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«Il Napoli sta lavorando in modo da non avere cali da qui a fine anno»

Intervista al preparatore atletico Bartali, ex Zenit e Sampdoria sul cosiddetto “richiamo di preparazione”. Cos’è, in cosa consiste. E, soprattutto, a cosa serve.

«Il Napoli sta lavorando in modo da non avere cali da qui a fine anno»

Cos’è il “richiamo di preparazione”

Avevamo contattato Alberto Bartali già in un’altra occasione, a ottobre scorso. Atalanta-Napoli 1-0 fu l‘occasione per chiedergli quanto contasse il turnover a inizio anno, qual era il rapporto tra stanchezza fisica e la preparazione fisico. Bartali si occupa proprio di questo, ai massimi livelli. Ha lavorato con Catania, Sampdoria, Zenit San Pietroburgo, ha fatto la Champions con Spalletti. Sa di cosa parliamo, insomma: è un preparatore atletico qualificato, e tanto dovrebbe bastare.

La nostra curiosità, questa volta, si è spostata sul cosiddetto richiamo di preparazione. Una locuzione che sentiamo accostare al Napoli negli ultimi giorni. Di cui, tra le righe, ha parlato anche Sarri nelle prime intervista del 2017. «Abbiamo aumentato i carichi, abbiamo lavorato tanto. Forse troppo». Le parole del tecnico toscano ci ronzavano nella mente, allora abbiamo deciso di capirne di più. E, per una volta, il dire comune non si sposta troppo dalla realtà.

La stagione in due tronconi

Alberto Bartali, in prima istanza, decide di chiarire e spiegare il lessico. «Non mi sembra corretto definirlo richiamo di preparazione. Anche perché, conoscendo il lavoro dello staff del Napoli, mi viene da pensare che sia una decisione pianificata, presa in tempi non sospetti. Interpretando le parole del tecnico partenopeo, probabilmente l’idea è stata quella di dividere la preparazione “classica” in due tronconi veri e propri: quello estivo e quello invernale. Il primo viene fatto affinché si possano avere da subito buone prestazioni, magari riducendo un po’ i carichi durante la fase iniziale del ritiro. La seconda fase è un modo per riallacciare il discorso interrotto in estate, e consiste nell’impostare lavoro di nuovo ad alta intensità per prepararsi alla seconda e decisiva fase della stagione».

Quali possono essere i risultati di questa particolare scelta: «L’idea, ovviamente, è in funzione dei risultati: evitare i cali da qui fino a primavera, mantenere alte le prestazioni per la seconda parte della stagione. Le parole di Sarri sui carichi servono in qualche modo a “giustificare” le partenze non proprio eccellenti, non di grande sprint, che il Napoli sta mostrando in questi primi match del 2016. Ecco, iniziare in un modo insolitamente slow certe partite fa parte di questo percorso: è una conseguenza di un lavoro supplementare. In seguito, la squadra raccoglierà i frutti di questo sforzo».

Evitare gli errori del passato

Quindi, la leggenda della stanchezza post-natalizia è una verità. Una situazione verificata e verificabile nella realtà. Il Napoli di oggi, non proprio brillantissimo (soprattutto in apertura di partita), è una scelta precisa dello staff tecnico. È figlio della necessità di gestire le forze, dello scrupolo di presentarsi al meglio alla fase decisiva della stagione. Il Real Madrid, ma non solo: tutto quello che verrà dopo. La «primavera» di Alberto Bartali non si ferma al Bernabeu o al 15 marzo, giorno del match di ritorno. Che poi, il 15 marzo non è nemmeno ancora primavera. Il discorso va oltre, prosegue, scende fino a maggio. Non a caso, il periodo in cui il primo Napoli di Sarri mostrò le sue difficoltà (soprattutto in trasferta). A Udine, Milano e Roma gli azzurri persero i nove punti decisivi per lo scudetto. Il match in Friuli si giocò il 3 aprile. 

Il tipo di lavoro

Oltre al “senso” di questa scelta, abbiamo voluto sapere altro. Abbiamo chiesto, per esempio, quale tipo di lavoro viene effettuato in periodi come questi. In cosa consiste questa seconda parte (non richiamo, of course) di preparazione. Bartali ha risposto con un elogio allo staff di preparatori del Napoli. «I carichi descritti da Sarri non devono essere interpretati come una serie di esercizi fisici e basta. Tutt’altro: lo staff del Napoli avrà sicuramente affiancato tantissimo lavoro col pallone a un aumento di quello atletico. La parola chiave è intensità. Le doppie sedute del Napoli avranno contabilizzato tutte e due le tipologie di preparazione, aumentando appunto l’intensità dei carichi per poter essere brillanti fino a fine stagione. Del resto, da un gruppo di lavoro così preparato, attento e moderno non potevamo aspettarci diversamente».

La fiducia di Bartali deve essere pure la nostra. Quella di analisti, quella di tifosi. Il Napoli visto contro Samp, Spezia e Pescara sta lavorando (tanto, di più) per offrire la versione migliore di se.  Un po’ quello che tutti vogliamo. Che tutti ci auguriamo.

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