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L’ossessione italiana per moviola e mercato, di calcio non si parla mai

Anche dopo un’impresa come quella del Napoli, discorsi e domande sono sempre gli stessi. Come ieri sera a Mediaset Premium col pur bravo Sabatini.

L’ossessione italiana per moviola e mercato, di calcio non si parla mai

Champions League

Il Napoli avrà ancora a che fare con Sandro Sabatini, quest’anno. È lui il padrone di casa degli studi Mediaset in Champions League, e non potremmo esserne più felici. Il conduttore toscano di Premium è persona garbata, competente, simpatica, sa gestire benissimo le situazioni, anche con il sorriso. Lo ricordiamo nella notte con poco calcio di Real Madrid-Napoli, quando tenne a bada De Laurentiis; l’abbiamo visto ieri sera, quando ha tenuto testa – con intelligenza e spirito – alla battuta su Juve-Sky di Maurizio Sarri. Clima tranquillo, rilassato, in studio, nelle interviste e nella gestione degli ospiti. Bravo Sandro.

Solo che, ieri sera, Sabatini e i suoi ospiti ci hanno mostrato per l’ennesima volta il grande problema italiano rispetto alla percezione e al racconto del calcio. Al di là dei trionfalismi di sorta – il risultato è storico, per il Napoli e per il calcio italiano, e si è magnificata la splendida espressione di gioco della squadra di Sarri – il discorso è caduto ripetutamente sul calciomercato. Le considerazioni di Sabatini, gli interventi degli ospiti, le domande a Sarri. Ogni tre minuti, in media, un riferimento al calciomercato. Agli acquisti fatti, a quelli da fare. Stiamo parlando di Mediaset Premium perché ieri sera eravamo sul loro canale, ma è ovviamente un problema generale che non riguarda soltanto le tv.

Migliorare il Napoli

Chiariamoci subito: il Napolista, oggi stesso, vorrebbe che il Napoli acquistasse un terzino destro a completamento della rosa. Però, come dire: ci pare un discorso laterale rispetto alla vera notizia, all’analisi di ciò che è stato e di ciò che potrà essere. Il Napoli è in Champions League, e a questo punto non è importante se l’ha fatto con o senza il mercato. È (sarebbe) importante capire come ha fatto a compiere questa piccola impresa.

Chiariamoci, ancora: non è colpa del buon Sabatini. Ma di un retaggio culturale che ci portiamo indietro come i fardelli biblici per l’espiazione dei peccati. Tutta, ma proprio tutta la narrazione calcistica del nostro paese è legata al calciomercato – o agli episodi arbitrali, tanto che pure ieri sera c’è stata una parte di trasmissione dedicata alla moviola. È mai possibile che gli italiani vogliano sentir parlare solo di questo.?

Non è solo il Napoli, non sarà solo il Napoli. Ma prendi ieri sera: la squadra domina e (stra)vince anche al ritorno, in trasferta, una partita fantastica. Ciro Ferrara parla di Insigne al Barcellona, Sabatini chiede a Panucci “com’è possibile che una squadra senza acquisti dia una sensazione di miglioramento”, poi arriva Sarri e gli si chiede di possibili nuovi colpi. Come se il gioco in campo non fosse frutto del lavoro sul campo, ma solo del calciomercato.

Andare oltre

Persino Massimo Callegari, uomo della telecronaca, si è collegato in diretta da Nizza e ha parlato di calciomercato. Dallo studio è arrivata, per lui, una domanda chiara e precisa: “E ora? Cosa farà il Napoli sul mercato?”. Niente, non riusciamo ad andare oltre. A volere altro, a sentire altro.

Sabato sera, dopo Verona-Napoli, abbiamo scritto di come Graziano Cesari abbia passato l’intera trasmissione postpartita a fare la moviola della moviola, mentre lo studio ignorava Diawara. Ovviamente, il centrocampista guineano era solo un pretesto narrativo per dire che non si è parlato di calcio. Esattamente come ieri sera. Se non attraverso raccontini o pensierini episodici, domande tattiche brevi ai calciatori, il filo conduttore del discorso è riferito al mercato. In senso passato, in senso futuro. Quasi come ad adempiere un obbligo contrattuale per far appassionare il pubblico. Dando la sensazione che il pubblico stesso non volesse sentire che questo.

Poi, stamattina, apri e leggi i giornali francesi e ti accorgi che esiste un’altra strada. Il racconto della partita, della superiorità schiacciante del Napoli, ma non è quello il punto, perché il Napoli avrebbe potuto anche perdere ma noi avremmo parlato comunque del mercato. Ecco, è qui che noi ci poniamo la domanda: perché in Italia non si riesce mai a parlare davvero di calcio? Non riusciamo a rispondere. E forse il vero problema è proprio questo.

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