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Lo Spezia ci ha detto che Rog, Giaccherini e Maksimovic non sono ancora pronti

L’analisi del match di Coppa Italia contro lo Spezia, un avversario più complicato di quello che si pensasse. Da completare l’inserimento dei nuovi acquisti.

Lo Spezia ci ha detto che Rog, Giaccherini e Maksimovic non sono ancora pronti

Una partita strana (per forza)

Napoli-Spezia non poteva essere una partita normale. La sensazione è diventata realtà verificata dopo due minuti, quando Zielinski ha semplicemente puntato la porta. E, altrettanto semplicemente, ha fatto gol. Scambio con Insigne, corsa in diagonale e tiro a giro sul secondo palo. Difficile analizzare tatticamente una situazione del genere. Semplicemente, Insigne e Zielinski hanno duettato bene e il polacco ha corso troppo forte e troppo bene perché qualcuno potesse fermarlo. Superiorità tecnica, che prescinde da qualsiasi analisi numerica.

Dopo il gol, è iniziata la vera partita. Che ha visto un Napoli interessato a dominare il gioco attraverso il possesso palla. Nulla di diverso rispetto al solito, forse addirittura un’esasperazione a rilento. La squadra di Sarri, infatti, ha pressato molto di meno rispetto al solito: alla fine della partita, infatti, i ragazzi di Di Carlo avranno recuperato più palloni nella metà campo avversaria rispetto agli azzurri (neri). Addirittura 4 contro zero. Certo, non è facile recuperare il possesso quando questo è sempre (o quasi) tuo, roba da 80% nel primo tempo e 63% finale. Ma è vero pure che il Napoli riesce a rendersi pericoloso soprattutto quando sa essere aggressivo sui portatori di palla avversari. Quando compatta le linee, quindi la squadra e quindi il pressing. Ieri, questo non è avvenuto. Oppure, è avvenuto di meno.

Quindi, una partita che doveva essere strana per forza (troppo elevata la differenza di valore assoluto) è diventata ancora più strana dopo il gol immediato, e a causa di questo atteggiamento non proprio grintoso del Napoli. Che si estrinsecava in un recupero palla non velocissimo e in una certa mancanza di cattiveria sottoporta. Il gol fallito da Insigne dopo splendida combinazione con Gabbiadini è un esempio perfetto. Di grande calcio studiato, applicato ma non concluso per mancanza di concentrazione.

Al di là della splendida combo movimento-giocata di Gabbiadini, da notare la perfetta disposizione dei tre centrocampisti rispetto ai tre attaccanti. Tridente che si incrocia, squadra spostata sul lato sinistro e le due mezzali in supporto per la seconda palla o ad appoggiare la conclusione da fuori. Lezioni di 4-3-3

La mancanza di aggressività del Napoli è ben visibile sul gol dello Spezia. Che, comunque, non è un caso isolato. Le conclusioni concesse ai liguri, ieri sera, sono state addirittura 10. Certo, non tutte nascono da azioni manovrate. Lo stesso gol è figlio di uno scompenso gestito male dal Napoli e da una doppia circostanza fortuita, l’uscita di pugno non controllata di Rafael e la deviazione di Albiol. Il problema, però, si verifica prima.

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Sequenza di frame prima del gol dello Spezia. Maggio ha attaccato la fascia, poi resta troppo in avanti per la stanchezza dello scatto. Rog si lascia attrarre dal pressing alto, Giaccherini non effettua copertura preventiva e quindi la catena di destra è completamente saltata. La conseguenza nella seconda immagine: Diawara accorcia ma poi non è aggressivo sull’avversario, gli spazi tra i reparti sono ampi e lo Spezia attacca l’area con due giocatori più un terzo che arriverà da dietro, a rimorchio. Ci saranno altre coincidenze fortuite, come detto, ma lo scompenso nasce molto prima. Ed è un misto di ingenuità e mancanza della giusta aggressività.

Rog (e Diawara)

Le due peggiori interpretazioni sull’azione del gol dello Spezia sono dei due calciatori che hanno giocato meno bene lungo tutto l’arco della partita. E sono Marko Rog e Amadou Diawara. Ovviamente, parliamo di un’analisi tattica e non tecnica. Anche perché, non solo per la splendida giocata sul gol di Gabbiadini, stiamo avendo a che fare con due talenti puri. Che sarebbe da folli, oltreché ingiusto e ingeneroso, giudicare male o solo in relazione al match di ieri sera. In cui hanno perso 5 e 7 palloni a testa, quote record per il Napoli. Diawara ne ha recuperati 6, Rog nessuno. Un’altra differenza, un’altra spiegazione del perché il guineano abbia (già) giocato con il Napoli, mentre il croato è ancora in lista d’attesa. Due calciatori giovani, acerbi, dal grandissimo potenziale. Che, però, non sono ancora perfettamente calati nel contesto tattico disegnato da Sarri.

Applausi allo Spezia

Nell’ultima parte di entrambe le frazioni di gioco, quando si è prima esaltato e poi spogliato dell’ansia da risultato, lo Spezia ha fatto vedere le proprie cose migliori. Delle buone cose, tra l’altro. Al di là di una disposizione tattica accorta, la squadra di Di Carlo ha messo in mostra un atteggiamento difensivo ma non passivo, esplicato con una posizione alta in campo (baricentro a 46 m, solo 6 in meno rispetto ai 52 del Napoli) e una propensione all’applicazione di schemi consolidati. Ovviamente, parliamo di movimenti diversi da quelli del Napoli: lanci lunghi (27 a 5 in favore dei liguri), utilizzo della zona centrale (il 42% delle azioni nascono dal corridoio di mezzo) e conclusioni dalla media e lunga distanza (7 su 10). Sotto, il posizionamento medio delle due squadre in fase difensiva. Non c’è grandissima differenza.

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Conclusioni

Alla luce della buona personalità dello Spezia, il risultato deve far sorridere molto più della prestazione. Più che della prestazione in senso stretto, intendiamo però i riscontri dei calciatori “chiamati” a dare delle risposte. Ci riferiamo a Rog, di cui avevamo già parlato. In misura minore, di Giaccherini e Maksimovic. Il primo, (splendido) gol a parte, non ha offerto una grandissima prova. 4 palloni persi, 2 recuperati e 2 conclusioni verso la porta. Meglio nella seconda parte della ripresa, a sinistra, in quello che lui ha definito «il suo ruolo naturale».

Il difensore serbo, invece, si è mosso meglio rispetto ad altre esibizioni. 3 palle recuperate (come tutti i suoi compagni di difesa, curiosamente), e un buon lavoro in uscita palla. Diverso, però, da quelle che sono le classiche consegne sarriane. L’ex Torino, infatti, si caratterizza per una prima giocata meno veloce e più orientata al possesso, alla progressione palla al piede. Un tipico atteggiamento da difesa a tre, da chi sa che alle spalle ha sempre due compagni pronti a coprire preventivamente lo spazio. Forse, uno di quei meccanismi che Sarri sta pian piano eliminando dal background del serbo. Che ha grandi margini, ma deve ancora entrare perfettamente in questo Napoli. Come Rog, come Giaccherini. Come ha (quasi) fatto Diawara. Insomma, non è un caso che questi signori stiano ancora in panchina. Ce ne siamo accorti ieri sera.

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