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Inglese: «Chi ama un certo calcio guarda Napoli e City: pronto a provarci in azzurro»

L’intervista di Roberto Inglese alla Gazzetta dello Sport: «Penserò al Napoli solo se dovessi andarci, loro sono un’orchestra in cui nessuno stona».

Inglese: «Chi ama un certo calcio guarda Napoli e City: pronto a provarci in azzurro»

L’intervista alla Gazzetta dello Sport

Roberto Inglese intervistato dalla Gazzetta dello Sport. Ovviamente, si parla anche del suo trasferimento al Napoli, quello già formalizzato e quello da concludere con l’approdo “fisico” in azzurro. Questo il racconto dl centravanti del Chievo: ««Il mio Napoli è iniziato correndo in sede al Chievo alle sette di sera: il mercato chiudeva alle undici, bisognava fare in fretta e in fretta, poi ho anche resettato. Sono stato bravo, dal giorno dopo non ci ho pensato più, tantomeno ai 12 milioni: solo lavoro a mille all’ora, come a Carpi, e credo che Giuntoli un po’ abbia scommesso anche su quello.

La Le sensazioni di oggi: «Ricomincerò a pensare al Napoli se ci andrò: ora di scritto c’è solo il prestito al Chievo fino a giugno, nessun riferimento a gennaio. La gente la fa facile: “Lì ti mettono la palla sui piedi, vedrai”. Ma lì devi saperti allenare con loro, e quando in Nazionale l’ho fatto con Insigne ho capito un po’ di cose. Lì devi essere un’orchestra e se stoni tu, stona tutta la musica: stop e passaggio, lo fanno in undici nello stesso modo e per questo ti rubano il tempo. Per questo oggi per vedere “quel” calcio accendi la tv se ci sono Napoli o City. Ci saprò stare? Devo trovarmici, non lo so. Pronto a provarci, e poi prenderò atto: comunque, con orgoglio e serenità».

Inglese loves Icardi

Belle parole su Mauro Icardi: «Amo parlare di Mauro Icardi, è disponibilissimo. Senta questa: il giorno del mio esordio in Serie A, forse non sapeva neanche chi ero, gli chiesi la maglia e non fece una piega. È nell’armadio, insieme a quelle di Higuain, Dzeko, Immobile: faccio collezione di capocannonieri. Amo anche studiare Icardi, i suoi movimenti, anzitutto: altro che non va incontro alla squadra… Riguardi il primo gol di Cagliari: ne fa due pazzeschi, uno dietro l’altro, nella frazione di tempo dell’arrivo della palla. Ha ragione chi dice che è svariati secondi avanti a tutti: è come se sapesse prima dove andare a prendere il pallone».

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