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Questo Pavoletti non è ancora da Napoli, ma è giusto aspettarlo

Una prestazione anonima, un’aderenza al gioco del Napoli che si percepisce ma non è tangibile. Sarri e De Laurentiis invitano alla pazienza.

Questo Pavoletti non è ancora da Napoli, ma è giusto aspettarlo

Non è ancora il suo tempo

Premessa doverosa: Leonardo Pavoletti va atteso e coccolato nell’attesa. L’ha detto De Laurentiis, l’ha detto Sarri. Le due anime del Napoli, quella dello “sfruttamento della rosa” e quella puramente tecnica, sono (stranamente) d’accordo sul da farsi. Anche la gestione sembra essere quella giusta, al di là di tutto: Chievo-Napoli e Napoli-Crotone, le partite “wild” di questo ciclo terribile che volge alla fine, erano le occasioni buone per lanciare Pavoletti. È stato fatto, il risultato non è stato propriamente incoraggiante. Eppure, la lettura dei fatti non deve cambiare: aspettiamo Pavoletti, non è ancora il suo tempo.

I numeri

Detto questo, gli highlights personali di Napoli-Crotone. Come ha giocato Pavoletti? Secondo Sarri, «ha fatto piuttosto bene quello che doveva fare». Ovviamente, al di là della condizione episodica del gol, il tecnico degli azzurri parla del “giocare di sponda”, “aprire spazi”, “fare a sportellate”, “proteggere il pallone”. Tante diciture dal sapore vagamente retrò che fanno parte del bagaglio tecnico del centravanti. Del centravanti alla Pavoletti.

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Tutte diciture che non sono misurabili coi numeri, se non quelli basic dei passaggi, dei duelli aerei vinti, delle conclusioni tentate. Qui non andiamo proprio benissimo, è l’ennesima conferma di come i numeri fotografino e definiscano la realtà: due conclusioni verso la porta (entrambe fuori), una percentuale di passaggi riuscita dell’81% (la peggiore tra gli undici titolari del Napoli), un duello aereo vinto su tre tentativi, un cross ribattuto da un difensore. Tutto qui. È il racconto in cifre di una prestazione scarna, anonima.

Adattamento fermo

Mertens, entrato al suo posto, aveva un senso: difesa del Crotone “stanca”, possibilità di allungare i centrali e gestire il possesso veloce con una maggior cifra tecnica. Lettura perfetta di Sarri, due a zero e subito tre. Più altre tre/quattro occasioni nitide o meno nitide nel finale, con gli avversari già in viaggio mentale verso la Calabria. In qualche modo, la buona prestazione del belga ha favorito per scolorire ancora di più la partita dell’ex centravanti del Genoa. Per buttare legna nel camino delle critiche.

Come dire: stavolta i tifosi “lamentosi” non hanno proprio torto. Pavoletti non ha giocato una buona partita, pur essendo funzionale al gioco del Napoli. La sua presenza – concetto che racchiude tutte quelle cose che abbiamo  scritto sopra – si è sentita, è stata d’aiuto nella gestione di alcuni palloni. Ma è veramente troppo poco per poter pensare che questo calciatore, questo Pavoletti, sia un futuro membro potenziale della rosa del Napoli. 

Notare bene: abbiamo scritto questo, e intendiamo il calciatore che stiamo vedendo adesso. In queste partite, che poi l’abbiamo sempre guardato con una certa attenzione. Dopo Napoli-Fiorentina, la prima da titolare, scrivemmo che i suoi errori nascondevano un’aderenza al gioco del Napoli. Lo eleggevano ad alternativa giusta. Dopo la partita col Chievo, nelle nostre pagelle, sottolineammo il suo scarso dinamismo. Ecco, la sensazione è che siamo ancora fermi lì. Che l’adattamento si sia arrestato, ed è una “colpa” da attribuire anche allo scarso utilizzo. Al fatto che un calciatore così, per rientrare in forma e poter giocare, deve fare una cosa sola: giocare.

Aspettarlo significa poterlo valutare davvero

Torniamo al punto di partenza. Aspettiamo, valutiamo. Perché questo Pavoletti non è cosa, ma il ricordo di quello che Pavoletti è stato a Genova (e dunque potrebbe essere a Napoli) deve garantire al livornese almeno il debito formativo. Poi l’esame di riparazione. Nel frattanto, il beneficio del dubbio. Perché l’investimento è stato importante ed è stato richiesto, ha colmato (potenzialmente) una carenza dell’organico del Napoli. però, non ha ancora mostrato le sue reali possibilità di offrire guadagno, in termini di gol. E il fatto che Pavoletti sia un calciatore adatto a giocare nel Napoli è un concetto presunto, non ancora verificato perbene. Potrebbe essere, e allora ci tocca aspettare.

L’unica rabbia vera, l’unica cosa che deve farci incazzare un po’, riguarda quel gol di testa fallito. Non è tutta colpa sua, l’intervento maldestro del difensore del Crotone gli toglie il riferimento dello spazio. Pensateci, però, a cosa e come sarebbe stato Pavoletti dopo quel gol. A cosa e come sarebbe stato questo articolo, alla celebrazione di un gol di testa di un attaccante del Napoli. Pavoletti era quello che serviva, era lui l’uomo giusto, avete visto, ora deve giocare sempre titolare. È la bellezza sottile e crudele del calcio, sono questi giudizi sommari che tengono conto solo del risultato. E che, al di là di tutto, dovrebbero farci riflettere sulla nostra fretta di bocciare, esaltare o aspettare un calciatore a un’altra verifica. Ecco, questa probabilmente è una strada quasi sempre giusta. Soprattutto quando il tempo non gli è ancora bastato.

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