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L’indolenza balcanica dei croati contro l’Africa nera della Francia

Bisogna essere dei testardi isolani per pensare che il Calcio abbia una casa dove tornare. L’Europa è quel luogo dell’anima di cui da sempre in molti chiedono la testa.

I testardi isolani

Bisogna essere dei testardi isolani per pensare che il Calcio abbia una casa dove tornare. La Palla, per fortuna, segue ancora il mito e rimane dea e figlia di Poros e Penia, l’Espediente e la Povertà, come raccontava un vecchio greco.

E ingegno e poca ricchezza hanno i croati in finale. Una lista infinita di nomi patronimici, con un “-ić” che suona al termine di ognuno di essi come un sigillo, un ricordo della dominazione ottomana che ridusse questi popoli a Slavi – schiavi.

Alla sofisticata indolenza balcanica, discreta e mediterranea come i libri di Matvekević, risponderà l’Africa nera e lontana dei Les Bleus, una nazionale di 22 francesi stranieri che sarebbe piaciuta molto a Camus, con buona pace di qualche ministro nostrano.

C’è solo l’Europa nelle ultime gare del Campionato del Mondo. Quando il gioco si fa duro. Non è un caso. L’Europa è quel luogo dell’anima di cui da sempre in molti chiedono la testa. E che da sempre vive e rappresenta la nostra terra promessa. Ogni nome porta la eco di un massacro e la voce di un futuro.

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