ilNapolista

Il continuo lavoro di Sarri per migliorare il Napoli (che non si guarda più allo specchio)

È un cantiere sempre in attività, come ha dimostrato a Roma. È la grande novità di questa stagione (ancora molto lunga), la rosa dei titolari andrà ampliata

Il continuo lavoro di Sarri per migliorare il Napoli (che non si guarda più allo specchio)
Sarri (Matteo Ciambelli)

Un cantiere alla ricerca della perfezione

Otto vittorie consecutive, 24 punti in classifica, primato di gol segnati e potremmo continuare a lungo. Il Napoli di Sarri sembra un’armata invincibile. Vincere due volte a Roma nel giro di un mese è un segnale forte e chiaro al resto del campionato. Accanto ai numeri ci sono tanti altri aspetti che abbiamo provato a evidenziare sul Napolista. Per rendere l’idea di quello che invece secondo noi è la caratteristica più importante del Napoli di quest’anno e del suo allenatore: l’essere continuamente al lavoro su sé stessi, non accontentarsi mai, essere alla ricerca costante del miglioramento. Quando gli altri ti studiano per mettere a punto le contromosse, tu sei già lavoro per non farti trovare dove loro ti aspettano.

Ieri, a Roma, lo abbiamo visto negli schemi d’attacco spiegati da Alfonso Fasano, con le tante incursioni centrali che hanno ricordato la prima Roma di Spalletti quella con Totti perno e Perrotti (e non solo) che spesso si inseriva. Il contrario della frase pronunciata da Sarri: «Il Barcellona ha giocato nello stesso modo per anni e ha vinto tutto». L’impianto è quello, eppure Sarri lo migliora e lo modifica di partita in partita. Come avviene per le auto di Formula Uno.

Saper soffrire

Il Napoli ieri ha giocato una partita molto intensa. Nei primi sessanta minuti il Napoli è stata una squadra che agonisticamente non era possibile arginare. E infatti avrebbe potuto segnare più di un gol. Una squadra feroce, soprattutto a centrocampo, con Allan ma anche con Jorginho.

E poi il Napoli ha saputo soffrire. Altro cambiamento fondamentale per ambire alla vittoria di qualcosa. È utopistico, lontano dalla realtà, ipotizzare di giocare all’Olimpico contro la Roma e non concedere due o tre tiri in porta agli avversari. È proprio questa la novità del nuovo Napoli di Sarri. È sceso sulla terra. Combatte, lotta, è ben oltre l’estetica fine a sé stessa.

Nel calcio si vince grazie a parate straordinarie, a gol segnati alla prima occasione, a errori degli avversari, alla capacità di far comprendere loro troppo tardi che forse avrebbero potuto osare di più. Sono tutte munizioni di quelle che vengono definite grandi squadre. Questo sta diventando il Napoli che non a caso in questo campionato ha vinto partite in maniera molto diversa tra di loro. Forse soltanto i successi su Benevento e Cagliari sono sovrapponibili. Gli altri sono tutti diversi.

La rosa dei titolari va ampliata

È una squadra che adesso ha nella forza mentale una delle caratteristiche più importanti. Ovviamente, va da sé, in questo discorso deve rientrare anche la consapevolezza che il campionato è molto ma molto lungo. Sono state giocate otto partite. Siamo praticamente a un quinto del cammino. Meglio averle vinte tutte, è una ovvietà. Ma, come ha ricordato Roberto Liberale, non è che la altre stiano andando piano. La Juventus, con questa media, supererebbe quota 90. Così come la Lazio. È il Napoli che sta volando. Ieri al 70esimo, abbiamo avuto un comprensibile calo. Sarri ha sostituito due centrocampisti su tre. E poi ha fatto entrare anche Rog.

Un passaggio di questo lavoro dovrà obbligatoriamente passare per l’ampliamento della rosa titolare. È un rischio che purtroppo dovrà essere corso. Perché la stagione è appena agli inizi e anche noi ovviamente avremo i nostri momenti meno felici. Ma se ci arriveremo con la consapevolezza che sono parte ineludibile di un cammino, avremo la lucidità di affrontarli. Il Napoli è un cantiere che non si specchia nella propria bellezza. È il passaggio più significativo. Il più evidente segnale di maturità.

Ora c’è Manchester. Un viaggio premio in cui non abbiamo nulla da perdere. Potrebbe essere una laurea internazionale, ma innanzitutto è bello arrivare lì ed essere rispettati. Viviamocela con leggerezza.

ilnapolista © riproduzione riservata