Una giornata di subbuteo al Museo Archeologico Nazionale di Napoli diretto da Paolo Giulierini. Un pomeriggio dedicata al calcio in miniatura tra le statue, organizzata dal Mann appunto, in collaborazione col Napolista, la Fisct (Federazione Italiana Sportiva Calcio Tavolo) e l’Old Subbuteo Club Rudy Krol.
L’appuntamento nasce dall’idea di far conoscere e avvicinare i ragazzi il subbuteo, uno sport, un passatempo che potremmo definire d’altri tempi, lontano dalle tecnologie dei videogiochi e della Play Station. Un gioco old style che spesso i più giovani ignorano, rapiti dalla rapidità delle moderne app, ma che ha tutte le carte in regola appassionare e coinvolgere al pari di una vera partita di calcio.
Il mito del calcio in miniatura iniziò quasi per caso, negli anni Quaranta, a Tunbridge Wells nella contea del Kent. Peter Adolph era un impiegato con la passione per l’ornitologia. Capì che gli inglesi avevano voglia di mettersi alle spalle le tristezze della guerra e pensò di adattare il gioco del calcio alla dimensione di una stanza. Sfruttando l’idea di qualcun altro (che purtroppo per lui si era dimenticato di brevettare), inventò il Subbuteo cui diede appunto il nome di un uccello: il falco lodolaio. Nell’agosto del ’46 pubblicò un annuncio su un giornale per ragazzi e arrivarono copiosi gli ordini. All’inizio gli omini erano figure bidimensionali di cartone e ogni giocatore se le assemblava da solo ritagliandole e infilandole sulle basette, tracciandosi perfino il campo (con un gessetto provvidenzialmente contenuto nella confezione) su vecchie coperte militari riadattate allo scopo. L’invenzione decisiva di Adolph, che gli permise di sbaragliare definitivamente la concorrenza, fu l’introduzione degli omini di plastica, la famosa serie 00 che vide la luce per la prima volta a Natale del 1961. Sfruttando la scia della vittoria inglese ai mondiali del ’66, il gioco diventò famosissimo riuscendo a varcare i confini europei. In Italia fu Edilio Parodi a comprendere l’affare diventandone il distributore ufficiale. I bambini d’Europa giocavano a Subbuteo. Alla fine dei ’60, Adolph si rese conto che il fenomeno era ormai diventato più grande di lui e della sua fabbrica a dimensione familiare con tanto di lavoratori a domicilio occupati a dipingere a mano le squadre e pagati (male) una sterlina e dieci scellini ogni mille figure. Decise perciò di vendere alla Waddington Ltd, proprietaria di marchi quali Cluedo e Monopoli.
Si scende in campo mercoledì 7 settembre alle ore 15 nel Giardino delle fontane del Museo Archeologico di Napoli, con una breve lezione per chi volesse imparare e poi via alle sfide tra tutti i giovani giocatori che vorranno cimentarsi sul tappeto verde e scoprire un modo nuovo di sfidare gli amici e segnare, magari con una rovesciata.
Per prenotarsi telefonare al n. 0814422273