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I tre gol subiti a Wolfsburg: gli errori individuali e l’impatto del cambio di sistema

Il tocco fuori misura di Insigne, la linea tenuta male da Albiol e Malcuit: i problemi difensivi e strutturali hanno portato alla sconfitta di Wolfsburg.

I tre gol subiti a Wolfsburg: gli errori individuali e l’impatto del cambio di sistema

Lorenzo Insigne

Le due sconfitte patite dal Napoli contro Liverpool e Wolfsburg “iniziano” allo stesso modo: Insigne retrocede, errore nell’appoggio per uscire dalla difesa, palla che finisce agli avversari e gol. Errore individuale puro, in un momento delicato come quello della costruzione bassa (che appartiene al Napoli di Ancelotti come apparteneva a quello di Sarri), con gli avversari in pressing. Lo svantaggio nasce da qui, è pura sufficienza da parte di Lorenzo. Che, possiamo dirlo, rappresenta una delle delusioni di questo precampionato. Al di là di questi due errori che vediamo in seguito, in loop, il numero 24 azzurro è apparso involuto, poco determinante in fase d’attacco, addirittura dannoso nei momenti di supporto alla fase passiva. Nel periodo a Dimaro, prove più incoraggianti contro Gozzano, Carpi e Chievo. Ma siamo decisamente su un altro pianeta.

Dal punto di vista della correzione, il lavoro di Ancelotti sarà di tipo mentale. Insigne ha la qualità per giocare meglio questi palloni, in entrambe le occasioni aveva possibilità di scaricare all’indietro, in un porto sicuro. In parte, è comprensibile il “relax” della partita amichevole, ma in ogni caso è un segnale che non va ignorato. Data anche la buona prestazione di Mertens da subentrato, nello slot di esterno alto a sinistra, Insigne deve cambiare marcia. Per il bene suo, per il bene del Napoli.

Albiol e Malcuit

Abbiamo parlato del secondo gol incassato dal Napoli contro il Wolfsburg in un pezzo più generale sulla partita, o meglio su cosa non ha funzionato ieri. Riprendiamo la parte del testo che ci interessa: «In occasione della rete di Mehmedi, la linea è tenuta malissimo da Malcuit, ma è gestita ancora peggio da Albiol. Il difensore spagnolo sbaglia completamente il tempo del fuorigioco, apre due praterie, sulla destra e alle sue spalle. A quel punto, palla al centro e tocco facile per il 2-1».

Dal punto di vista puramente tattico, questo gol presenta e spiega quali saranno le difficoltà del Napoli nella sua metà campo. Al di là delle errate letture individuali, notiamo come i giocatori di Ancelotti siano portati a giocare uno contro uno con gli avversari, a sfidare gli uomini del Wolfsburg in situazione di parità numerica. È una precisa scelta dell’allenatore: il Napoli dovrà essere e sarà una squadra aggressiva, offensiva, che porterà molti uomini in avanti.

Quindi, per la correzione di queste situazioni: il Napoli dovrà semplicemente leggere e applicare meglio il fuorigioco, oppure evitare di rischiare e scappare indietro. Perché queste situazioni ci saranno sempre, fanno parte del dna di questa squadra, che è esattamente come quello dei bambini: una parte ereditata dal genitore 1, un’altra dal genitore 2. Il Napoli di Sarri è ancora presente nel Napoli di Ancelotti; solo che il secondo sarà ancora più ambizioso nella costruzione e nel supporto alla fase offensiva. Dovrà imparare a sostenere questo tipo di approccio, riducendo gli errori individuali e limitando situazioni come questa nell’immagine appena sopra. Non attraverso un cambio del sistema difensivo, quanto per un miglioramento di quello provato e riprovato. Era già successo con Sarri, tre anni fa. Ci vollero diverse partite perché Hysaj-Albiol-Koulibaly-Ghoulam trovassero la quadra, imparassero a gestire certi tipi di manovre offensive. Ora, sta succedendo la stessa cosa. Vedremo se sarà uguale anche l’esito.

Testa e fisico

La terza rete, realizzata ancora da Mehmedi, ripropone gli stessi temi. Il pallone dietro la linea del centrocampo, il terzino che esce, il centrale costretto ad allargarsi e l’esterno basso in inferiorità numerica in area. Succede tutto velocemente, perché il Napoli non c’è più

Testa e fisico, come recita il titoletto di questo paragrafo. Il Napoli di Ancelotti, qui, sta subendo il contraccolpo psicologico del gol subito pochi istanti prima. E paga la condizione fisica scadente (a dir poco) dei centrali difensivi. Qui, Albiol si fa letteralmente bruciare sul breve, Malcuit si perde l’uomo ma la sua scalata è necessaria, seppure blanda nel controllo in marcatura. 

La correzione rimanda al discorso fatto sopra, perché il gol è la somma degli errori difensivi commessi dal Napoli lungo tutta la partita: bisogna pressare meglio, con più forza e convinzione, e abituarsi a coprire con più uomini. Il rientro di Verdi, come si vede nelle immagini, è profondo ma non immediato. Sia chiaro: non avrebbe mai potuto/dovuto anticipare Mehmedi, ma in ogni caso avrebbe dovuto essere più rapido nella scappata all’indietro. Avrebbe dovuto accorciare la squadra in verticale, per dirla in breve.

Certo, anche i centrocampisti hanno offerto una copertura scarsa, ma l’azione diretta del Wolfsburg ha trovato scoperta soprattutto la difesa. Più che scoperta, il termine giusto è “non pronta”: perché queste situazioni si ripeteranno nel corso della stagione. A meno di un cambiamento di rotta da parte di Ancelotti, noi vedremo questo Napoli che rischia, che azzarda, che mette a dura prova la sua tenuta difensiva. È l’impatto del nuovo gioco di Ancelotti. Per alcune amichevoli, non è stata una scelta funzionale. Ma c’è tempo per migliorare. E Ancelotti crede che sia possibile riuscirci.

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