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Dal 2008 ad oggi, il Napoli nel ranking Uefa è passato dal 113esimo al 14esimo posto

In Champions ha vinto 13 partite su 26. Sarri ha svolto un grande lavoro e oggi si può fidare di tutti i calciatori del gruppo

Dal 2008 ad oggi, il Napoli nel ranking Uefa è passato dal 113esimo al 14esimo posto
Nizza-Napoli: Callejon e Ghoulam si apprestano a battere un calcio d'angolo. (Photo Matteo Ciambelli)

La vocazione europea del Napoli di De Laurentiis

Un Napoli straordinario. Un Napoli che sta giungendo forse ad uno dei momenti più alti della sua storia recente.

Una squadra eccellente in un ciclo straordinario. Lasciamo però che stavolta siano i numeri a parlare.

La partita di Nizza è stata la tredicesima vinta sulle ventisei giocate in Champions League durante la gestione De Laurentiis.

In Europa League (nella quale gli azzurri esordirono con Reja ancora in panchina), le vittorie sono state 24 su 48 partite giocate (ancora una volta il 50%).

Abbastanza per considerare la vocazione europea del Napoli come un fatto più che acclarato.

Tanto che il ranking degli azzurri è passato dal 113° posto del 2008-09 (stagione del rientro nelle coppe europee) con 14,582 punti (gli stessi dell’Empoli di allora!), al 14° posto di oggi.

Si tratta però di un dato non ancora aggiornato, in quanto al Napoli a breve saranno assegnati i 4 punti del bonus partecipazione alla fase a gironi, portandolo a 84,149 punti e in dodicesima posizione, scavalcando Porto e Chelsea (per inciso due squadre che di recente hanno vinto delle Coppe Europee), e ad appena 3 decimi di punto dall’Arsenal, che però quest’anno giocherà solo in Europa League.

Le dichiarazioni di Hamsik

Da ciò che ancora leggo sui social media e sui siti web, probabilmente sia alcuni tifosi napoletani che molti osservatori esterni non hanno percepito appieno la forza ed i progressi del Napoli squadra e del Napoli società.

C’è un lavoro profondo e costante dietro i recenti successi degli azzurri.

Dopo gli anni del “che ci vuole?”, è giusto che anche i tifosi più scettici, quelli che non sono mai soddisfatti fino in fondo delle prestazioni, del calcio mercato e della gestione societaria, lo sappiano.

E bene hanno fatto, durante le interviste televisive post-partita, sia Sarri che Hamsik a fare alcune rivelazioni importanti. Il primo raccontando che sono bastate poche parole di Giuntoli per convincere uno per uno i giocatori a sacrificarsi ed andare in ritiro prima del solito. Il secondo spiegando nei dettagli quanto duro lavoro quotidiano e quanta fatica ci sia dietro gli schemi del Napoli.

Sarri sta raccogliendo i frutti di un lungo lavoro

Sarri sta raccogliendo i frutti di un lungo lavoro. È passato attraverso mesi di sofferenza e probabilmente anche di tormenti interni. Ma il lavoro paga e la sua tranquillità è un aspetto nuovo, lo ripeto, rispetto all’immagine a cui eravamo abituati.

Ora sa di avere a disposizione una squadra vicina alla perfezione, con dettagli ancora da migliorare, ma è consapevole che ormai quasi tutti i suoi calciatori sono cresciuti e sono pronti. Oggi si può fidare di tutti.

Il Napoli ha due centrocampisti centrali eccellenti, almeno due centravanti quasi alla pari, ottime alternative in quasi tutti i ruoli, in attesa di rivedere Ounas e capire a che punto è Maksimovic.

Il mercato

Anche le difficoltà, da parte della società, di fare mercato sono comprensibili. Con i freschi proventi della Champions si possono acquistare altri calciatori. Ma chi può sostituire chi oggi nel Napoli?

Probabilmente (e qui sento già nelle orecchie il mormorio di delusione di molti tifosi), solo degli altri rincalzi di lusso. Dopo tutto il lavoro fatto insieme in questi anni, dopo che tutto il gruppo si è cementato a suon di sacrifici, non credo che Sarri chieda alla società il tanto invocato “top player”, una figura che potrebbe invece destabilizzare quanto finora costruito. Con l’aggiunta che anche il “top player” avrebbe bisogno di tempo per inserirsi negli schemi e scalare le gerarchie.

Nel Napoli (per fortuna) non si fanno troppe chiacchiere e proclami. La sensazione è però quella di una squadra ormai convinta della propria forza. Lorenzo Insigne lo ha fatto capire. Il girone di ritorno dello scorso campionato è stato fondamentale nel processo di auto-stima. Tanto che, paradossalmente, nella fase a gironi della Champions League qualsiasi sorteggio potrebbe andar bene.

Senza falsa modestia e senza scaramanzia: credo sia arrivato il momento in cui le avversarie del Napoli comincino a preoccuparsi di questa straordinaria potenziale outsider.

La battuta su Sky

Nota maliziosa: nel siparietto con Sabatini a Mediaset Premium, Sarri ha dichiarato che «La Juventus è lo Sky Team, il Tour de France lo vincono sempre loro».

Siamo certi che l’allenatore toscano si riferisse solo al ciclismo e non voleva essere una battuta maliziosa sui rapporti particolari che intercorrono tra la redazione sportiva della TV di Murdoch e la squadra bianconera?

Vista la reazione imbarazzata di Sabatini qualche sospetto ce l’avrei…

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