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Ancelotti supervisiona, interviene, ma lascia anche spazio al figlio Davide

Il Napoli entra in una dimensione differente anche per quanto riguarda la percezione sullo staff tecnico: maggiori deleghe per i collaboratori.

Ancelotti supervisiona, interviene, ma lascia anche spazio al figlio Davide

La questione delle deleghe

Abbiamo scritto della sessione di allenamento mattutino, titolando sulla “partecipazione” di Ancelotti. Non che rappresentasse una novità, ma in ogni caso siamo di fronte a un cambio di prospettiva rispetto agli ultimi tre anni. Non è una trasformazione migliorativa o peggiorativa, è semplicemente una transizione, un cambio di situazione. Rispetto alle sedute di Dimaro che siamo abituati a vedere, Carlo Ancelotti è un allenatore diverso da Sarri: è sempre presente ma è meno pressante, in alcuni momenti i suoi collaboratori gestiscono le esercitazioni mentre lui supervisiona, da lontano ma non troppo.

In un’intervista alla Gazzetta dello Sport, suo figlio Davide ha dichiarato: «È uno che delega molto, quindi lavorarci insieme vuol dire avere molte responsabilità». In un passo del suo libro “Il leader calmo”, è lo stesso Ancelotti a raccontare dell’importanza dello staff: «Il team di supporto dovrebbe essere lì per ascoltare, condividere idee, aiutarti; soprattutto, la fiducia dovrebbe essere implicita. La primissima cosa, tuttavia, è la fedeltà. Quella non è negoziabile».

Le sensazioni sul Napoli

Ecco, questi ultimi due punti descrivono quanto abbiamo visto in questo primissimo scorcio di ritiro precampionato. Il Napoli di Carlo Ancelotti è e sarà una squadra preparata con e da diversi uomini, esattamente come quello di Sarri, ma in modo molto più marcato rispetto a Sarri. Davide Ancelotti, allenatore in seconda degli azzurri, è stato spesso al centro degli esercizi dei calciatori, li ha gestiti in prima persona. È un protagonista di questa prima parte del ritiro, e spesso confabula con suo padre mentre osservano i calciatori.

È un continuo scambio di informazioni e ruoli, come hanno raccontato anche loro in un’intervista congiunta a Sky. Noi ne abbiamo parlato in maniera dettagliata qui, queste sono le parole di Ancelotti senior: «Vivo come una bella esperienza il fatto di avere mio figlio come assistente. È un fatto di passione, lui hai passione e quindi ha attento e scrupoloso su alcuni dettagli che a me sfuggono. Bisogna imparare a delegare, e farlo con lui che è una persona capace rende il tutto più facile».

Il resto del ritiro

Osserveremo questa situazione fino alla fine del ritiro, è una curiosità forse laterale ma comunque significativa nel racconto del nuovo Napoli. Le prime sensazioni sono quelle di un cambiamento rispetto al passato, ma in ogni caso tutto resta limitato al campo della percezione, almeno per il momento. Poi verrà il campo, verranno i risultati, ci saranno da verificare i progressi e cambiamenti di una squadra che sta studiando in modo diverso. Anzi, che viene istruita in modo diverso, da uno staff tecnico rinnovato nei ranghi e nella modalità di lavoro.

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