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Avete rotto, voi e il fermo immagine di Bonucci. Godiamoci il Napoli e riscopriamo l’ironia

Avete rotto, voi e il fermo immagine di Bonucci. Godiamoci il Napoli e riscopriamo l’ironia

Primati.

Vabbè, dico due, tre cose che risulteranno impopolari qui a Napule nell’anno del Signore 2016. La prima è che ho visto bene, più volte, il video di Bonucci che da la capata all’arbitro. Ebbene, confermando quanto dicevamo ieri su un arbitraggio scandaloso, non c’è stata nessuna capata. Solo un protestare vivace, “stile juve”, accompagnato da un “prendere di faccia”, diciamo così, l’arbitro. Qui a Napoli la chiamiamo “guapparia”. È vero, sono cose che agli juventini perdonano più che agli altri, ma è altresì indubbio che ci sono tifosi napoletani che godrebbero di fronte a reazioni del genere da parte di giocatori della loro squadra (la nostra squadra). Io invece penso che noi dovremmo urlare fino alla noia: noi non siamo così e non vogliamo esserlo (e personalmente ribadisco che a me dispiacque anche l’episodio di Britos dello scorso anno). Il nostro primato deve essere un altro. E, in ogni caso, avete abbondantemente rotto il cazzo – detto con affetto – con questa invasione della mia home con il fermo immagine di questo bulletto. Per quanto egli sia indubbiamente un gran simpaticone, oggi avrei voluto vedere altre immagini, e qui mi fermo.

La seconda cosa che volevo dire è che non è affatto vero che Napoli sia la capitale d’Italia per quanto riguarda il cibo. Ditelo a Pepe. E soprattutto toglietevelo dalla testa voi! I cannoli siciliani, le loro granite con brioche, gli arancini, unitamente al parlato di quella gente, che nelle femmine conduce la faccenda ad un livello di erotismo elevatissimo e, oserei dire, mistico, sono la prova della loro superiorità, in tutto, rispetto al paese e al mondo.

Infine. Il Coso forse non lo vinceremo, ma gli arbitri non c’entrano più di tanto. C’entra invece il modo in cui abbiamo affrontato la gara di Torino. È antipatico dirlo, ma è così. Detto ciò, io continuo a divertirmi assai con questo Napoli e quando vedo una malattia come quella del Pipa di ieri sera mi sento appagato (speriamo di averlo con noi ancora un po’, solo questo dico). Il bel gioco è tutto o quasi. Del resto, lo sanno tutti, a noi ci piace pazzia’. Dal pallone, procedendo a ritroso, al carruociolo, allo strummolo a piripicchio. Con l’ironia smussiamo i conflitti, una parolella e risolviamo tante situazioni. E, qui, stavolta, non è retorica. Basta fermarsi ad un bar e fare quattro chiacchiere col barista. O anche trovarsi in un ospedale e sentire una vecchina ricoverata parlare dei suoi figli, in maniera amorevole e disincantata ad un tempo. È esercizio del distacco, filosofia, elasticità, rispetto di ogni condizione umana. Forse è lì il nostro unico vero primato.

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