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A San Giovanni a Teduccio un campo di calcio per sottrarre i bambini alla camorra

A San Giovanni a Teduccio un campo di calcio per sottrarre i bambini alla camorra

«Napoli è una, una sola. Se crediamo e facciamo in modo che non esistano due città, una di serie a e una di serie b, possiamo crescere insieme. Oggi ci siamo riusciti, e guardate che bella giornata di sport e legalità. Stamattina ha piovuto forte, ora c’è il sole. Vuol dire che ce lo siamo davvero meritati».

Anna Riccardi è la presidentessa dell’Associazione “La Famiglia di Maria” di San Giovanni a Teduccio. Oggi nella sede dell’associazione, in via Salvatore Aprea, è stato inaugurato un campetto di calcio a cinque. «Con illuminazione», ci tiene a precisare Anna. Ogni sua parola trasmette l’orgoglio di avercela fatta, nonostante e dopo mille difficoltà. Anche con lo scherzetto del meteo. È riuscita a portare a San Giovanni il sindaco di Napoli Luigi De Magistris e due assessori, quello allo Sport Ciro Borriello e quello alla Politiche Sociali Roberta Gaeta. E ci tiene a raccontare anche questa: «Senza corsie preferenziali, senza essere amici di o parenti di. Abbiamo fatto toc toc al Comune, ci hanno aperti e siamo entrati. E siamo riusciti a mettere su questo campetto e questa giornata. Una struttura e un momento che sono tutti di questa comunità, e che sono stati possibili grazie al supporto delle istituzioni».  

Siamo nel rione Villa, che è come dire la periferia della periferia. Perché San Giovanni a Teduccio, ultimo quartiere di Napoli Est prima di uscire dal comune partenopeo, vive soprattutto sul lungo corso che inizia dopo Via Marina e finisce a Portici. Qui non siamo lontani dal centro ma comunque bisogna entrare dentro. E cercare questo luogo, che però poi è bello trovare. Perché è un’oasi di aggregazione in una zona che è considerata a forte rischio. Anna Riccardi non smentisce le difficoltà, le riconosce, ma sembra avere fiducia. E mentre lo racconta, intorno a lei corrono tanti bambini con indosso le maglie da calcio. Ce n’è una di Insigne, una addirittura di German Denis. Altre portano scritto dietro le spalle: “No alla violenza”. Forse ha ragione ad avere fiducia: «Non ci nascondiamo dietro un dito, sappiamo benissimo che questa è una realtà a rischio. Non c’è bisogno di ripeterlo. Però i bambini non sono difficili, hanno voglia di fare cose belle. Abbiamo cento minori tra i 6 e i 16 anni, e oggi sono tutti qui per la legalità. Perché la camorra si combatte con la pedagogia, e lo sport è soprattutto questo: rispetto delle regole. Oggi, con questo campetto, stiamo dicendo no alla malavita».

Il rifiuto della camorra lo leggi anche nelle squadre che sono iscritte al minitorneo che inaugura l’impianto: la squadra dell’associazione anti-criminalità Libera, quella di ArciScampia. E poi due selezioni dell’associazione Famiglia di Maria, quella del centro polifuzionale e quella dell’educativa territoriale. Due realtà che potranno usufruire di questa nuova struttura, insieme a tutta una comunità. «Gestiremo questo campetto dando la possibilità a tutti di utilizzarlo – spiega ancora Anna Riccardi -. Chiunque vorrà giocare potrà venire da noi, prenotare la propria ora e utilizzarlo a suo piacimento. Ovviamente, ci saranno turni e regole da rispettare. Si potrà giocare anche di pomeriggio, siamo noi ad avere la possibilità di attivare l’impianto luci. Sarà una gestione organizzata, è così che si cerca di fare il meglio per il quartiere. È il nostro piccolo contributo, siamo accanto a una scuola (l’istituto comprensivo “Vittorino da Feltre”, ndr) e vogliamo dare la possibilità a tutti di fare sport e legalità. Che poi sono la stessa cosa».

Dopo l’intervista, Anna Riccardi prende il mircofono e presenta un torneo di calcetto meglio di un’organizzatrice di professione. Il calcio d’inizio è di de Magistris, giocano quattro squadre a rotazione, ci sono ragazzini e ragazzine. Vince sempre una squadra in maglia blu, ma quasi nessuno se ne accorge. Si esulta indifferentemente da chi abbia segnato. Ci sono cartelloni, palloncini, bambini che corrono. Si perde anche un pallone, una bambina ha tirato oltre le grate del cancello. Ma «non fa niente, dopo forse si recupera». Alla fine, tutti premiati e tutti col sorriso. Il modo migliore per finire una giornata di sole quando invece doveva esserci la pioggia. 

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