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La Fiorentina, gli “stranieri” Della Valle e il papponismo bagnato in Arno (just Cavalli)

Firenze come Napoli, stesse polemiche e ora la paura del futuro senza i marchigiani Della Valle che in quindici anni non hanno vinto nemmeno una Coppa del Nonno

La Fiorentina, gli “stranieri” Della Valle e il papponismo bagnato in Arno (just Cavalli)

Lesa fiorentinità in quanto marchigiani

È semplicemente meraviglioso osservare quel che sta accadendo nell’universo Fiorentina da una prospettiva napoletana. Abbiamo il know how per comprendere e interpretare la crisi di nervi della tifoseria e dei Della Valle gli “stranieri” accusati di voler lucrare sull’amata Fiorentina e ora pronti a vendere la società. “Stranieri” in quanto marchigiani. Proprio come De Laurentiis è il romano che sfrutta Napoli e l’amore dei napoletani per aumentare il conto in banca suo e dei suoi familiari. Con qualche differenza. I Della Valle in quindici anni non hanno vinto nemmeno una Coppa del Nonno e non sono riusciti nemmeno nell’impresa di trasformare la Fiorentina in un gioiellino imprenditoriale.

La tifoseria viola ha anche trovato il leader dei papponisti: è lo stilista Roberto Cavalli. Per chi non lo sapesse (soprattutto per i nostri lettori fuori Napoli) il papponismo è l’unico reale movimento culturale e di massa (che coinvolge ricchi e poveri, acculturati e non) nato a Napoli negli ultimi anni. De Laurentiis – secondo gli illustri pensatori – è il pappone che lucra sui tifosi equiparati ai clienti delle prostitute.

Roberto Cavalli

Cavalli papponista ad honorem

Roberto Cavalli, “Just Cavalli”, è un papponista ad honorem. Qualche giorno fa si è lasciato andare su Instagram a uno sfogo che da queste parti (e possiamo coinvolgere anche la tifoseria laziale) ben conosciamo. Già lo scorso settembre, Cavalli aveva accusato Della Valle: “Oggi con un presidente che non stima Firenze, noi fiorentini non possiamo essere felici, incominciamo il campionato con le riserve degli altri squadre, colgo l’occasione per mandare un abbraccio e saluto ad Alonso che ci ha lasciati”. Stavolta ci ha messo il carico.

La grande paura del post-Della Valle

I Della Valle hanno annunciato querela e hanno messo la Fiorentina in vendita. Specificando che hanno investito trecento milioni di euro. Quel che colpisce sono i tratti comuni delle contestazioni. Innanzitutto il voler lucrare. Poi il non essere tifosi, tratto che accomuna Della Valle, De Laurentiis, Lotito. In realtà anche Suning e i nuovi proprietari del Milan ma i tifosi non contestano ancora perché c’è la speranza che vengano spesi i soldi. E in caso di investimenti, il non essere tifosi passa ovviamente in secondo piano.

Oggi sul Corriere fiorentino il direttore Paolo Ermini scrive:

“Firenze, tutta Firenze, anche quella che fa finta di averlo dimenticato, sa che i Della Valle comprarono la Fiorentina quando nemmeno poteva chiamarsi così, fallita e finita in C2. Si giocava a Castel di Sangro o a San Giovanni Valdarno (con tutto l’affetto). E allora prima di tutto va recuperata la memoria, insieme con il senso del rispetto (gli striscioni offensivi e anonimi hanno poco di fiorentino)”.

Anche la Gazzetta è scettica

Sulla Gazzetta dello Sport, Luca Calamai scrive: “Anche dopo il fallimento Cecchi Gori nessuno dei grandi ricchi della città si era fatto avanti per rilevare il titolo sportivo. In quel caso proposto a condizioni di estremo favore. L’allora sindaco Domenici si ritrovò a scegliere tra la famiglia Della Valle ed Enrico Preziosi. Difficile che sia cambiato lo scenario quindici anni dopo, con un calcio ancora più in crisi dal punto di vista economico. Un calcio che spaventa invece che attirare simpatie”.

E ancora, dopo aver escluso Cavalli dalla partita: “Più probabile che Firenze e la Fiorentina possano far gola a qualche realtà straniera. Per una serie di motivi: Firenze è un brand formidabile nel mondo; la Fiorentina ha un suo valore internazionale come testimonia l’ultima classifica Uefa che vede la squadra viola davanti alla Roma e alle due formazioni milanesi e al valore del club si aggiunge la possibilità concreta di costruire la Cittadella ne l’area Mercafir. Che vuol dire realizzare il nuovo stadio ma anche alcune strutture commerciali (un grande magazzino, un albergo…). Il piatto ricco che piace ai nuovi ricchi soprattutto asiatici”.

Renzi esulta con Andrea Della Valle

p.s.

Ovviamente, per chi volesse avere un respiro diverso, nella vicenda è inevitabile il coinvolgimento di Matteo Renzi tifoso illustre della Fiorentina, presidente della provincia di Firenze e sindaco di Firenze per dieci anni (dal 2004 al 2014). Oggi sarebbe sin troppo semplice declinare le difficoltà viola in chiave renziana. Ma è decisamente un attore ineludibile in questo copione. 

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