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Il caso Neymar e il peso dei Mondiali (e degli sponsor) nella vita di un calciatore

La querelle tra Psg e Brasile, l’ala dell’ospedale tutta per il campione brasiliano e la sua famiglia, il ruolo della Nike. E la sensazione che Russia 2018 venga prima di tutto.

Il caso Neymar e il peso dei Mondiali (e degli sponsor) nella vita di un calciatore

La scelta

Abbiamo già scritto del caso Neymar quando la situazione del suo infortuni non era ancora stata chiarita del tutto. Ora possiamo dirlo: il fuoriclasse brasiliano del Psg si opererà per l’infortunio al piede, salterà tutta l’ultima parte di stagione e giocherà ai Mondiali in Russia. Anzi, diciamola meglio: pur di poter giocare i Mondiali in Russia, si opererà al piede e salterà tutta l’ultima parte della stagione.

È un caso che crea un precedente, e che (ri)mette in dubbio il significato del suo trasferimento in Francia, formalizzato meno di un anno fa. Situazione di semplice lettura: tra una terapia conservativa (per il Psg) e un’operazione propedeutica alla kermesse iridata (per il Brasile), Neymar non ci ha pensato un attimo. Oppure non gli hanno dato scelta. Certo, forse ha inciso l’oggettiva difficoltà di superare il turno in Champions League (il Psg deve battere il Real Madrid con due gol di scarto per andare avanti), ma è indubbio che a Parigi ne abbiano ben donde per storcere il naso.

Non fosse altro che per le parole significative di Unai Emery, tecnico del club francese: «Sembrava solo una distorsione. Poi abbiamo rilevato un’infrazione al quinto metatarso. L’operazione è stata decisa dopo aver parlato con il Brasile. Una decisione comunque difficile: secondo il nostro dottore del club c’era ancora il 10% di possibilità che martedì Neymar potesse giocare. Anche perché Guedes, per esempio, ha giocato con lo stesso tipo di infortunio, prima di sottoporsi all’intervento». E poi c’è l’articolo de L’Equipe, che in maniera sottilmente allusiva scrive di come sia cambiato l’atteggiamento di Neymar tra l’infortunio e lo sbarco in Brasile: «Dalle lacrime del Parco dei Principi ai sorrisi senza parole all’aeroporto di casa…».

Un caso diplomatico

Sopra abbiamo parlato di mercato, anche perché da tanto si parla di mercato. Nel senso: già in autunno, a un mese dal clamoroso addio al Barcellona, di scriveva che l’esperienza in Francia fosse solo una tappa intermedia prima del passaggio a un club ancora più grande, ancora più ricco. Tipo il Real Madrid. Speculazioni che sono venute fuori anche (e ovviamente) oggi, dopo questo balletto sulle punte dell’incertezza.

Intanto, il fatto va analizzato dalla prospettiva dei rapporti di forza tra club, sponsor e selezione nazionale – in vista dei Mondiali. Neymar, come detto sopra, ha scelto senza riserve di privilegiare l’avventura iridata, quattro anni dopo la sfortunata esperienza in casa. Anche perché il Brasile arriva in Russia da favorito assoluto, e Neymar è la stella più attesa. La pressione è alta, e basta leggere Repubblica: «Un’intera ala dell’ospedale ‘Mater Dei’ di Belo Horizonte riservata a Neymar e alla sua famiglia, circa 10 persone. A dare la notizia è il quotidiano Globoesporte, a conferma di come la scelta da parte del fuoriclasse del Psg di tornare in Brasile per sottoporsi all’intervento chirurgico al piede destro non sia stata affatto casuale, bensì dettata dal trattamento speciale del quale il giocatore simbolo della nazionale carioca potrà godere». Un vero e proprio caso diplomatico, che riscrive certe gerarchie ad altissimo livello.

I migliori al mondo

Al netto di tutte le considerazioni sulla Champions e sulla consistenza del Psg, i calciatori di un certo livello guardano ancora al Mondiale come un’occasione non unica e irripetibile, ma comunque centrale nella loro carriera. Un luogo dove affermarsi in maniera definitiva, dove i migliori giocatori al mondo possono apporre il timbro dop a questo loro certificato. C’entra sicuramente anche lo sponsor personale di Neymar (la Nike), che tra l’altro è partner anche della nazionale brasiliana e dello stesso Psg.

E che nel 1998, giusto vent’anni fa, divenne fornitore tecnico dell’Inter dopo il Mondiale di Francia. Ronaldo era il testimonial numero uno dell’azienda americana. Ricordate le polemiche per la sua partecipazione alla finale di Saint-Denis dopo il presunto attacco epilettico in albergo? Bene, non siamo sullo stesso livello ma il gioco non sembra essere cambiato.

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