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Pellegri al Monaco per 20 milioni di euro (fino a 31 con i bonus): il senso di questa operazione

Il Monaco ha acquistato Pellegri rispettando la sua politica di valorizzazione reale dei talenti più promettenti, a dispetto dell’età. In Italia, tra Juventus e Genoa, sarebbe rimasto “un giovane” per altri cinque o sei anni.

Pellegri al Monaco per 20 milioni di euro (fino a 31 con i bonus): il senso di questa operazione

Blitz

Quasi tutti i giornali hanno utilizzato il termine blitz, per raccontare il trasferimento di Pellegri al Monaco. È una scelta lessicale sbagliata. Perché il blitz si consuma all’improvviso, in maniera inaspettata, è una dicitura poco realistica se pensiamo che il club francese ha investito 20 milioni di euro (fino a 31 con i bonus) per prendere dal Genoa l’attaccante classe 2001. Questa, in realtà, è un’operazione molto ponderato, che rientra perfettamente nelle politiche della squadra monegasca. E che noi italiani non possiamo comprendere fino in fondo, abituati come siamo a vedere e considerare i giovani (calciatori e non) in un certo modo.

Pellegri va al Monaco subito, e non è un caso. Del resto al Louis II, appena un anno fa, veniva lanciato il talento freschissimo di Kylian Mbappé. Da titolare, senza indugi, senza problemi. Oggi Mbappé è il secondo calciatore più costoso della storia del calcio. E neanche questo è un caso.

La Juventus

Secondo il racconto di tutti i giornali, il Monaco ha sorpassato in extremis (il famoso blitz) la Juventus. Che, per Pellegri, aveva avviato la solita procedura “giovane italiano”. Acquisto a cifre alte, inavvicinabili per qualsiasi altro club di Serie A, e un anno di prestito al Genoa. Il solito, insomma. Un modo per assicurarsi i migliori, lavorando in prospettiva, e per controllare se non influenzare il calciomercato interno.

Non è andata bene, perché il Monaco ha una politica (tecnica ed economica) diversa. Realmente di prospettiva, e ovviamente non è un complimento ma una definizione di forza e status. Nel Principato, l’obiettivo dichiarato non è vincere (sempre, ad ogni costo), anche perché il club dominante della Ligue 1 è il Psg. Di conseguenza, l’idea di prendere un calciatore così giovane per valorizzarlo come tale, anche tecnicamente, e non solo come oggetto di mercato, è una possibilità reale. Anzi, è il modo migliore per proseguire secondo una certa programmazione tecnica. Che prevede la sostituzione – magari non immediata, o forse sì – del centravanti titolare Falcao con il baby Pellegri. Il primo ha praticamente il doppio degli anni del secondo (in questo momento, 31 a 16).

Differenze

Siamo su un pianeta diverso, proprio a livello concettuale. I soldi del Monaco hanno vinto la battaglia di mercato (mancherebbe solo l’annuncio ufficiale, Pellegri non è stato convocato per la partita di domani tra Genoa e Udinese), ma se dalla Costa Azzurra hanno potuto permettersi un’offerta così alta è perché c’è l’intenzione di puntare sul calciatore in un certo modo. Inserendolo nell’organico di Jardim, se non in campo, fin da subito. Come fatto in Italia con Donnarumma e con… nessun altro.

È una differenza culturale profonda, percettibile. Un recordbreaker della Serie A (suo il gol più “giovane” nella storia del campionato) si trasferisce in Francia, è un peccato ma è anche una tassa da pagare rispetto alla nostra attesa infinita per i giovani. Che, paradossalmente, nasce dal nostro non saper attendere i risultati sul campo. Pellegri, al Genoa e poi alla Juventus, sarebbe stato “un giovane” per altri cinque o sei anni. Al Monaco diventerà da subito, o quasi, un giocatore vero. Così si spiegano i 31 milioni, con la tendenza davvero giovanile del calcio extraitaliano. Può piacerci o meno, possiamo anche avere ragione noi. Ma oltre i nostri confini, il mondo va così.

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