ilNapolista

La difesa di Agnelli e Juventus: «Noi vittime di un’estorsione, accordi con gli ultras per paura»

Il Corriere della Sera riporta la memoria difensiva per il processo sportivo. Il club chiede l’archiviazione: “Non siamo collusi”.

La difesa di Agnelli e Juventus: «Noi vittime di un’estorsione, accordi con gli ultras per paura»

Sul Corriere della Sera

In questi giorni il Napolista sta raccontando nel dettaglio la natura del processo sportivo alla Juventus e anche i motivi per cui la Procira di Torino ha deciso di non indagare Andrea Agnelli nel processo “Alto Piemonte”. Spesso anticipando temi che poi dopo qualche giorno abbiamo ritrovato su testate nazionali che in realtà – nonostante Uva abbia parlato di processo mediatico – hanno scritto pochissimo del tema.

Oggi il Corriere della Sera dedica un articolo all’argomento e riporta la memoria difensiva che Andrea Agnelli e la Juventus hanno preparato e presentato alla Procura federale. La Juventus si dichiara vittima del mondo ultras e non collusa né «di aver favorito l’osmosi tra mondo ultras e criminalità organizzata». Il quotidiano di via Solferino anticipa stralci della difesa redatta dagli avvocati Luigi Chiappero e Maria Turco, difesa che chiede alla Procura federale di archiviare il caso.

“Accordi per paura”

«Lo spessore criminale dei capi ultrà, interlocutori obbligati della società, ha determinato nei dipendenti deputati a trattare con costoro uno stato di soggezione che la relazione della Procura, pur conoscendola, ha finito col sottovalutare». Insomma, la Juventus mete nero su bianco che ha accordato la gestione dei biglietti agli ultras per paura. Come, fondamentalmente, aveva scritto qualche giorno fa Guido Ruotolo sul Napolista.

“Non volevamo guadagnarci”

Prosegue il Corriere della Sera nella citazione di stralci della memoria difensiva: «l’avere voluto indagare, sostituendosi alla magistratura ordinaria, ha condotto gli estensori della relazione a commettere un gravissimo errore, la vittima di indebite pressioni è diventata artefice e complice del giro di facili guadagni derivanti dal bagarinaggio. Non è così». «Non è vero – prosegue la Juventus – che abbiamo emesso più biglietti per interessi economici».

La memoria difensiva cita i carabinieri

Il club bianconero cita i carabinieri di Torino che hanno evidenziato la natura estorsiva del rapporto. “Le concessioni – è scritto nel rapporto – sono il frutto della necessità di mantenere un ordine pubblico che è sempre stato gestito in collaborazione con le forze dell’ordine».

L’intercettazione che manca

Infine la Juventus cita un’intercettazione dimenticata dalla Procura federale, quella del 26 ottobre 2014 in cui il collaboratore di Agnelli, Alessandro D’Angelo, riferì a una terza persona di aver ricevuto pressioni per dare spazio a “una coopeartiva in cambio di tranquillità” ma il presidente della Juventus si sarebbe opposto.

Nessun riferimento alla canea mediatica montata – o meglio, che hanno tentato di montare – sulla presunta intercettazione fantasma. La Juventus sa bene che è un falso problema, probabilmente lo hanno compreso anche i parlamentari tifosi e gli opinion leader bianconeri che in questi giorni hanno cercato in ogni modo di travisare la realtà.

ilnapolista © riproduzione riservata