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Il calo fisiologico del Napoli (18 partite giocate in 54 giorni di calcio effettivo)

Una partita ogni 72 ore esatte, da agosto ad oggi (al netto delle pause per le nazionali). Anche gli altri, del resto, hanno vissuto momenti di difficoltà.

Il calo fisiologico del Napoli (18 partite giocate in 54 giorni di calcio effettivo)
Foto Ssc Napoli

Al di là del turn over

Sapete come la pensa il Napolista sull’allergia di Sarri al turn over. Quella del tecnico è una reticenza atavica rispetto alle rotazioni scientifiche, confessata a più riprese. Legittima, per il suo modo di pensare calcio. Da vagliare con i risultati, come tutte le cose che riguardano il calcio. Detto questo, però, dobbiamo anche pensare a quello che ha fatto e sta facendo il Napoli. Ovvero, 18 partite giocate in meno di tre mesi. Da Napoli-Nizza a Nizza-Napoli, la squadra di Sarri ha disputato 18 partite tutte decisive – così come lo sono tutte le partite delle squadre che vogliono essere grandi, vogliono stare nell’élite. E i risultati sono ottimi, sorprendentemente positivi e continui. Diciamo anche eccellenti, visto che il Napoli è primo in classifica.

Volendo, potremmo entrare ancora di più nello specifico. Perché è bene ricordare che ci sono state le pause per le nazionali, quindi queste 18 partite sono concentrate in un periodo ancora minore. Più precisamente: un ciclo di quattro match dal 16 al 27 agosto; uno di sette tra il 10 settembre e il primo ottobre; un altro ciclo di sette tra il 14 ottobre e il 5 novembre. Quindi, un totale di 18 partite in 54 giorni. Media: una partita ogni 72 ore, divisione esatta, senza resto.

Calo fisiologico

Considerando queste premesse, un calo fisiologico ci sta. L’hanno avuto tutti, in Italia – altrimenti il Napoli non sarebbe primo in classifica. L’ha avuto la Juventus a cavallo di Lazio e Atalanta, l’ha avuto la Roma perdendo due partite contro Inter e Napoli. Sta iniziando ad accusarlo la squadra di Spalletti, due pareggi nelle ultime quattro partite – e due vittorie non limpidissime contro Verona e Sampdoria. Insomma, ci sta. Ci può stare, disse un nostro vecchio amico, una volta. Ma si riferiva ad altro.

È una questione di attitudine e di preparazione. Il Napoli ha giocato col Nizza, il preliminare di Champions da queste parti è una leggenda (negativa) e quindi è stato affrontato con una certa tensione psicologica. Ha vinto con dominio incorporato, ma su quella doppia partita si è basato un intero lavoro di preparazione. Che il Napoli paghi qualcosina (dopo il terzo ciclo terribile, e due partite col Manchester City in due settimane) è pienamente comprensibile. In questo senso, l’analisi di Sarri – corroborata anche dall’analisi tattica di Alfonso Fasano, pubblicata stamattina – è abbastanza chiara: la squadra ha mantenuto inalterata impostazione e (una certa) qualità del gioco, ma è mancato qualcosa in quanto a brillantezza. Soprattutto offensiva. Non a caso, il reparto avanzato è quello che – oggi – soffre più di ogni altro di mancanza di alternative.

Il futuro

Ora la pausa per le nazionali, non amata dal personaggio Sarri ma potenzialmente taumaturgica per il Napoli, non cambierà di molto le cose. Si ricomincerà con un lungo periodo di partite in seguito (sei in ventuno giorni, media leggermente diminuita ma ancora abbastanza alta), con dentro i match decisivi contro Milan, Shakhtar Donetsk, Juventus e (si spera) Feyenoord. Non sarà facile, ma è vero pure che non ci sarà un altro doppio incrocio col Manchester City. E poi la cosa dovrebbe normalizzarsi subito dopo, con il ritorno alla tanto amata (e agognata) settimana-tipo. Dal 10 dicembre in poi, al netto dei possibili impegni di Coppa Italia, si ricomincia a giocare il solo campionato.

Il Napoli, ovviamente, non può permettersi di aspettare il ritorno a ritmi più blandi, e quindi perdere punti o le partite europee. È il destino delle big, o di chi aspira a questo status. La squadra di Sarri ha il compito di mettere insieme tutte le risorse per l’ultimo tour de force vero, differente da quelli precedenti per l’assenza di turni infrasettimanali. Per il resto, non sarà molto diverso. Finora è andata benissimo, i risultati sorridono e il mezzo passo falso di ieri può essere considerato come parte del processo di crescita. L’importante, in casi come questo, è fare tesoro di insegnamenti e informazioni e indicazioni. È questo il senso dello sport, della vita.

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