziosa, consiste nel portare molti uomini davanti e quindi di accettare l’uno contro uno in difesa, in situazione di transizione e in attesa del rientro dei centrocampisti. Ecco, la sensazione è che questo tipo di approccio non sia ancora sopportabile da questi calciatori, per condizione fisica e per impreparazione mentale». Un problema di pressing, e/o di mancate coperture sulla palla in profondità. Probabilmente, lo strumento più utilizzato dal prossimo avversario in campionato.

Immobile è una specie di certezza, lanciato in questa condizione di campo aperto

Bloccare la Lazio (ovvero non farsi attirare in trappola)

Non sappiamo come giocherà la Lazio, a tre giorni dalla fine del mercato può succedere ancora di tutto. In ogni caso, le idee fondamentali di Simone Inzaghi non saranno cambiate radicalmente, esattamente come non è cambiata radicalmente la sua rosa. E allora il Napoli si ritroverà di fronte una squadra di grande intensità fisica, che coprirà il campo con accuratezza in fase difensiva e cercherà di essere pericolosa con lo stesso identico strumento che vediamo sopra: il lancio in profondità alla ricerca dell’unica punta.

Come dire: probabilmente, il peggior avversario possibile per il Napoli, dal punto di vista puramente tattico. Anche perché è quantomeno improbabile che la condizione fisica di Albiol e Koulibaly, così come di tutti i loro compagni di squadra, possa crescere al punto da permettere ad Ancelotti di insistere sulla strada dell’azzardo. Quello arriverà in un secondo momento, secondo un’idea di gioco ambizioso e rischioso che il tecnico porta avanti fin dal ritiro di Dimaro.

Il Napoli, quindi, avrà l’opportunità di far male alla Lazio tenendo molto il possesso e retrocedendo con attenzione in fase difensiva. In questo caso, “retrocedere” non vuol dire schiacciarsi, del resto il Napoli ha in organico calciatori che difendono rimanendo alti piuttosto che andando verso la propria porta. In questo caso, “retrocedere” vuol dire rimanere compatti, tenere le linee serrate e vicine, preoccuparsi prima della posizione del pallone e poi di chi lo porta. Per banalizzare il concetto: il Napoli non deve compiere l’errore di cadere nel trappolone di Inzaghi, tecnico abilissimo a sfruttare i punti deboli degli avversari. E allora deve giocare il pallone con intelligenza, scoprendosi e alzandosi al momento giusto in modo da non concedere spazi ampi, larghi, l’habitat naturale di Ciro Immobile.

Difendere in modo diverso

La rivoluzione apportata da Sarri prevedeva pressing ultraoffensivo e continuo, e il possesso palla come strumento primariamente difensivo, di riordinamento tattico. Ancelotti ha in mente un calcio più verticale, che espone la difesa a rischi maggiori anche mantenendo gli stessi concetti di riferimento. E allora, in attesa che la condizione fisica possa tornare al top per sostenere il rilancio offensivo del nuovo tecnico con i soliti strumenti, bisogna trovare e provare delle alternative. Difendere in modo diverso, in ogni caso, non vuol dire e non vorrà dire passare a un gioco speculativo.

Ne abbiamo già parlato sopra: il Napoli visto contro il Borussia Dortmund ha avuto un approccio differente, meno intenso e aggressivo. Ha scelto la funzionalità di questo momento particolare, in cui l’identità è mutevole e i tentativi sono fondamentali per capire valori e potenzialità dei calciatori. Ha cercato di imporre il suo ritmo alla partita, e ha concesso poco al Borussia costruendo un buon numero di occasioni. Più due gol, solo nel primo tempo.

È un discorso che riguarda anche gli uomini, certo. La presenza di un calciatore come Allan a centrocampo, o di Diawara come perno centrale davanti alla difesa, garantisce una maggiore capacità di lettura in fase posizionale. Oltre, ovviamente, a un impatto fisico diverso. L’utopia del grande pressing e del centrocampo a tutta tecnica potrebbe scontrarsi con le caratteristiche della Lazio, soprattutto oggi che le prestazioni atletiche non possono essere ancora massimali. Il cambio è auspicabile, ed è nelle corde di Ancelotti. Quando abbiamo scritto di tecnico liquido, in generale e nella preparazione di ogni partita, pensavamo proprio a questo tipo di flessibilità.

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