Il neocapolista del partito di Renzi elogia il sindaco e nessun esponente napoletano dice nulla. Sbugiardati in un colpo solo anni e anni di opposizione politica

“Ha fatto un lavoro straordinario”
Ci voleva un esponente del Pd, sia pure in qualità di indipendente, per porre fine all’annoso dibattito che stancamente si trascina a Napoli: la città con de Magistris è migliorata o peggiorata? Paolo Siani, neocapolista del Pd alla Camera, osannato come se fosse il salvatore della patria, pediatra molto noto in città, fratello del giornalista precario del Mattino ucciso dalla camorra nel 1985, ha chiuso la partita alla prima intervista (concessa al Mattino).
«Nel corso del suo mandato, la città è cambiata in meglio. Non possiamo negare che ha fatto un lavoro straordinario e chi vive a Napoli, al di là degli orientamenti politici, lo sa».
Un slogan perfetto per il sindaco
Uno slogan perfetto per una futura campagna elettorale del sindaco (che peraltro non si può candidare un’altra volta alle comunali). Poche frasi che ripongono nella differenziata l’ultima campagna elettorale del Pd e anni e anni di opposizione al sindaco. Il giorno dopo il neocapolista ha ribadito il concetto, come riporta oggi l’edizione napoletana di Repubblica: «Qualcuno c’è rimasto un po’ male perché parlo bene di Luigi de Magistris. Ma è un fatto oggettivo. La città è migliorata». Chi aveva in mente di aggrapparsi alla parete del misunderstanding, deve frettolosamente cambiare piano.
Paolo Siani sarà candidato alle politiche con il Pd di Napoli.
È una notizia meravigliosa, ed un grande orgoglio per tutti noi.@pdnetwork— Andrea Cozzolino (@cozzolino62) 11 gennaio 2018
Il silenzio social
Le bacheche di esponenti, segretari, attivisti, consiglieri del Pd tacciono. Non una dichiarazione. Nemmeno sibillina. Ad eccezione di Enrico Pennella che scrive su Facebook: «Assoluto rispetto per Siani, ottima candidatura, e le sue opinioni ma essere “indipendente” non dovrebbe arrivare a posizioni politiche addirittura opposte al Partito nel quale ci si candida». Eppure di solito la timeline napoletana del social network di Zuckerberg gronda di commenti al vetriolo di esponenti del Pd contro de Magistris considerato il responsabile unico di tutti i mali che affliggono la città dai tempi del colera. Anche l’ultima candidata sindaco del Pd, Valeria Valente, sposa la linea del silenzio.
Paolo #Siani sarà candidato con il Pd di Napoli.
È una notizia che mi emoziona e che mi rende orgoglioso, sia come presidente di questo partito che come cittadino. @PDNapoli— Tommaso Ederoclite (@ederoclite) 11 gennaio 2018
E quello dei giornali
Tacciono anche i giornali. Nessuno dà rilievo alla vicenda, nemmeno un titolo. Tutt’al più un sommarietto, ma nemmeno sempre. Come se nulla fosse mai accaduto. Bisogna spostarsi nel centrodestra per imbattersi nel remake del Ru nudo, con Raffaele Ambrosino ex consigliere comunale di centrodestra che scrive su Twitter.
Poi magari Paolo Siani ci racconta cosa avrebbe fatto de Magistris oltre che vendersi il sole, il mare, a pizza e a sfugliatella
— Raffaele Ambrosino (@raf_ambrosino) 12 gennaio 2018
E poi, se Siani pensa che de Magistris sia così bravo, perché non è confluito nel partito del sindaco?
— Raffaele Ambrosino (@raf_ambrosino) 12 gennaio 2018
Un ipotetico patto di desistenza
La polemica non decolla nemmeno quando Siani ribadisce un altro tema: la presentabilità dei candidati, come se avesse accettato di fare il capolista di un partito notoriamente chiacchierato. «Nelle liste ci devono essere solo persone migliori di me altrimenti faccio subito un passo indietro. Lo ho già detto a Renzi che mi ha risposto: “Io faccio di più, mi suicido”. È ben consapevole che la politica deve cambiare». Per la serie: “Peppiniello, le pizze passano a due”.
Un motivo di questo silenzio possiamo intuirlo leggendo oggi Pietro Treccagnoli sul Mattino che scrive di un possibile patto di desistenza nel collegio Vomero-Arenella tra il Pd capeggiato dal suo amico Siani e la componente politica di riferimento del sindaco in quel collegio. Orizzonte molto fumoso, visto che con ogni probabilità non ci sarà una lista del sindaco alle politiche e che le elezioni politiche non sono quelle amministrative. Insomma, più che ragion di stato potremo parlare di ragion di quartiere. Che evidentemente sembra sufficiente a far ingoiare a quel che resta del Pd napoletano la bocciatura politica di anni e anni di opposizione politica al sindaco di Napoli.