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Guardiamoci attorno, e teniamoci stretto questo Napoli

Il progetto tecnico è il più solido dopo quello della Juventus, nessun club di Serie A si presenterà con le stesse certezze del Napoli all’avvio del prossimo campionato.

Guardiamoci attorno, e teniamoci stretto questo Napoli

Guardare la Serie A

Sapete cos’è il birdwatching? O meglio, sapete come si fa il birdwatching? Si va in una radura desolata, binocoli alla mano, e ci si guarda intorno. L’hobby letterale, descritto dal termine anglofono, sarebbe “osservazione degli uccelli”. Allo stesso modo, però, fare birdwatching permette di guardarti attorno. Di capire cosa c’è nella zona in cui sei. Ecco, questo pezzo è un invito. Tifosi del Napoli, guardiamoci intorno. Guardatevi intorno. L’avete fatto? Bene. Ora rispondete a questa domanda. Quale squadra di Serie A può essere considerata come una reale contender della Juventus per il prossimo anno?

Presente

Ovviamente, la domanda è collegata al tempo di oggi. Nel senso: al 10 maggio del 2017, sono circa le ore 17, quale club di Serie A può approcciare al campionato 2017/2018 con un progetto solido e definito come quello del Napoli? Chi possiede la stessa quantità e qualità delle certezze tecniche che ha il Napoli?

Regolarsi in base al tempo è fondamentale. Della serie: non si può rispondere a questa domanda dicendo “vedrete l’Inter di Suning e Conte cosa farà…”. No, non potete dirlo. Portate avanti una tesi ipotetica, probabile ma ipotetica. Non ufficiale. Basata sulle supposizioni. Stessa cosa la Roma di Monchi, il Milan degli altri cinesi. 

Insomma, guardiamo al presente. Alla prima stagione di gestione Suning, l’Inter è in preda alla (solita) crisi isterica. I presupposti per la prossima stagione sono un doppio diesse (uno ha responsabilità tecniche anche per il club dello Jiangsu) e un allenatore top da individuare, convincere, mettere sotto contratto e poi ascoltare in fase di mercato. Stessa cosa la Roma. Anche i giallorossi ha un doppio diesse (Frederic Massara è ancora formalmente in carica, ma ovviamente deciderà tutto Monchi), ma non ha un allenatore e una reale certezza sul suo futuro, economico e tecnico.

Le due dimensioni sono legate, come al solito, e si parla di Nainggolan in Inghilterra e Rudiger in Inghilterra e Manolas all’Inter. E poi di Totti, certo. Un mito di 40 anni che dà il benvenuto al diesse spagnolo dichiarando alla stampa di non sapere ancora cosa farà a fine anno. Mentre il diesse spagnolo (e il presidente) dicono che sarà dirigente. Ah, e nel frattempo l’allenatore secondo in classifica deve giustificarsi ogni domenica. Anche quando vince. Pure lui andrà via, e non ci sono molte certezze su chi possa sostituirlo.

Gli altri

Continuiamo a fare birdwatching. Ci sono Milan e Fiorentina. Come dire: basta la parola. Il Milan ha un gruppo dirigente nuovo e sconosciuto, a Firenze i Della Valle sono «indecisi». Ci sono Lazio e Atalanta, due bei progetti. Quarto e quinto posto, l’Europa da outsider. Applausi a scena aperta. Ma ci vuole un po’ prima di immaginarli come contender della Juventus.

Poi c’è la Juventus. Una squadra da due finali Champions in due anni (tre edizioni). Una squadra che ha un progetto propriamente detto. Quinquennale, decennale, secolare. Sono la Juventus da sempre, oggi lo sono anche di più. Avvicinarli, raggiungerli, toccarli. Questa deve essere l’ambizione. È questa l’ambizione. Loro sono il modello, sono i più forti, lo sono da un po’ e noi ci piangiamo addosso mentre pensiamo a loro. Senza renderci conto di quello che sono, di quello che siamo. Storicamente, e oggi è un riflesso della storia. Senza ricordare che dal 2012 a oggi, il Napoli è la squadra che è stata più vicina in assoluto ai bianconeri. A fine campionato, questi sono gli scarti di punti tra prima e seconda piazza:

  • 2015/2016, Juventus 91 – Napoli 82
  • 2014/2015, Juventus 87 – Roma 70
  • 2013/2014, Juventus 102 – Roma 85
  • 2012/2013 Juventus 87 – Napoli 78

Nel 2012, i bianconeri outsider superarono il Milan di 4 punti (84 a 80). Il Milan di Ibrahimovic. La Juventus di Matri e Vucinic. Della serie: da allora, Napoli e Roma e Milan e Inter e Fiorentina e Lazio e Atalanta non hanno mai vinto lo scudetto. Ci sono dei demeriti di tutte queste squadre, di tutti questi progetti? Sicuramente. Ma sono più i demeriti di tutti questi progetti o i meriti della Juventus? Ah, nel frattempo la Juve ha giocato due finali di Champions e una semifinale di Europa League.

