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È mortificante parlare di cazzimma dopo Real Madrid-Napoli

De Laurentiis fuori luogo. Serve più rispetto per quanto si è costruito in questi anni. Bisogna crescere, imparare a comunicare. Come sta facendo Sarri.

È mortificante parlare di cazzimma dopo Real Madrid-Napoli

Due partite

Ci sono due Real Madrid-Napoli da commentare. La partita che si è giocata in campo e che si è conclusa 3-1 per i campioni d’Europa e del mondo. E quella che Aurelio De Laurentiis ha condotto in solitudine ai microfoni di Mediaset Premium. E che ha preso il sopravvento sulla prima. Non sappiamo se in un accesso di autolesionismo, oppure di presunta scaltrezza mediatica. Al momento, la prima ipotesi appare decisamente maggioritaria, anche se va detto che le parole di De Laurentiis sono più o meno sovrapponibili all’analisi tattica di Mario Sconcerti e non distanti da quella di Gianni Mura.

Il giorno dopo il 3-1, colpiscono le analisi dei due opinionisti così come alcuni commenti dei tifosi del Napoli. Può fare piacere che il 3-1 in casa del Madrid sia considerato un passo indietro. Fa anche sorridere. Probabilmente – avviene spesso dalle nostre parti – si scambia il futbol bailado con le partite che contano.

È come giudicare un tennista dalla qualità del suo palleggio, per poi sorprendersi che in partita soffra di braccino e mal di pancia. O dello campione di sci che può fallire la prima manche ma nella seconda non sbaglia nulla. Insomma, spiace essere bruschi, ma siamo all’abc della cultura sportiva.

Il Bernabeu, Maradona, la stampa spagnola

Pensare di andare al Bernabeu e dettare legge è un canovaccio efficace per i cartoni animati, per i sogni che i tifosi hanno probabilmente cullato nella notte madrilena tra il martedì e il mercoledì. Fa sorridere pensare che sarebbero bastate due paroline di Maradona – uno che col Napoli, in questo stadio, senza pubblico, ha preso due gol e non l’ha mai presa – per invertire rapporti di forza che sono l’essenza del calcio.

Se dobbiamo spiegare che cos’è il Real Madrid e che cos’è il Napoli, andiamo a giocare a tressette ncopp’a votte. Se ne sono lette e ascoltate di ogni. La serata di ieri ha smentito persino la panzana della freddezza del pubblico del Bernabeu. Hanno tifato novanta minuti. Non come il pubblico di Dortmund, ma si sono fatti sentire. Anche sullo 0-1.

Questa mattina, come abbiamo scritto, i quotidiani spagnoli hanno speso parole di elogio per il Napoli. Hanno definito gli azzurri una squadra lontana dallo stereotipo del calcio italiano. Addirittura c’è un paragone tra Sarri e Klopp. Ora, sapete che noi abbiamo più volte criticato Sarri. Quando c’era da criticarlo, perché la venerazione di Sarri – ovviamente in chiave anti De Laurentiis – è un altro aspetto dei limiti dell’ambiente azzurro. Sarri ha commesso i suoi errori, anche gravi, soprattutto all’inizio della stagione.

Bravo Sarri

Ma è francamente difficile imputargli qualcosa per la serata al Bernabeu. Ha invece mostrato coraggio dall’inizio alla fine, e non ha sbagliato nulla nelle sue dichiarazioni. Ha dato prova di una crescita personale, di maturità. Si vede che sta lavorando su alcuni aspetti che non erano all’altezza del suo patrimonio tecnico. Sta migliorando. È un aspetto che viene sottovalutato.

Sarri ha compiuto anche un’analisi critica della partita. E ha, a nostro avviso, peccato di ingenuità quando ha riconosciuto che il Real Madrid ha giocato la miglior partita degli ultimi tre mesi. È normale. Sarebbe stato assurdo il contrario. Quando arriva l’appuntamento importante, le grandi squadre si fregano le mani. È la storia del mondo. Per i campioni l’adrenalina è ossigeno, non fa venire il mal di pancia. Si può rimediare una brutta figura a Pamplona, ma poi in Champions si gioca. Anche con umiltà, come ha fatto il Madrid ieri sera.

