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La Juventus e i suoi tifosi hanno mostrato quanto la sconfitta ci renda tutti miserabili

Dalle frasi di Buffon agli “incitamenti” a Vinovo, com’è cambiato l’ambiente-Juventus dopo qualche partita sbagliata. Non c’è niente di male, ma i tifosi bianconeri dovranno ricordarsene quando torneranno a vincere.

La Juventus e i suoi tifosi hanno mostrato quanto la sconfitta ci renda tutti miserabili

Quello che sta succedendo

È tutto condensato in tre settimane. La sconfitta casalinga della Juventus con il Real Madrid, l’uscita dalla Champions certificata al Bernabeu (in un modo atroce, ma legittimo), il match-scudetto perso con il Napoli. In casa, un match point mancato al 90esimo grazie a un calcio d’angolo. In pratica, l’apologia del calcio juventino che diventa contro-narrazione e sconfessa i risultati della Juventus stessa. E che fa venire fuori, sta facendo venire fuori l’anima di un vero uomo di calcio (e non solo, ma restiamo al pallone). Che è un’anima miserabile, perché vittima di emozioni forti e del dramma interiore ed esteriore della sconfitta.

Ecco, su questo vogliamo/dobbiamo parlare. La Juventus e i suoi tifosi, ovviamente e fortunatamente (per loro) poco abituati a perdere, ci hanno mostrato la loro faccia alternativa dopo una serie di sconfitte. Dopo che il loro primato – sportivo ed emotivo – è tornato in discussione. In un attimo, per dire, l’arbitro non è stato più “l’alibi dei perdenti” ma qualcosa cui aggrapparsi per giustificare la sconfitta. Anche al di là dell’episodio e della sua valutazione, proprio come se i giocatori e i tifosi della Juventus si fossero trasformati nei giocatori e nei tifosi delle altre squadre secondo la descrizione dello stesso ambiente juventino.

In molti hanno ripescato vecchie interviste in cui Buffon (come altri calciatori della Juventus) definisce “perdenti” tutti coloro che citano gli episodi arbitrali dopo le sconfitte contro la Juventus. Salvo poi fare la stessa cosa dopo il Real Madrid. Ecco, appunto: la sconfitta ci rende tutti miserabili. Nessuno escluso. Anche chi gioca nella Juventus.

I tifosi

La conferma definitiva è arrivata ieri, a Vinovo. Da quanto non vedevamo 200 tifosi della Juventus fuori ai cancelli del centro sportivo bianconero? Al di là delle interviste che  ridimensionano la portata della cosa (oggi è arrivato Barzagli, non a caso), un gruppo più o meno sparuto di ultras ha chiesto alla squadra di tirare fuori i coglioni. Nel frattempo, il 53% dei tifosi bianconeri che visitano il sito di Tuttosport hanno “chiesto” l’esonero di Allegri. Nessun campione sociologicamente rilevante, ma comunque è un campione.

Il punto è che non c’è niente di male, anzi sono reazioni che definiscono il tifo calcistico, l’appartenenza, la fede, l’identità di un club. Guai se mancasse, viene da pensare, perché si può essere tifosi razionali ma verrebbe meno una componente emotiva dell’ingranaggio. Allo stesso modo, però, ricordate e ricordiamo bene questi momenti. Teniamoli a mente. Lo diciamo a tutti, ma principalmente ai tifosi della Juventus: il problema non è oggi e non deve, non può essere domani. Perché un domani arriverà di nuovo, magari anche prestissimo, e allora il Napoli o la Roma o la Sampdoria o il Vicenza perderanno contro la Juventus. Per una situazione arbitrale controversa, perché sono semplicemente meno forti, non è importante il motivo. E allora avranno il sacrosanto diritto/dovere di essere miserabili. Proprio come voi, come voi adesso. Magari già tra qualche giorno – tocchiamo ferro – sarà diverso.

Nessuna lezione di tifo e di vita, nessuna superiorità che finisce per sgretolarsi quando le cose cominciano ad andare male. Siamo tutti pessimi, miserabili, possiamo esserlo, nessuno escluso. La vita gira, come una ruota. Oggi è toccato a voi, domani toccherà di nuovo a noi. Gli isterismi e le follie non argomentate, anche ripetute, sono dovute a tutti. Quando si perde, è così. L’avete capito, ora.

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