Noi

Il Napoli 2017/2018 partirà con il secondo progetto più solido, rodato, forte e verificato dell’intera Serie A. Sì, Juventus a parte. Questa mattina, il presidente del Napoli ha confermato una serie di indiscrezioni:

  • L’attuale allenatore, idolo della tifoseria, potrebbe rimanere tutta la carriera a Napoli qualora lo volesse
  • Il centravanti (inventato tatticamente) autore di 30 gol in questa stagione sta per rinnovare il contratto
  • La squadra ha una struttura forte e non ha paura di un eventuale preliminare

Tre conferme sparse di questa solidità. Ha parlato di 50 calciatori in lista per il mercato, lo possiamo “criticare” su questo? Perché il 10 maggio, a campionato ancora in corso, non ha ancora annunciato quattro acquisti per la prossima stagione. Facciamo birdwatching. Chi l’ha fatto?

In questo momento, il Napoli rappresenta la prima (unica?) minaccia alla Juventus per il prossimo scudetto. A meno di clamorosi e faraonici progetti – che si consumeranno solo in estate, per gradire -, nessuno si presenterà al prossimo campionato con il potenziale tecnico a disposizione di Sarri. Juve a parte, ovviamente. Ah, Sarri. L’attuale “miglior allenatore d’Italia” secondo gli allenatori. Allegri è in finale di Champions, i risultati dicono che è il più bravo. Ma anche lui, forse, ha scelto Sarri.

Poi c’è la squadra. Una squadra che pare non verrà indebolita dal prossimo mercato ma che non avrà problemi ad ovviare a situazioni del genere. Della serie: il Napoli ha dimostrato di poter sopperire alla mancanza di uno degli uomini decisivi per la Champions in corso. Ha fatto meglio senza di lui, nel limite delle sue possibilità (Higuain al Napoli non avrebbe giocato sempre contro Juve e Roma che hanno più punti di noi). Ergo, potrebbe fare a meno di un Koulibaly, in caso di addio. Forse anche di un Ghoulam.

Posiamo il binocolo

Abbiamo finito il birdwatching, andiamo in bagno a lavarci le mani. Guardiamoci allo specchio. Guardiamo a noi stessi. I problemi e le critiche di questi giorni, intorno al Napoli:

  • La società che non organizza la festa scudetto (se non il 2 o il 7 luglio, dipende da come finirà il campionato ancora in corso)
  • Il colore della maglia, bianco e mai azzurro
  • Un acquisto del mercato estivo 2016 che non ha reso bene (Maksimovic)
  • Un acquisto del mercato invernale 2017 che non ha reso bene (Pavoletti)
  • La gestione, nella prossima stagione, di due prime punte come Milik e Mertens.
  • Il centro sportivo che non c’è (uno bellissimo ce l’ha il Catania, oggi ai playoff di Lega Pro)
  • Lo stadio che non c’è (chi ce l’ha? Riprendiamo il binocolo. Ah, ok).

Tutto a posto.

Guido Ruotolo, questa mattina, ha scritto questo pezzo: De Laurentiis e gli sfascisti dell’armonia. Probabilmente, ha condensato in un testo più breve tutto quello di cui abbiamo appena parlato. Un nostro lettore, commentando su Facebook l’articolo Sarri-Ferguson, ha scritto:

Per chiarire al tifoso che non vuol comprendere :

  1. Il progetto Napoli è quello di essere competitivi per le prime posizioni infatti con quest’anno saranno otto le partecipazioni alle coppe europee
  2. Tenendo conto che esistono squadre con fatturati (sponsor, diritti tv, capitale proprietario, etc). Essere competitivi significa che prima o poi si può cogliere l’occasione per vincere il campionato (ecco perché Sarri dice che lo scudetto non è programmabile)
  3. Arrivare secondi o terzi non vuol dire fallire perché il calcio inteso come sport e non come business dovrebbe prevedere i meriti degli altri non solo quelli del vincitore infatti in qualsiasi disciplina che sia individuale o di squadra.

Ha usato l’elenco numerato, non puntato come abbiamo fatto noi. Probabilmente è l’unica differenza.

 

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