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Napoli, non è finita. Nel frattempo evitiamo class action e tricolori

Ci sono precedenti di campionati che sembravano assegnati e poi tutto è cambiato. Capitò proprio alla Juventus, dopo il gol non concesso a Cannavaro col Parma

Napoli, non è finita. Nel frattempo evitiamo class action e tricolori

Il Calcio Napoli è il più lucido di tutti

Tre giorni non sono bastati a far recuperare la lucidità a tutti.

Tra sindaci tifosi ad intermittenza (ma che VOGLIONO VINCERE), tra avvocati che impiantano “Class Action” senza alcun fondamento giuridico, e tifosi che confondono la sudditanza con la corruzione, la figura migliore, almeno per ora, la fa proprio la SSC Napoli.

La quale preferisce mantenere un profilo basso per non gettarsi in pasto agli innumerevoli opinionisti un tanto al chilo, che salgono e scendono dal carro del vincitore di turno. E che ora, avendo acquisito la quasi certezza che il carro buono è bianconero, si affrettano a non mollarlo più. Ma che nel frattempo propongono la solita visione di una Napoli debole dentro e soprattutto chiagnazzara, come se i fatti sotto gli occhi di tutti non avessero alcun peso.

Tocca all’ambiente mantenere ancora un briciolo di calma. È necessario aspettare il finale di campionato, perché i risultati sul campo ormai non si cambiano più.

La Juventus non sta benissimo

Però, in mezzo alla tormenta di fattori negativi, con in mezzo una sconfitta che doveva essere assolutamente evitata, non fosse altro per non dare un’arma in più a chi alla fine dirà che il Napoli ha perso di suo, qualcosa in cui sperare c’è ancora.

La Juventus non sta benissimo. Oddio, non è che il Bologna sia una squadra di cui i bianconeri possono avere paura. Però, se non vogliono che questo campionato diventi una puntata di “Storie Maledette”, i gobbi dovranno vincere con le loro forze. Dubito seriamente che vi saranno ulteriori distrazioni arbitrali, e il Bologna dovrà cercare di giocare la sua partita. Proprio per non essere accusata di scansamenti e complicità.

Sul fatto che il Bologna sia molto più debole della Juve c’è poco da discutere. Ma lo erano anche Spal e Crotone, e le partite vanno giocate fino alla fine. La celeberrima solidità mentale della Juve dovrà manifestarsi in tutte le sue sfaccettature, e prendere il sopravvento ancora una volta sul degrado fisico e la mancanza di gioco.

Ricordo solo che sono due mesi che i bianconeri fanno una fatica incredibile per portare a casa le partite. E che mercoledì 9 maggio avranno la finale di Coppa Italia. Che nella testa può incidere, soprattutto se qualche giocatore ha già alzato le mani dal manubrio per esultare.

Rizzoli sotto osservazione

Poi c’è Rizzoli che ha un problema enorme tra le mani. È sotto la lente d’ingrandimento non solo in Italia, ma anche in Europa. La classe arbitrale italiana sarà la “garante” della tecnologia ai mondiali. I fatti recenti esigeranno risposte, non solo in Italia, ma anche a livello IFAB.

Dopo l’ammissione pubblica dell’errore sul mani di Bernardeschi a Cagliari, questa nuova tegola può fare molto male a Rizzoli. Lungi da me immaginare qualsiasi sorta di compensazione, ma i fatti di sabato pesano.

La storia ci dovrebbe insegnare che qualche volta, quando la cosa è diventata troppo sporca, stranamente gli eventi sono cambiati all’improvviso.

Due precedenti

Nel 1989-90, a quattro giornate dalla fine, il Milan strappò un faticoso 0-0 a Bologna grazie ad una clamorosa svista dell’allora arbitro Lanese e del guardalinee Nicchi (attuale designatore), che non videro una palla di Marronaro nettamente entrata in porta. Nel frattempo il Napoli fece 0-0 a sua volta (giocando una brutta partita) a Bergamo. Le polemiche mediatiche, susseguite all’episodio di Bologna, furono dimenticate appena due giorni dopo grazie alla controversa decisione di assegnare al Napoli la vittoria a tavolino contro l’Atalanta per la famosa monetina volata in testa ad Alemao.

Si parlò chiaramente di baratti e compensazioni. Potete leggerlo qui e qui.

Così come nel 1999-2000 il finale thrilling di Perugia-Juventus fu visto (sicuramente dagli juventini) come un  risarcimento per il clamoroso annullamento da parte dell’arbitro De Santis del gol del pareggio di Fabio Cannavaro, allora giocatore del Parma, contro la Juventus a Torino alla penultima giornata. Episodio che sembrò aver dato definitivamente lo scudetto ai bianconeri ai danni della Lazio. Classifica poi ribaltata all’ultima giornata con la sconfitta della Juve nel diluvio di Perugia. Partita che segnò l’inizio di una lunga inimicizia dell’allora arbitro Collina con l’ambiente bianconero.

È fondamentale restare sul pezzo. Per evitare occasioni perse e rimpianti.

A questo proposito amo solo ricordare che nel 1987-88, dopo la vittoria al San Paolo del Milan di Sacchi, ed il relativo sorpasso ai danni degli azzurri, i rossoneri fecero due soli punti. Con due vittorie il Napoli avrebbe vinto quello scudetto, ma l’ambiente si arrese e la squadra sbracò totalmente.

Al Napoli attuale servono tre vittorie. I conti si facciano alla fine. Nel bene e nel male.

Nessuna bandiera con il tricolore

E per chiudere, una preghiera a tutti i tifosi del Napoli: di scudetti morali, di quelli “vinti sul campo” (ma finti) ne abbiamo già piene le tasche. Nessuna bandiera con il tricolore ed il “3” stampato al centro. Almeno per ora. Sono pagliacciate che lasciamo volentieri ad altre tifoserie. E che rendono ridicoli chi ci crede.

Gli scudetti si vincono facendo più punti di tutti.

E non è finita fin quando non è finita.

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