ilNapolista

Gabbiadini si è avvicinato al centravanti atipico immaginato da Sarri

Gabbiadini si è avvicinato al centravanti atipico immaginato da Sarri

Paradossalmente, non è facile analizzare una partita finita 6-0. Si potrebbe scrivere, semplicemente, che chi ha vinto ha fatto tutto bene e chi ha perso ha fatto tutto male. Sarebbe una lettura pure pure giusta, ma sicuramente superficiale. Soprattutto quando chi vince, in questo caso il Napoli, arriva alla settima partita stagionale in cui ha segnato almeno cinque gol. Come dire: non è un caso che il Napoli abbia vinto 6-0 contro il Bologna, ieri sera. Ed è giusto cercare di capire perché.

Partiamo innanzitutto da come ci eravamo lasciati. Ovvero, Manolo Gabbiadini. Che ha giocato ancora al posto di Higuain, e che ha completamente ribaltato la partita di Milano, in quanto a contributo realizzativo ma soprattutto a rendimento e partecipazione. I due gol, ok. Ma soprattutto, una padronanza reale del ruolo, dei movimenti e delle posizioni da occupare in campo. Gabbiadini, ieri sera, è stato per il Napoli un vero vice-Higuain. Caratteristiche diverse, certo, ma “presenza” simile in tutte le zone del campo. Basta leggere il suo campetto posizionale per rendersi conto di come questo nuovo Gabbiadini sia stato completamente diverso dal giocatore di nascondino (non) visto a San Siro, stretto nella morsa Miranda-Murillo. Certo, merito (colpa) anche del fatto che gli avversari di ieri si chiamavano Oikonomou e Rossettini, tutta un’altra cosa. Però il movimento a venirsi a prendere la palla sulla trequarti per giocarla e scambiarla con i compagni, à la Higuain, non dipende strettamente dal nome o dal rendimento dei centrali avversari. E stavolta, Gabbiadini l’ha fatto. E l’ha fatto anche molto e molto bene. Eccola qui, la sua partita: in verde i passaggi riusciti, in rosso quelli sbagliati. In giallo, invece, l’unico key pass della sua partita.

Mancano i tiri scoccati verso la porta (5 in tutta la partita), ma su questo vorremmo fare un discorso a parte. Perché più volte, nelle nostre analisi, abbiamo sottolineato le caratteristiche fondamentalmente diverse tra Higuain e Gabbiadini. L’abbiamo scritto anche appena sopra, ma spulciando la cronologia è possibile leggere questa frase, tratta dal pezzo riferito a Napoli-Inter: «L’ex doriano è sicuramente un attaccante diverso rispetto ad Higuain, meno accentratore e più incline a cercare l’inserimento su lancio da dietro o in alternativa il pallone sui piedi per il tiro da fuori area». In pratica, la descrizione delle due occasioni-gol più pericolose costruite da e su Gabbiadini nel corso della partita. Il primo gol su splendida palla da dietro di Mertens e, soprattutto, il tiro di poco fuori al 38esimo minuto, poco dopo il rigore realizzato.

View post on imgur.com

In questi 5 secondi, c’è tutto il Gabbiadini centravanti atipico che Sarri ha sempre avuto in mente. Palla bassa di Callejon sui piedi dell’ex doriano, che fa perno sui difensori per tornare sul suo piede e cercare la porta con la conclusione dalla distanza medio-lunga. Nella autocitazione di cui sopra, abbiamo scritto “da fuori area”, ma il concetto muta poco se non niente. Una giocata bella, importante, ma proprio per questo difficile contro squadre (vedasi l’Inter) con una difesa non solo più organizzata, ma anche e soprattutto più forte nei singoli. Questo Gabbiadini contro questa difesa è stato perfetto come vice-Pipita. In altre situazioni, dove la squadra non gira a dovere e gli avversari sono più difficili da superare, il Napoli denuncia la mancanza di un’alternativa diversa al suo numero nove. E perde tanto in peso offensivo e capacità di rendersi pericoloso. Perché se i 14 (!) tiri in porta di ieri sera sono un’esagerazione legata anche al particolare contesto di una partita dominata (record stagionale del campionato), i 2 di Milano sono indicativi in riferimento a partite più complicate contro una squadra più forte.

L’altro grande protagonista tattico della serata è stato Dries Mertens. Il belga è riuscito a dare quello che serviva ed era un po’ mancato al Napoli delle ultime uscite: l’imprevedibilità. Il periodo di rifiato di Insigne aveva un po’ spento la fiammella della fantasia dal settore di sinistra, recuperata grazie alle giocate, anche abbastanza individualiste, di un Mertens in serata di grazia. Il belga è primo in graduatoria per occasioni create (3, un assist e 2 key passes) e numero di dribbling tentati (4) nella squadra azzurra. E poi, ovviamente, per numero di conclusioni verso la porta di Mirante: in tutto 7, 3 da fuori area e 4 in area. Con 3 gol realizzati, arriviamo a una percentuale realizzativa del 42%. Sotto, i tiri del numero 14 del Napoli: in basso la posizione da cui sono stati scoccati, in alto l’esito riferito alla porta del Bologna.

La buona partita di Mertens ha permesso al Napoli recuperare le sue solite misure nell’utilizzo delle fasce laterali, tutto sbilanciato a sinistra: il 47% delle azioni azzurre è iniziato infatti sull’out mancino, con una rinnovata fliudità negli scambi e nelle sovrapposizioni. Un dato che forse da solo dice poco, e che quindi abbiamo deciso di integrare con la heatmap sugli eventi di tutta la partita della squadra di Sarri. È questa qui sotto, e racconta di come gli azzurri abbiano sfruttato per l’ennesima volta, in maniera intensiva, la zona sinistra del campo.

Il resto dei dati racconta di un dominio vario, nel senso della molteplicità di soluzioni scelte per cercare la via del gol: 19 cross dagli esterni, 710 passaggi ravvicinati con una percentuale di accuratezza dell’89%. Dominio vario, come detto, ma anche sicurezza in difesa: il Napoli ha più palloni recuperati (28 a 26) e meno persi (21 a 27) rispetto alla squadra di Donadoni. Da sottolineare, in questo senso, la prova eccellente del centrocampo in interdizione: i tre mediani azzurri, infatti, mettono insieme 16 palloni rubati agli avversari (5 Allan, 4 Jorginho e addirittura 7 Hamsik). Per lo slovacco, gara di sostanza anche se un po’ imprecisa negli appoggi: come detto è il leader delle palle recuperate, 7, ma ne ha perse altrettante e ha un rapporto non proprio positivo tra palloni giocati (78) e passaggi effettivamente riusciti (83%). Volendo fare i pignoli, ecco una piccola nota negativa: il Napoli è riuscito a portarsi a casa appena il 30% dei duelli aerei. Troppo pochi, forse. Anzi, sicuramente. Però quanti ne bastano per vincere 6-0, evidentemente.

ilnapolista © riproduzione riservata