Errore di tempismo

Non sappiamo quale fosse l’obiettivo di De Laurentiis. Se è solo incappato in un – purtroppo ricorrente – autogol comunicativo, c’è poco da dire. Avrà tempo per correggere il tiro. L’allusione alla presunta prestazione deludente di Mertens, che quest’anno ha segnato un gol in meno di Cristiano Ronaldo, è lunare.

Ma se l’obiettivo era davvero cercare di mettere in cattiva luce Sarri, magari per una controversia di natura contrattuale, possiamo dire che è completamente fallito. Criticare l’allenatore, o alludere a critiche all’allenatore che ha perso 3-1 a Madrid, vuol dire tributargli il migliore dei complimenti. Vuol dire ritenerlo all’altezza di guidare il Napoli alla conquista del Bernabeu. Vaste programme.

Rendersi conto

Tornando sulla terra, il Napoli può certamente riflettere sull’analisi critica della partita descritta a caldo, ma con molta lucidità, da Sarri. Ma deve essere solo che soddisfatto di sé e della propria prestazione. In un turno di Champions in cui il Barcellona ne ha presi quattro (dal Psg) e l’Arsenal cinque (dal Bayern), il Napoli ha ancora la possibilità di giocarsi la qualificazione al San Paolo tra due settimane. Con la consapevolezza, ovviamente, che sarà difficilissimo segnare due gol senza subirne alcuno, oppure tre subendone uno.

Stiamo ragionando nell’ottica di segnare due o tre gol al Real Madrid. Rendiamocene conto. Probabilmente dovremmo guardare di più il calcio che conta. Dovremmo non innamorarci della presunta perfezione estetica. Il calcio, lo sport (anche il curling) esiste solo quando c’è qualcosa in palio. Il resto è fuffa spinta. È il nulla.

Crescere, tutti

Il Napoli deve decidere che cosa fare da grande. Vuole proseguire nel processo di crescita, o continuare con questi stop&go che illudono e poi deprimono? Davvero vogliamo rifugiarci ancora nel dibattito sulla cazzimma? È mortificante per una squadra che è tornata a giocare gli ottavi di Champions dopo cinque anni e che ha lasciato un buon ricordo di sé in uno dei templi del calcio.

Questo processo di crescita deve riguardare anche De Laurentiis. Lo abbiamo difeso. Difeso poi, ci limitiamo a evidenziare gli enormi pregi di un imprenditore che ha portato il Napoli a livelli mai vissuti, fatta eccezione l’epoca di Maradona. Senza di lui, non abbiamo mai vinto, non siamo mai stati niente, al punto che facciamo di tutto per trasformarlo in San Gennaro. Ci affidiamo ai presunti poteri taumaturgici di un signore che purtroppo a calcio non gioca più. Il perenne maradonismo rende ancora più evidenti i meriti di De Laurentiis. Il suo è di gran lunga il miglior Napoli di sempre escluso Maradona. Non c’è nemmeno da ricordarlo.

Però anche lui deve compiere un salto di qualità. Bisogna imparare a comunicare. Anche a gestire delicate vicende contrattuali. Ieri sera c’era solo da incassare i complimenti. Poi, con garbo, si poteva anche dire che il Napoli ha la presunzione di credere di poter fare di più. Lo ha detto anche Sarri. Noi non siamo d’accordo, ma poco importa. Non siamo d’accordo perché il calcio non è Bologna-Napoli 1-7. La partita col Real vale dieci Bologna-Napoli.

Bisogna avere più amor proprio. Più rispetto per quel che si è costruito. Il Napoli funziona, a un livello medio-alto, da anni. Con Mazzarri. Con Benitez. Con Sarri. È la seconda squadra italiana nel ranking europeo. Non si può sbracare. O comunque sarebbe opportuno provare a farlo il meno possibile.

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