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Caro Napolista, Rizzoli ha falsato il campionato (come con Turone e Ronaldo): l’indignazione è sacrosanta

Caro Napolista, Rizzoli ha falsato il campionato (come con Turone e Ronaldo): l’indignazione è sacrosanta

In altri tempi, caro Max, avrei condiviso non solo con la testa, ma toto corde, il taglio napolista all’infausto dopo-Rizzoli della domenica delle Palme, a cominciare dal tuo editoriale e a seguire vari articoli in merito (ho letto Franco, Colella, Virgilio). Stavolta, invece, è diverso. Come se si fosse rotto qualcosa anche nell’animo napolista e razionale, ovviamente il mio. Non si tratta di inseguire la dietrologia, fare l’elenco storico dei favoritismi alla Juve chiamandola Rubentus, parlare di buona o cattiva fede, addirittura di scolpire analisi patetiche (un giornalista-opinionista ha sentenziato che gli errori del derby hanno avuto una ripercussione psicologica sul primo tempo del Napoli contro il Genoa) oppure roboanti (un altro giornalista-opinionista: il calcio è morto). E mi risparmio altresì riflessioni sociologiche sul calcio come ultimo recinto dove ritrovare quell’ordine che il caos del mondo ci impedisce. Niente di tutto questo.

Se questa volta non si può fare finta di nulla, la motivazione risiede anche in un sentimento nobile che da qualche anno anima campagne più serie e drammatiche: l’indignazione. Un sentimento che ho ritrovato leggendo anche alcuni commenti qui sul Napolista, da parte di lettori attenti, pacati, intelligenti, tifosi normali come noi, insomma non i soliti haters che infestano il web. I tifosi napoletani hanno il diritto di indignarsi per quanto accaduto domenica. E aggiungo: il dovere di indignarsi. Rizzoli ha falsato il campionato con i suoi due errori e il problema non è fucilarlo o meno, come detto dal capo degli arbitri in difesa della sua categoria. Se poi, Rizzoli, pagherà con una sospensione i suoi errori questo che non può che attenuare l’amarezza.

L’indignazione è un sentimento trasparente e costruttivo se utilizzato con intelligenza. I vertici del calcio e degli arbitri devono capire che domenica si è consumato uno strappo destinato a pesare storicamente, come già accaduto altre volte (il gol di Turone annullato, il rigore non dato a Ronaldo, una finale di Supercoppa a Pechino: mi rifiuto di citare la squadra avvantaggiata). E ti assicuro che tutto questo non sminuisce affatto la grandezza altrettanto storica di quello che ha fatto domenica scorsa il Pipita. Sono due eventi distinti e separati, e la discussione sul primo non esclude la celebrazione di Higuain. A conferma di questo enorme strappo c’è finanche una pagina intera di Tuttosport odierno, che dopo aver gridato contro l’arbitro di Monaco in stile Marotta adesso si aggrappa a Cesari per contrastare tutti i luoghi comuni su arbitri e Juve.

L’indignazione non è un veleno. Aspetteremo la fine del campionato e vedremo se gli errori di Rizzoli avranno pesato sulla classifica. Ma il vizio della memoria, per parafrasare Gherardo Colombo, va sempre coltivato, soprattutto se riguarda le ingiustizie. Da qualche parte ho letto che si vorrebbe organizzare persino una manifestazione al termine del campionato sul Napoli campione dell’onestà. Un’iniziativa un po’ ingenua. Semmai, sarebbe più efficace, alla prossima partita casalinga, una panolada silenziosa con una foto divisa metà: da una parte Bonucci e Rizzoli, dall’altra il secondo gol di Higuain contro il Genoa.

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