ilNapolista

La sfida tra Napoli e Juventus è anche politica

Fuori dal campo, la Juventus ha una vera e propria organizzazione che lavora in modo infaticabile, mentre il Napoli è fermo a un modello monarchico

La sfida tra Napoli e Juventus è anche politica
Agnelli e De Laurentiis

Non è solo campo

Il duello tra Napoli e Juve non appassiona solo per la vicenda in sé – una sfida così aspra e incerta che, probabilmente, verrà decisa dall’ultima stoccata dell’ultima partita di campionato è evento rarissimo non solo nel campionato italiano – ma anche per altri aspetti secondari rispetto a quello dominante del gol, ma capaci di fare la differenza. Anche più del gol. Anche più delle prodezze di Mertens, Insigne, Higuain e Dybala. È il campionato politico, insomma, che nel nostro paese schiera autentici fuoriclasse, qualcuno importato o in prestito dalla peggiore politica. Se tutto questo è vero, non si fa fatica a capire che è proprio da questi aspetti – che si sbaglia a definire secondari – che sarà possibile risalire alle motivazioni che risulteranno decisive per l’assegnazione dello scudetto.

Il sistema Juventus

La prima sotto-sfida impegna le due compagini sociali: da una parte, quella juventina, detta legge. Una sorta di stato maggiore organizzatissimo, presentissimo e capace di esercitare una pressione autorevole – in senso volgare e troppo abusato si chiama sudditanza psicologica ma è ben altra cosa – su tutto l’ambiente, arbitri compresi. Nulla di illecito, per carità, ma una pressione che dalli e dalli finisce per fornire un valido supporto alla squadra impegnata in campo. Alla Juve tutto è più facile che a Napoli, ma la colpa non è solo dei torinesi-juventini.

La monarchia Napoli

Dall’altra parte, nel deserto di Castelvolturno e negli uffici della Filmauro, centro degli interessi sportivi e cinematografici del presidente faso-tuto-mi, c’è la “corte” di Aurelio De Laurentiis che c’è solo sulla carta ma nei fatti è incapace di operare pressioni di alcun tipo perché “pensa a tutto papà”. Il modello societario è perfetto o quasi, i conti sono superbamente in regola, ma il presidente, però, a volte c’è e altre no richiamato altrove dai suoi affari. La foto è fedele all’originario e, quindi, è impensabile parlare di sudditanza psicologica a favore del Napoli.
Questo stato delle cose segna un punto a favore della Juventus che, tradotto in punteggio da classifica, vale, però, molto di più perché è posto a protezione del “mito bianconero” e regge perfettamente l’urto con l’opinione pubblica che su molte questioni sarebbe anche contro la Juve, ma non trova riscontri nell’apparato mediatico che di norma non si cura di queste cose.

La sfida tra Sarri e Allegri

 L’altra sfida nella sfida è quella tra Max Allegri e Maurizio Sarri, che ora si è fatta molto più accesa e ha perduto per strada, se mai li ha avuti, i modi di una civile competizione tra due dei più autorevoli allenatori europei. Qui le cose stanno diversamente e Napoli recupera in parte lo svantaggio accumulato per difetto di rappresentanza. Massimiliano sfoggia un look da divo di celluloide, Maurizio esibisce il fascino sanguigno e ruspante di chi ha scalato la montagna arrampicandosi da solo. Senza mai rinunciare alle sue sue idee. La  differenza si coglie e fa classifica. Basterà? Parliamone dopo le elezioni.
ilnapolista © riproduzione riservata