ilNapolista

L’importanza di Inler per il Leicester. E il tormento per i capelli di Hysaj

Notizie dall’Inghilterra

Un uomo cammina da solo alla periferia di una piccola città inglese. L’uomo è uno svizzero, la città è Leicester, capoluogo del Leicestershire. La squadra di calcio della città è diventata da qualche ora, più o meno incredibilmente o miracolosamente, campione d’Inghilterra. L’uomo si chiama Gökhan Inler ed è un calciatore della rosa, calciatore che nell’arco della trionfale stagione del Leicester ha giocato pochissimi minuti. È quasi l’alba, Inler cammina quasi trascinando i piedi, è stanco, fino a un’ora prima si sentiva felice, ha goduto con i compagni per la vittoria della Premier League; perché – come sappiamo – in una rosa tutti sono importanti, anche quelli che giocano pochissimo, tutti contano. E Inler è stato fondamentale, con i suoi silenzi, i suoi sorrisi, la sua capacità di far gruppo, ad esempio, la bravura di perdere anche a carte, o a scacchi con Vardy per farlo sentire ancora più forte. Fondamentale nel sostenere i compagni nello spogliatoio, l’uomo delle pacche sulle spalle. Il non aver quasi mai giocato gli ha fatto male? Forse, ma Inler è un signore, si è lamentato una sola volta per un paio di minuti poi è tutto finito davanti alla sua Waller Beer; ricordiamolo la birra artigianale (l’ennesima ma per fortuna creata in Inghilterra e non a Treviso o a Mantova o – addirittura – a Napoli) creata dal calciatore svizzero durante il lungo inverno del Leicestershire. Il fondamentale Inler. Ora, però, che le prime luci dell’alba fanno giorno sulle case di Leicester è tempo delle domande. Perché è chiaro che nella notte dell’impresa non puoi non chiederti quanto di quella impresa sia tua, quale minuscola particella di impresa ti appartenga; di chi è il trionfo? Ti spetta la gloria? Un uomo non può definirsi tale se non si pone grandi domande, la storia di queste cose è fatta. Arrivano, intanto, messaggi, tweet, da Napoli, si capisce, ma dalla Svizzera, e due particolarmente cari da Britos e Behrami, amici fraterni. Messaggi da Genova di Dzemaili e Pandev. Questi ultimi quattro messaggi costituiranno l’incipit del prossimo romanzo di Jonathan Coe: “La banda dei brocchi 2”. Le domande sul tempo, sulla vita, su quale sia il proprio posto nel mondo, se restare un altro anno, se andare: un uomo onesto, seppur uallera, riflette. Il sole sorge su Leicester. Inler supera le ultime case della città, ma proprio dopo l’ultima casa incontra un’anziana, tutta vestita di blu, che gli va incontro sorridendo, lo abbraccia, lo bacia, lo ringrazia. Inler è frastornato, non sa che dire, pensa di non meritarsi tutto questo. La donna che dice di chiamarsi Susan capisce la confusione del ragazzo, gli sorride di nuovo. “Vieni da me a bere un tè, ho fatto i biscotti”. Inler la segue docile come un bambino, come nelle favole, come in un gioco. Lo sa che ogni favola è un gioco, è se è vera, come nella canzone, soltanto a metà, qualcosa spetta anche a lui. Va a prendersi un tè, una gioia del mattino, un mattino di maggio.

Napoli – Atalanta

Le cose vanno come devono andare, quindi questo secondo posto si disputerà fino all’ultima giornata, forse è giusto così, non lo so. Sento che il Napoli è più forte della Roma, ribadisco che ha giocato meglio di tutti durante la stagione, però domenica scorsa abbiamo perso proprio a Roma, buttandola un po’ via, cedendo mentalmente – forse – alla fine. La Roma è lì perché ha fatto un grande girone di ritorno, anche fortunato, ma è lì perché lo merita. Facciamo in modo che lì resti, ovvero terza, ovvero ai preliminari ci vadano loro, grazie. Vanno dette – ancora – per forza – due parole su Higuain, perché la sua stagione è fenomenale, e va sottolineato tutte le volte, sempre, perché, se le cose vanno come devono andare, Higuain merita tutto e merita anche di battere il record di Nordahl. I record prima o poi vanno battuti, si sa. Faccio il tifo per Gonzalo. Spendo, anche, due parole per i capelli di Hysaj, faccio finta di non pensarci ma non posso più tacere. Ma davvero a questo ragazzo non possiamo consigliargli un taglio – non dico migliore – ma almeno sopportabile? Io non capisco, ieri sera era veramente tremendo. Le cose vanno come devono andare e Totti smetterà di giocare, quello che è certo che, simpatie o meno, nei nostri ricordi di appassionati di calcio sarà sempre presente. La punizione di ieri è da applausi. Il tunnel di Mertens con cui si libera del difensore dell’Atalanta è strepitoso, il tiro successivo è da jastemma.

Gli appunti del drone Giggino

Due anni fa a Roma qualcuno sparò Ciro Esposito, che morì dopo una lunga agonia 50 giorni dopo. Questo dicono i miei appunti oggi e poi dicono: speriamo che quell’assassino paghi. Mister, fumamm’

Note a margine:

–  Non vorrei essere un tifoso del Tottenham stamattina

–  Vorrei essere un tifoso del Leicester stamattina

–  Non essere contenti per Ranieri è stupido, infatti sono contento per lui

–  Teniamoci il secondo posto

–  #IoStoConSarri dalla prima

ilnapolista © riproduzione riservata