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Nemmeno nel basket c’è riconoscenza. Il Cuore Napoli esonera Ponticiello

Con uno scarno comunicato, la società si congeda dall’allenatore che ha riportato Napoli in Serie A2. E che domenica aveva vinto la sua seconda partita

Nemmeno nel basket c’è riconoscenza. Il Cuore Napoli esonera Ponticiello

“Se io avessi previsto tutto questo”

“Se avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto le attuali conclusioni…”. E poi continua, il caro Guccini a disegnare un dissenso atipico alle ragioni ovvie, che pochi hanno voglia di approfondire. Oggi, però, alla notizia dell’esonero di coach Ponticiello, qualche domanda me la sono posta e qualche immagine mi è ritornata in mente: la gioia per la promozione inattesa, le bombe contro Cassino, il sold out del Palabarbuto e una città che usciva dallo sgabuzzino della pallacanestro nazionale e si sedeva, in salotto, con una Coppa Italia, un titolo del girone, e la serie A2.

Storia per romantici, è vero. Contano i risultati, ed è stravero. Come è noto che un allenatore è sempre solo, un po’ come un portiere, o come un filosofo nell’era dei twitter e dei facebook. Francesco Ponticiello paga i soli quattro punti in classifica e la possibilità di agganciare Rieti al terz’ultimo domenica in casa, in pratica una volta fuori dalle sabbie mobili in cui un mercato modesto, infortuni e una rosa ristretta avevano determinato l’avvio ad handicap della squadra partenopea.

Un progetto low-cost

Un esonero è un diritto, e ci mancherebbe. È una scelta motivazionale, talvolta vincente, altre volte fallimentare. Ma tant’è che resta un un messaggio per ammettere, semmai, che un progetto è finito. Un progetto che è nato sull’entusiasmo, sul coraggio di Ruggiero, sulla capacità di una squadra media di credere in un potenziale nascosto, in un sistema vincente, in un condottiero che aveva stupito l’Italia con un budget minimo e giocatori semi-sconosciuti.

Un progetto che prevedeva, una volta raggiunta la massima categoria, di combattere per mantenerla, non stravolgendo i piani economici, onde evitare famose figuracce che tutti ricordiamo. Un progetto che solo un allenatore, abituato ai miracoli, poteva far rendere in una determinata maniera, ossia renderlo rivelazione. Come è avvenuto a Reggio Calabria, a Cefalù a Sant’Antimo.

Fino a un anno fa c’erano cinquanta persone a seguire la squadra

Ora le prospettive cambiano, con un roster costruito per metà, e la necessità di trovare un sostituto che non chieda mercato e faccia rendere una rosa di giocatori adatti ad un determinato sistema di gioco, al suo credo.

Coach Ponticiello nelle ultime settimane è stato capace di isolarsi da soloni, da volgarità, da attacchi, da una piazza divenuta incredibilmente presente ed esigente quando, fino a un anno fa, erano appena in cinquanta a seguire il Cuore Basket al Caravita e adesso, a ragione, si è affezionata ed è tornata, fortunatamente, a riempire gli spalti. Sono diventati seguaci accaniti. E hanno dimenticato, forse, chi ha raccolto quel seme piantato da Ruggiero e fatto divenire il nuovo albero della pallacanestro napoletana.

Coach Ponticiello è stato esonerato, con uno scarno comunicato che non esplicitava i motivi della scelta: “si ringrazia per l’abnegazione e il lavoro svolto”.

Ogni tifoso azzurro deve dire grazie a Ponticiello

La squadra sarà affidata al duo Aldo Russo-Armando Trojano. A loro il compito di traghettarla fino alla scelta del nuovo allenatore. Intanto il giovane Cuore Basket ha in bacheca una Coppa nazionale, una promozione in A2 e un Palabarbuto pieno. Lì restano impresse le immagini di un volo che ha seguito lo sguardo serio e vincente del suo, ormai, ex condottiero.

“Che cosa posso dirvi?” cantava Guccini, “andate e fate, tanto ci sarà sempre un pio, un teorete, un Bertoncelli o un prete a sparar cazzate”. Grazie Coach, ogni tifoso a spicchi azzurro ti deve la gioia di avergli ridato una dignità, da tifoso, da amante, da sognatore, da malato di questo gioco.

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