ilNapolista

Il nuovo Napoli spreca meno energie, tanto il gol può sempre arrivare

È una nuova consapevolezza: l’intensità è diventata soprattutto difensiva, il Napoli gestisce e dosa la sua spinta offensiva in base al contesto e all’avversario.

Il nuovo Napoli spreca meno energie, tanto il gol può sempre arrivare
L'esultanza del Napoli a Roma contro la Lazio dopo il gol di Mertens (Ciambelli)

Un nuovo Napoli

C’è un nuovo Napoli che sta nascendo, ed è una squadra simile eppure diversa rispetto a quella degli anni precedenti. Ne abbiamo già accennato ieri, quando abbiamo parlato del sistema difensivo (il migliore della Serie A, per gol subiti) costruito da Sarri e i suoi ragazzi. « La nuova forza del Napoli sta nella consapevolezza rispetto alla propria forza offensiva. Rispetto al fatto che il gol può arrivare. Non è un caso, non può esserlo, che il Napoli appaia meno brillante in fase d’attacco. Non è così, il Napoli è fondamentalmente la stessa squadra dello scorso anno. Solo che l’intensità che nelle ultime due stagioni convogliava tutta in una manovra offensiva continua, martellante, quindi esaltante. Ora è maggiormente canalizzata nella fase di recupero del pallone».

Ecco, è una questione di dosaggio. Il nuovo Napoli è una squadra che sembra preservare e preservarsi, nel senso nobile del termine. Gran parte del lavoro fisico e dell’impegno mentale sono spesi in un pressing quasi ossessivo, sorretto da una difesa altissima e attenta ad ogni scalata, ad ogni scappata indietro, ad ogni movimento coordinato. In attacco c’è meno frenesia, meno ansia, e la testimonianza sta tutta nel fatto che quasi tutti i successi sono arrivati al termine di partite giocate a strappi. Il Napoli ha vinto contro l’Atalanta, il Bologna, la Spal e la Lazio alzando i ritmi per brevi tratti della partita; contro la Roma ha disegnato un gran primo tempo, contro Verona, Cagliari e Benevento non è servito granché – con tutto il rispetto. Così come contro il Feyenoord, affossato da un gol immediato e poi tenuto a bada con intelligenza per il resto del match.

Sensazioni

Ovviamente, stiamo descrivendo delle pure sensazioni. Il Napoli è stato ed è primo in gran parte delle classifiche di rendimento “agonistiche” della Lega Serie A, come sottolineato da Sarri nel postpartita del match con l’Inter. Questo, però, non cambia il nostro giudizio. Anzi, lo rafforza. Noi, appena sopra, non abbiamo sostenuto che il nuovo Napoli sia una squadra meno brillante, meno spregiudicata o volutamente meno ricercata. È solo che l’intensità offensiva tipica degli ultimi due campionati ora è maggiormente spesa, quindi specializzata e visibile, nella fase di non possesso. Laddove il Napoli doveva necessariamente alzare l’asticella del suo rendimento.

Il discorso nuovo è quello della consapevolezza, ed è stato ben visibile nelle ultime due partite (un solo gol segnato). Il Napoli sembra possedere la certezza inconscia di poter sbloccare la partita in qualsiasi momento, sfruttando le armi diffuse e riconoscibili della sua tecnica individuale e della sua forza collettiva. Sintetizzando ed esasperando il concetto, il gol prima o poi arriva. È arrivato a Roma nel momento di maggiore pressione sulla difesa giallorossa, sarebbe arrivato anche con l’Inter se non fosse stato per un super Handanovic.

Ecco, la partita con l’Inter: nell’ambito di un predominio territoriale percettibile, il Napoli ha costruito meno conclusioni in porta rispetto alla media per match di questa stagione (13 contro 18.6). Eppure ha avuto almeno tre occasioni nitide, contro una squadra seconda in classifica e con una difesa organizzata, esaltata dai media e dedicata, nel senso di elevata a reparto fondamentale dal piano partita del tecnico.

Una logica conseguenza

Dando per assodata questa consapevolezza, è facile capire e interpretare l’atteggiamento del Napoli. Mandare il motore con i giri più bassi può essere utile per preservare le energie a livello fisico e mentale, e soprattutto finisce per non pregiudicare troppo il rendimento difensivo. Un po’ quello che avveniva durante il primo anno sarriano, quando alla nona giornata i gol subiti erano 8 (sarebbero stati 8 anche alla 13esima) perché tanto davanti c’è Higuain che la sblocca. Diversamente avveniva l’anno scorso: una squadra in regime di adattamento a un calcio diverso, che cercava nuove soluzioni offensive, arrivò alla nona giornata con 10 gol subiti.

Il Napoli di oggi è una squadra che ha trovato una quadra offensiva importante, il tanto davanti c’è Higuain che la sblocca è diventato abbiamo la forza offensiva per poterla sbloccare in ogni momento. E infatti solo un’Inter ai massimi livelli è riuscita a tenere gli azzurri a zero gol. Diventare una squadra che attacca con più raziocinio è una logica conseguenza di tutta questa serie di situazioni e sensazioni. È una cosa perfettamente distinguibile, osservabile dagli spalti e da un’analisi attenta del gioco.

Ed è una crescita programmata, aiutata dalla scelta comune di società e squadra di rimanere insieme e di non alterare fattivamente l’organico. Per il momento, la nuova intensità del Napoli vale un primo posto da record, con tre scontri diretti già giocati – come l’Inter, che però ha affrontato il Milan e non la Lazio – e un solo pareggio. Da zero gol subiti. Sembra poco, ma non lo è. Perché è una novità, è la novità di questo Napoli. Che sa essere ancora bello a vedersi, ma ad oggi ha imparato come essere bello e concreto. Era quello che gli si chiedeva, dopotutto.

ilnapolista © riproduzione riservata