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Il Napoli senza top player le ha vinte tutte. Che bello la Juve che esulta per il Var

Le polemiche estive hanno lasciato spazio alla realtà. È il Napoli che sta viaggiando a una velocità eccezionale, non la Juve che ha rallentato

Il Napoli senza top player le ha vinte tutte. Che bello la Juve che esulta per il Var

Un sabato perfetto

Lo è stato sicuramente per i risultati sul campo. Ma anche per le risposte che il campo ha dato a tutti coloro che nelle ultime due settimane hanno cercato di procurare un po’ di lavoro a moviolisti, polemisti e complottisti rimasti a corto di argomenti e irrimediabilmente sulla via della disoccupazione.

Tra televisioni, social network e web avevano tenuto banco le polemiche sul Var, alimentate dall’ambiente juventino dopo la partita dei bianconeri a Bergamo. Poi negli ultimi giorni ci hanno pensato le tifoserie delle altre squadre protagoniste delle sfide del sabato, insinuando sospetti sulle designazioni arbitrali, viste come un tentativo per riparare ai presunti torti subiti dai bianconeri.

Per questo la soddisfazione travalica i risultati sul campo.

Perché Mazzoleni, considerato arbitro “amico” della Juventus, ha sbagliato pochissimo. E il Var è stato inattaccabile.

L’aggeggio nemico

L’arbitro ha concesso un gol regolare alla Juventus, non prima però di aver ricevuto conferma dal Var. Poi ha assegnato un rigore contro la Juventus senza mostrare tentennamenti. E senza ausilio tecnologico. Ed infine, nei minuti di recupero, non ha assegnato immediatamente il rigore alla Juventus, nonostante l’entrata killer di Patric, ma ha chiesto al Var di chiarire i dubbi sull’intervento del laziale.

E quello è stato il momento più divertente. Perché, in una sorta di ideale contrappasso, ho immaginato milioni di tifosi juventini in ginocchio a pregare che Mazzoleni usasse quel mostro tecnologico che secondo tanti di loro avrebbe tolto dal calcio la poesia. Eravamo già al 95’, eppure Allegri non ha fatto una piega, benché il tempo passasse e si dilatasse peggio che in una partita di baseball.

L’aggeggio nemico, persino insultato da Paratici, ha dato ragione alla Juventus, e il boato dello Stadium mi è sembrato tanto un armistizio tra i tifosi juventini e il Var.

Invece Dybala ci ha subito ricordato un altro cavallo di battaglia dei tifosi bianconeri: “ci avete tolto la bellezza dell’errore”.

Dybala li ha accontentati e ha sbagliato il secondo rigore consecutivo (decisivo).

Le critiche estive al mercato del Napoli

Per fortuna, in serata Gianluca Rocchi ha sbagliato molto poco e il Napoli ha proseguito nel suo filotto.

Eh sì. Una campagna acquisti deficitaria, il mancato arrivo di “top players”, un gap non colmato con la Juventus, e l’infortunio di Milik hanno prodotto finora otto vittorie consecutive in campionato, con un vantaggio sulla Juventus che si è dilatato fino a margini quasi storici.

Storici, perché il vantaggio di 5 punti non è paragonabile a quello di due stagioni fa, campionato in cui il Napoli arrivò ad avere alla decima giornata persino 9 punti sui bianconeri. La differenza è che oggi la Juventus viaggia comunque ad una media di 2,375 punti a partita, mentre allora la media era di appena 1,2 punti a gara fino a quel momento.

È il Napoli che sta mantenendo una velocità eccezionale, perché una proiezione a fine campionato porterebbe la Juventus a ben 90 punti, ovvero alle sue medie degli ultimi anni.

È chiaro che sarà impossibile per il Napoli mantenere questi ritmi, ma sicuramente i tanti punti accumulati finora dagli azzurri torneranno buoni quando arriveranno le prime battute d’arresto. Perché prima o poi arriveranno. E nessuno si dovrà scomporre.

La paura che il giocattolo si rompa

Infatti, contrariamente a quanto dicono coloro che sono lontani dall’ambiente intorno al Napoli, più che entusiasmo esagerato, i tifosi hanno il timore che il bel giocattolo si possa rompere.

“Frenare i troppi entusiasmi”, questo era il mantra che traspariva nei commenti post-partita degli opinionisti. A parte il fatto che in città non si sono visti o sentiti caroselli in giro dopo l‘ennesima vittoria, e per strada non c’erano pazzarielli e pulcinella che ballavano e festeggiavano con i “triccheballacche”, a Napoli c’è tuttora uno zoccolo duro (si spera sempre più piccolo) che si aspetta (per non dire si augura) un crollo verticale della squadra.

Il Napoli sa sempre cosa è meglio fare

Ma questo sembra un Napoli tosto, persino camaleontico. Che quasi sempre sa cosa è meglio fare. Tanto da frustrare gli avversari in ogni caso. Sia che venga aggredito sia che venga affrontato con rispetto. Quel rispetto che a Di Francesco è sembrato eccessivo, ma la cui assenza avrebbe forse causato una debacle giallorossa ancora peggiore.

Tante volte in passato ci domandavamo come facesse la Juventus a vincere tante partite dando l’impressione di non fare sempre grandissime cose. Tante volte ci chiedevamo come mai il Napoli uscisse dallo Stadium con una sensazione di incompletezza, pur avendo giocato in certi momenti persino meglio della Juventus.

Personalità, questa è la risposta. In questo ideale rovesciamento di ruoli, è il Napoli oggi a dominare fisicamente e psicologicamente il campo. Perché chi è sul terreno di gioco non sa mai come affrontarlo.

Questo è il timore reverenziale avversario che caratterizza le grandi squadre. E che spesso porta al successo.

Perché il Napoli è forte. E, come ha ricordato appena due settimane fa proprio Allegri, le squadre più forti al 99% finiscono per vincere.

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