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Koulibaly può diventare il primo difensore top player del Napoli di De Laurentiis

Koulibaly può diventare il primo difensore top player del Napoli di De Laurentiis
foto Mosca

Transfermarkt.it è, probabilmente, il sito open source più utilizzato per lo scouting di calciatori. Un database praticamente sterminato permette a chi visita il portale di conoscere subito valutazione e rendimento di quasi tutti i giocatori del mondo. Secondo i loro parametri, il calciatore più costoso del campionato italiano è Gonzalo Higuain che raggiunge i 55 milioni di valutazione. Tra i difensori centrali, il numero sette in graduatoria è Kalidou Koulibaly. Valore di mercato: 16 milioni.

Si potrebbe discutere sulla compilazione di questa classifica particolareggiata al ruolo, che ovviamente si basa su algoritmi non completamente oggettivi e quindi suscettibili di critiche. Il fatto, ad esempio, che Alessio Romagnoli, centrale del Milan, sia davanti al francosenegalese del Napoli è quantomeno contestabile: incide sicuramente il prezzo spropositato pagato dal Milan (30 milioni alla Roma), ma sul rendimento non ci sono assolutamente paragoni. Anzi, probabilmente abbiamo esagerato per difetto: la stagione di Koulibaly tiene testa a quella di tutti, Bonucci (primo in classifica) e Manolas (secondo) compresi. Se vogliamo, poi, Koulibaly è una speranza che non sappiamo dove possa arrivare. Bonucci è una splendida certezza, ma Kalidou è il futuro.

Chi avrebbe mai potuto solamente immaginare queste parole tanto positive, magari solo un anno fa? Il più inguaribile degli osservatori ottimisti, ad esempio dopo Empoli-Napoli 4-2, avrebbe al massimo potuto riconoscere all’ex difensore del Genk una buona presenza fisica. Che è la dote numero uno per il calcio degli anni (duemila)dieci, certo, ma che va sgrezzata pure sulle strade di tecnica, concentrazione, inquadramento tattico. Come dire: che Koulibaly potesse diventare un mostro era chiaro fin da subito. Solo che “mostro”, in questo caso, ha una doppia connotazione, ovviamente solo tecnica: il Koulibaly di oggi, assoluto leader tecnico e fisico della seconda difesa del campionato; oppure quello spaurito, assente, addirittura dannoso dello scorso anno. Entrambe le eventualità sono declinabili come “mostro”, ma la seconda è sicuramente più paurosa.

Ritornando allo scorso anno, possiamo dire che Benitez è stato, insieme, mentore e carnefice di Kalidou Koulibaly. Lo stesso calciatore ha confermato che a volerlo in azzurro fu proprio il tecnico spagnolo, sentito per la prima volta al telefono durante la stagione 2013/2014. Koulibaly gioca nel Racing Genk, squadra della Jupiler Pro League belga, dopo il percorso giovanile vissuto al Metz. Non lo conoscono in tanti, neanche quando, nell’estate del 2014, approda in Italia. Il tecnico spagnolo rivendica il suo occhio lungo e lo lancia subito, lui parte benissimo nel precampionato, risponde benino alle prime sollecitazioni (va pure in gol in Napoli-Palermo 3-3), è autore di una memorabile cavalcata nel Napoli-Roma 2-0 ma poi perde sicurezza e concentrazione. Come la squadra, così Koulibaly: tante promesse, qualche battuta d’arresto e poi il naufragio finale. Benitez lo rilancia quando forse non è il momento (appunto quell’Empoli-Napoli), mentre prima e dopo gli preferisce, a volte, addirittura Britos. Koulibaly, che è evidentemente uno che ha bisogno di sentire la fiducia senza condizioni, risente di questo momento di indecisione e subisce un’involuzione spaventosa. Saprà risorgere dalle sue ceneri. 

L’uomo della svolta e della provvidenza si chiama Maurizio Sarri che prima prova Chiriches (in campo nella prima contro il Sassuolo) e poi capisce che Kalidou può essere un’altra cosa. Lo stesso francosenegalese, in alcune interviste, ha ammesso che c’è stata la possibilità di finire in Premier League, al Norwich (offerta di 15 milioni per lui), e che il nuovo tecnico azzurro gli ha concesso fiducia solo dopo il ritiro, aiutandolo poi con una fase difensiva più intensa e quindi, forse, più adatta per sfruttare il suo strapotere fisico. Una scelta azzeccata, perché Koulibaly ripaga alla grandissima: 158 interventi difensivi solo in campionato, per una media di sette a partita, ne fanno il calciatore numero uno in questa particolare classifica. E poi, pure 7 passaggi chiave totali che vogliono dire un contributo non pesante, ma comunque reale, anche quando non c’è da fare il difensore e basta. 

Poi, c’è quello che non si può misurare con le cifre: autorità, tempismo, presenza. L’intelligenza che sgorga, la fisicità contestualizzata e non fine a se stessa. Qualche errore di lettura pure grave, come l’uscita un po’ così su Zaza prima del tiro deviato dell’attaccante bianconero. Roba che, però, è oggi più riconducibile a un’esuberanza di fondo che a una pura mancanza di concentrazione o di attenzione difensiva. Roba che si è già limata rispetto allo scorso anno e che continuerà a limarsi nel tempo. Perché Koulibaly può solo migliorare, e migliorare ancora. Lo capisci quando le letture e i movimenti giusti, all’interno di una stessa partita, fanno il paio con la fisicità straripante e pure con qualche finezza di stile. Il modo migliore per descrivere il Koulibaly di oggi me lo suggerisce mio padre ad ogni partita del Napoli: «Dove sta il pallone, sta lui». Detto in napoletano, poi, fa un effetto ancora più amplificato.

Koulibaly può diventare un vero e proprio top player, come ha più volte dichiarato lo stesso Sarri. Oggi è un potenziale grande calciatore, domani potrebbe davvero compiere questo salto di qualità. Ha la stoffa e le potenzialità del crack assoluto, e sarebbe il primo lanciato nell’era De Laurentiis a scendere sotto il centrocampo. Napoli l’ha adottato e gli vuole bene, e lo leggi e lo rivedi anche nel «Siamo tutti Koulibaly» di Napoli-Carpi, l’iniziativa di integrazione dopo gli ululati razzisti piovutigli addosso all’Olimpico di Roma. Koulibaly ha ringraziato i tifosi su Instagram, per poi rinsaldare ancora di più questo legame con i salti sotto la curva per festeggiare, insieme con la gente, le vittorie di una squadra che pure lui ha contribuito a rendere da sogno. 

Pure e perfino le uscite un po’ così del suo procuratore sul Napoli e le strutture del club ci dicono che Koulibaly, ormai, studia da top player. Roba da Barcellona, Real Madrid, Bayern e club affini. Non di meno. Lo dice anche Transfermarkt, ma non c’era bisogno di consultarlo. Del resto: dove la trovi una roba così?

 

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