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Il Napoli non finisce a maggio 2018, non ripetiamo gli errori di mercato dell’Inter del Triplete

Il nome di Perin, come sostituto di Reina, ci induce a una riflessione sul mercato della società. Che è diventato meno ambizioso, anche perché è statico.

Il Napoli non finisce a maggio 2018, non ripetiamo gli errori di mercato dell’Inter del Triplete

Mattia Perin

Stamattina abbiamo letto (su Repubblica) di un possibile valzer di portieri che coinvolgerebbe anche il Napoli. Per farla breve: Donnarumma al Psg, Reina al Milan e Perin al Napoli. Pulito, semplice, chiaro. Verosimile, anche, date le contingenze tecniche e contrattuali delle squadre e dei calciatori chiamati in causa in questo possibile domino. Sappiamo che Donnarumma è (di nuovo) ai ferri corti col Milan, sappiamo (da mesi) che Reina difficilmente rinnoverà con il Napoli.

È però una notizia che ha riportato a galla una sensazione che avvertiamo da qualche tempo. L’obiettivo non è gettare la croce addosso a Mattia Perin che è un discreto portiere, è stato estremamente sfortunato dal punto di vista fisico, ha sacrificato buonissima parte della carriera, tra l’altro nel momento migliore, sull’altare degli infortuni. Allo stesso tempo, però, bisogna essere realisti: nonostante le critiche che periodicamente subisce, Reina ha una dimensione maggiore, una riconoscibilità diversa perché decisamente elevata rispetto al portiere del Genoa. È un calciatore di livello internazionale, apprezzato dall’intero sistema calcistico europeo. Reina vanta 163 presenze nelle competizioni Uefa, ha raggiunto Clarence Seedorf, è il quarto di sempre. Reina ha giocato nel Liverpool, con cui ha giocato una finale di Champions, e come sappiamo è stato anche per un anno la riserva di Neuer nel Bayern.

Nulla contro Perin, è semplicemente un calciatore di un’altra dimensione.

Oltre la legittimità del tentativo

Perin, ok, ma facciamo un discorso più ampio. Di cui Perin è rappresentante e rappresentativo. Partendo dal portiere del Genoa, ci chiediamo: dove sta andando il Napoli? O meglio: come sta proseguendo il suo progetto tecnico? Ci spieghiamo. Noi non siamo (mai) stati completamente d’accordo con la scelta conservativa di fare mercato interno. Se la politica del Napoli è (necessariamente) quella del Sell-to-Buy, l’unico modo per crescere è applicarla. L’estate 2017 è stata quella del consolidamento, di un tentativo di consolidamento attraverso investimenti importanti nel circuito dei rinnovi.

È una prova legittima, ci sta dopo due stagioni di (ottimo, fantastico) lavoro sul campo. Il Napoli e Sarri hanno voluto giocarsi un jolly secondo l’idea condivisa di aggregazione e mantenimento tecnico e tattico. Gli esiti, finora, sono favolosi. Applausi a tutti, un campionato eccezionale, con numeri spaventosi (e il piccolo grande neo di una Champions brutta e sfortunata, più brutta che sfortunata).

Tutto giusto, tutto perfetto. Ma dopo? Nel bene o nel male, la storia del Calcio Napoli non finisce certo a maggio del 2018. Ripartiamo da Perin: è lui il profilo di riferimento per il futuro? Perin come Mario Rui, un investimento a metà tra Giaccherini e i vari Rog, Zielinski e Diawara (i tre acquisti migliori dell’ultimo triennio, insieme con Milik). Ecco, noi per questo siamo un po’ perplessi. Noi vorremmo che si ragionasse sempre secondo la logica del reinvestimento continuo, della crescita ricercata e progressiva.

Che tutto fosse sempre come nell’estate del 2016, che i concetti di riferimento fossero quelli del talento giovane e da valorizzare. Il mercato domestico, il mercato straniero, il Callejon fresco 26enne da trasformare in un cyborg o lo Zielinski 21enne o poco più da far evolvere in un campione. Un plusvalore tecnico, e poi anche economico, da capitalizzare. Qualcosa che, con tutto il rispetto del mondo, possa andare oltre la resa immediata (o quasi) ma teoricamente limitata di Mario Rui e di Perin.

La nuova dimensione

La nostra è una riflessione sull’approccio al calciomercato. Alcuni dei migliori calciatori del Napoli di oggi sono arrivati grazie a questa gestione tecnica – Hysaj, Allan, Zielinski, Rog, Diawara, lo stesso Chiriches. Ci sono stati investimenti a vuoto, si pensi a Maksimovic. Oppure a Ounas, almeno per il momento. Ma è un rischio necessario, anzi è il rischio necessario. Basti ricordare cos’era Koulibaly appena arrivato a Napoli.

In un biennio il Napoli ha acquistato – tra gli altri – Reina, Higuain, Callejon, Albiol, Ghoulam, Mertens, Koulibaly. Che oggi, tranne Gonzalo, costituiscono la spina dorsale dell’attuale squadra. Il timore è che gli acquisti dell’ultimo triennio – tra gli altri Valdifiori, Tonelli, Pavoletti – appartengano a un’altra dimensione non all’altezza della precedente.

Il senso del nostro discorso è semplice: la Ssc Napoli non finisce a maggio. Neanche con uno scudetto sul petto, uno scudetto possibile e che sarebbe strameritato da tutte le componenti di questo club. Andare oltre, confermare una certa programmazione, è un dovere di tutti. Ripetiamo: ci sta un anno diverso, di alternativa tecnica e finanche politica. Questa squadra e questo gruppo si sono meritati questa possibilità. Dopo, però, bisogna ripartire. A questi livelli, perdere un anno costituisce un handicap notevole. È sufficiente pensare a cosa è andata incontro l’Inter del triplete per non aver venduto subito Milito e Maicon. È una società che si è trascinata gli errori di programmazione per quasi un decennio. Una scelta conservativa che il Napoli rischia di pagare a caro prezzo.

Il Napoli resterà, e resterà il Napoli con e senza scudetto. Quando abbiamo scritto di Vrsaljko, eravamo contenti perché era un modello che prosegue e che si consolida. Quando di recente abbiamo raccontato l’arrivo di Ghoulam nel 2013, abbiamo scritto che « il Napoli deve rivolgere il proprio sguardo anche a un certo tipo di mercato. Quello della scoperta, della scommessa. Con i Rog, gli Ounas, gli Allan e i Zielinski. I Koulibaly, dal Racing Genk. Forse è lui l’esempio massimo. I campioni si formano e/o si scovano, non è che si comprano e basta». Ecco, noi la pensiamo così. E non ci pare di essere fuori dal mondo.

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