Sarri è il protagonista della vittoria del Napoli sul Benfica. Anche nel dopopartita, con le sue frasi per quei due gol subiti.
C’è tanto, tantissimo di Maurizio Sarri in questa serata così bella, così perfetta. E tutto questo Sarri è talmente bello che non ci resti nemmeno male a guardarti il servizio sulla Premium Cam di Mediaset, che racconta la serata del tecnico e parla solo di sigarette e tiri e fumo. La solita retorica, ma a noi non può fregare di meno: continuate così, che guardate dove siamo arrivati.
C’è tanto di Maurizio Sarri perché le immagini di questo servizio, al di là del commento scontato del giornalista, ci mostrano un tecnico che, come dice Paolo Rossi in studio, «si comporta come se il Napoli avesse perso la partita». Invece, paradosso, il Napoli ha vinto la sua partita proprio perché per Sarri quello che si è visto stasera è importante ma rischia di scolorire rispetto a quei venti minuti di follia. È proprio questo atteggiamento a far grande Sarri, e lo scrive uno che per Benitez stravedeva e stravede. Su un sito che, lo sapete, non ha bisogno di schierarsi quando si parla del tecnico spagnolo.
Comunque, torniamo a Sarri. Alla bellezza di quanto creato sul campo e a quanti di altrettanto bello fatto vedere fuori, subito dopo, con dichiarazioni che sono un manifesto. Per chi scrive, la più bella è quella su Insigne e Mertens. Ma ne parliamo dopo. C’è quella sul giramento di coglioni, lui l’ha detta incompleta senza rivelare la parte anatomica, sul fatto che i giocatori stasera sarebbero dovuti tornare a casa ripensando a quei venti minuti. Quell’altra sulla crescita della squadra, che ben vengano questi due gol subiti quando ne hai fatti quattro e quindi puoi apprendere senza ansia. Questa, forse, è roba da stampare cubitale e mettere in giro: “Se facciamo quattro gol, non è detto che dobbiamo subirne due. Ma se questi due li subiamo proprio in questa occasione, meglio così che possiamo imparare nel momento migliore”. Geniale. C’è poi il discorso sulle alternative, su Giaccherini che sarà importantissimo e su Maksimovic che ha anticipato l’esordio di due giorni. Piano piano, tutti dentro. È il suo pensiero, il suo modo di fare. Non si può dire non stia funzionando.
Poi, come detto, la roba su Insigne e Mertens. Che è un po’ l’esegesi di questa squadra, ne spiega i rapporti e le caratteristiche: gruppo unito, i due concorrenti per la stessa maglia che si abbracciano per un gol bellissimo di uno di loro. Un gol che, potenzialmente, potrebbe togliere ancora più spazio a Insigne che viene festeggiato da Insigne. Con una corsa infinita, un abbraccio, un sorriso, qualche secondo in più guancia a guancia con Mertens per fargli ancora un complimento. Che vale doppio, perché anche Insigne sa battere le punizioni. Ieri, in conferenza stampa, Jorginho ha detto che il Napoli, con Sarri, si diverte. Ecco, questa cosa lo conferma: è molto difficile divertirsi quando i rapporti non sono perfetti, equilibrati, giusti anche quando sono a rischio.
Di certo, con Sarri ci divertiamo pure noi. Con la sua squadra, che è uno spettacolo puro da veder esprimere. E con lui, che non lesina momenti bellissimi in panchina. Ecco a cosa serviva la premium cam, oltreché a parlare di sigarette: c’è Sarri con il taccuino in mano che viene travolto da Calzona e Giuntoli dopo il gol di Hamsik e un urlo da bambino dell’asilo, con le braccia scoordinate verso l’alto; c’è Sarri che alza di nuovo le braccia sulla punizione sublime di Mertens, un’esultanza appena accennata per gli altri due gol. E c’è l’immagine di un uomo che cerca di sfasciare il campo e una panchina con le mani dopo due gol degli avversari. Un colpo a due pugni al terreno di gioco, un colpo al seggiolino, un colpo al plexiglass. E soprattutto il più grande dei sacrilegi, la più inattesa delle profanazioni: la giacca della sua tuta buttata via, con forza e rancore. È un’immagine emblematica, che racconta del perfezionista tradito che poi sa in qualche modo ripresentarsi con una certa dose di calma ai microfoni. Il Napolista l’aveva scritto dopo la conferenza stampa di presentazione: ieri e oggi, questo è il Sarri che ci piace. Ebbene, è proprio così.