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Noi psicologi e la sudditanza degli arbitri

Noi psicologi e la sudditanza degli arbitri

I sospetti, nel nostro campionato, ci sono eccome e da lungo tempo. L’episodio Higuain non è altro che il proseguimento di una serie storica pro Juve. Noi psicologi dello sport, sia che ci fossimo occupati di calcio che di altre discipline, abbiamo sempre sostenuto, da tanti anni, nei casi che via via emergevano, l’incidenza, nelle decisioni arbitrali, del fattore “sudditanza psicologica”. Ora questo concetto pare accettato, ma…

L’arbitro è un uomo come tutti e quindi è soggetto, più o meno coscientemente, a soggiacere alle emozioni e tra queste il desiderio di far piacere e di ricevere “protezione” dal potente di turno. Affinché ciò non avvenga o sia limitato, ci vorrebbe una lunga e profonda preparazione psicologica degli arbitri e di chi li dirige. Varie volte il sottoscritto e altri colleghi abbiamo provato a farlo capire alle autorità proponendo di svolgere dei corsi specifici al fine di rendere la prestazione degli arbitri e collaboratori più prossima all’oggettività, riducendo il condizionamento psichico che non li rende liberi ed equi. Ma non si fa nulla e allora l’omissione di ciò e i soliti stage che organizzano per i fischietti subdolamente vanno a rinforzare la strategia, da tenere in latenza, ma pronta all’occorrenza, della lunga mano a chi offre loro più garanzie (soldi, carriere nel pallone e fuori, ecc.). L’altro elemento che influenza enormemente questa psicologia deviata sono i mass media: anche i giornalisti sono subordinati alla sudditanza, essendo la cortigianeria del re.

Ora tornando al caso in questione, dalle immagini tv alle foto, ho notato che il bianconero Bonucci portatosi a contatto fisico con l’arbitro piega la propria testa verso quella dell’arbitro a mo’ di colpo manifestando una specie di aggressione edulcorata, dissimulata. Ma le interpretazioni dei giudici, giornalisti compresi, tra il comportamento di Higuain e Bonucci vengono “naturalmente” estremizzate: violento il primo, un normale reclamo per il secondo.  

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