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El Kaddouri è sempre decisivo quando entra, eppure è una vittima tattica del Napoli

El Kaddouri è sempre decisivo quando entra, eppure è una vittima tattica del Napoli

Omar El Kaddouri è un’altra vittima del 4-3-3. Forse, per caratteristiche e (in)adattabilità tattica, è il calciatore che più di tutti si è visto ridurre drasticamente il minutaggio dal passaggio al 4-3-3 operato da Sarri a partire da Napoli-Bruges. Sì, perché la storia dell’ex calciatore del Torino è nota ai più: due anni di prestito ai granata, ufficialmente mezzala e in realtà uomo d’appoggio all’attacco con Ventura, poi il ritorno a Napoli e l’idea di fare cassa con la sua cessione. Stoppata dal tecnico toscano, che in mente ha il 4-3-1-2 con Insigne dietro una coppia d’attacco ed El Kaddouri prima riserva con licenza di sperare nel posto da titolare. 

Poi il passaggio al modulo con il tridente, e gli spazi che si chiudono per il marocchino: troppo offensivo per giocare da mediano in un centrocampo a tre, troppo poco dinamico per essere una reale alternativa agli esterni d’attacco. El Kaddouri si ritrova ad essere un calciatore assolutamente fuori cotnesto, nonostante una crescita vistosa dai primi approcci di Napoli come alternativa (molto alternativa) ad Hamsik come uomo d’appoggio dietro il cannibale Cavani. 

Omar diventa quindi uomo di Europa League e cambio degli ultimi minuti in campionato. Lui, che tiene bene palla e ha pure una discreta ispirazione nell’ultimo passaggio, è l’ideale per dare una scossa offensiva al centrocampo azzurro (magari al posto di Hamsik) o per tenere palla in zona alta con la squadra in vantaggio e in sofferenza. Sarri lo stima, lo utilizza per quanto possibile, ma fa fatica a trovargli una dimensione da titolare. La solita storia del turnover, solo che questa volta ha più ragione l’allenatore: El Kaddouri c’entra poco con il Napoli di Callejon e Insigne, Higuain e Hamsik mezzala. È un peccato, perché il ragazzo ci sa fare. Ci ha saputo fare anche quest’anno, nonostante sia stato utilizzato men che con il contagocce.

I dati

Proprio qui leggiamo quanto Omar El Kaddouri sappia e possa essere un calciatore non solo di livello, ma anche decisivo: 698 minuti giocati in tutte le competizioni, 3 gol e 8 assist vincenti. Ovvero, 11 partecipazioni determinanti a un gol segnato, pari a una ogni 63 minuti. Non si può dire che El Kaddouri sia entrato male nel momento in cui è stato utilizzato, anche in un ruolo non suo. E a questi dati, aggiungiamo pure un grande “se” con il gol fallito da pochi passi contro la Roma, che a conti fatti sarebbe stato determinante per chiudere prima la corsa al secondo posto. 

Solo Higuain, in relazione al rapporto key events/minuti giocati, è stato più determinante di El Kaddouri. Che a questa incisività ha aggiunto 7 occasioni da gol create tramite passagggi chiave, un ottimo 90% nella pass accuracy e pure la miglior percentuale di shot accuracy (in campionato) della squadra dopo Higuain (57% per il Pipita, 56% per El Kaddouri). Certo, c’è differenza tra le 9 conclusioni del marocchino e le 144 del capocannoniere del campionato, ma non è proprio tutta colpa di El Kaddouri. Che ha giocato per 20 partite, sì, ma per un totale di appena 230 minuti di campionato. 

Un altro metro di giudizio leggermente più affidabile, ferma restando l’assoluta inadeguatezza delle squadre affrontate nel gironcino, potrebbe essere l’Europa League: per El Kaddouri, 5 partite da titolare con un gol e 5 assist. Ma soprattutto, con numeri eccellenti per quanto riguarda le statistiche avanzate in campo: una media di 2 conclusioni a partita (ricordiamoci sempre che non parliamo di un attaccante), 2,6 key passes e pure 2.3 dribbling conclusi con successo. Niente male, davvero.

Come si dice a Napoli: El Kaddouri è jucator. Lo ha dimostrato molte volte, tanto che qualcuno gli dedica anche i video su Youtube che di solito si preparano per Cristiano Ronaldo, Messi, Higuain.

Le prospettive

Abbiamo aperto questo pezzo definendo El Kaddouri una vittima del 4-3-3, poi ci siamo ritrovati a scrivere che non è propriamente vero. Che un calciatore, pur se fuori dal contesto tattico per questioni di ruolo, riesce a rendersi comunque utile (finanche decisivo) attraverso l’espressione del suo talento, seppur estemporanea. 

Questi, però, sono discorsi che lasciano il tempo che trovano. El Kaddouri ha una carriera da portare avanti, da far crescere. Le sue prospettive future dipendono quindi, per la stessa percentuale, da quello che il Napoli vorrà fare di lui (la società e il tecnico) e da quello che lui vorrà fare di sé stesso. Perché il Napoli potrebbe anche decidere di tenere in organico El Kaddouri, di conservargli il ruolo di buon sostituto e alternativa tattica. Abbiamo dimostrato che questo El Kaddouri può essere molto utile al Napoli. Però, d’altra parte, potrebbe comunque esserci la volontà del calciatore di tornare protagonista in un’altra squadra che gli dia la possibilità di giocare davvero. Magari pure nel suo ruolo naturale, per quanto indefinito in uno schema classico. 

Sceglieranno insieme, dunque, Omar e la società. Da parte nostra, continuiamo a considerare El Kaddouri come una vittima di un modulo di gioco che non contempla le sue caratteristiche, che non ne esalta le qualità. O che almeno, non riesce a farlo da calciatore titolare. Quindi, pur con tutto il rammarico del mondo, sarebbe più giusto (per lui e per noi) pensare a una cessione oppure a un inserimento in qualche trattativa importante come contropartita tecnica. Anche alla luce di un contratto in scadenza nel 2017 e perché il valore del calciatore, nonostante lo scarso utilizzo da parte di Sarri, resta comunque importante. Per Transfermarkt, la sua valutazione di oggi equivale alla più alta raggiunta in carriera, ed è pari a 4,5 milioni di euro. Realisticamente, siamo intorno ai 5,5-6 in una trattativa singola e ai 3,5 come gettone di scambio per un altro calciatore. Un bel tesoretto da poter sfruttare, pur con il grande rammarico di aver dato via un calciatore in grado di essere determinante e notevolmente migliorato rispetto allo spaurito giovane trequartista di belle speranze arrivato dal Brescia. Una vita fa, e forse anche per questo non c’è più tempo. El Kaddouri merita di lanciarsi, definitivamente. Sfruttiamo pure noi, in qualche modo, la possibilità che qui non possiamo concedergli.

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