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A parte la Juventus e i mostri sacri europei, chi ha una panchina superiore al Napoli?

A parte la Juventus e i mostri sacri europei, chi ha una panchina superiore al Napoli?

Oltre alle cose tattiche, di campo (qui), Villarreal-Napoli ha detto altro. Ha detto che sei cambi su undici titolari(ssimi) permettono agli azzurri e a Sarri di giocarsi la partita alla pari con la quarta forza del campionato spagnolo schierata in formazione tipo. Quando giochi alla pari, una volta vinci e una volta perdi. Non alternativamente, perché può capitare che perdi due volte di fila per un tiro deviato o per una punizione oppure ancora per un gran gol degli avversari. Però te la giochi. La Spagna come Torino, il piccolo gioiello Madrigal come il (piccolo) grande Juventus Stadium, quello sì che fa vera invidia. Il Napoli non è stato il Napoli al 100% coi titolarissimi e con le riserve, ma solo perché non ha segnato. Anzi, il gol di Suarez l’ha subito quando Higuain e Insigne ci sono entrati, in campo. Quindi, la discussione sul turnover e sulle riserve: cioè, siete sicuri che esista? O meglio, la giriamo così: siete sicuri che esista al di là della Juventus?

Ecco, questo è il punto fondamentale. Partiamo dall’assioma (vero, a seonda di come la si veda) che la società “non ha voluto investire a gennaio”. Sì, ma rispetto a chi? O a quanto fatto da altre squadre che avevano gli stessi bisogni? La Juventus avrà pure le famose due squadre, ma credere che in assoluto Zaza sia più forte di Gabbiadini è un assurdo. O che, ad esempio, Mertens valga meno di un Pereyra. È fantascienza. La situazione, effettivamente, cambia sugli altri nomi: Rugani, Sturaro, Cuadrado, Alex Sandro, Morata. Nessuno è titolare fisso, tutti ruotano nel turnover di Allegri. A parte i primi due nomi, giovani non cresciuti a Vinovo e dintorni ma acquistati in tenera età (vi ricorda qualcosa? Grassi, forse?), parliamo di calciatori dall’alto costo d’acquisto e dall’altissimo costo di gestione. Un lusso per chi fa la Champions e per chi, in estate, vende Pirlo, Tevez e soprattutto Vidal. Per chi, citazione d’obbligo per Sarri, ha «un fatturato di un altro pianeta».

La Juventus ha vinto gli ultimi quattro scudetti e ha giocato l’ultima finale di Champions (!). Se non vogliamo metterla accanto a Real, Barcellona e Bayern Monaco, dobbiamo almeno accostarla a un Atletico Madrid o a un Chelsea di oggi. Quindi, paragonare il Napoli a una realtà così, a delle realtà così, è quantomeno esagerato. Paragoniamo il Napoli a una dimensione vicina al Napoli, in Italia e in Europa League. Chi ha una panchina numericamente e qualitativamente superiore a quella azzurra? La Roma grande protagonista del mercato invernale, che vende Iturbe e Gervinho per acquistare Perotti ed El Sharaawy, ad esempio. Poi, ecco spuntare i Rudiger, i Torosidis, i Gyomber e i Vainqueur. Gente che deve giocare titolare in Champions, contro il Real Madrid perché mancano i De Rossi o i Maicon (!) di turno. Ah, poi c’è Totti come prima riserva di Dzeko. Dimenticavamo.

Oppure l’Inter delle operazioni infinite, che si rinforza con Eder a gennaio avendo in rosa già Icardi, Perisic, Jovetic, Ljaljc, Biabiany, Palacio. Un bell’attacco, sotteso però da D’Ambrosio e Nagatomo esterni difensivi di riserva oppure da Juan Jesus come unica alternativa alla coppia central Miranda-Murillo. Poi ci sono Fiorentina e Milan. I viola di Paulo Sousa affidano una maglia da titolare a Facundo Roncaglia o Nenad Tomovic, acquistando al mercato di gennaio un “rinforzo” come Yohann Benaoulane, scaricato dal Leicester di Ranieri dopo l’acquisto estivo dall’Atalanta. Per i tifosi viola, il mercato dei Della Valle è solo un modo per farsi pubblicità personale. I rossoneri di Mihajlovic, invece, hanno fatto rientrare Boateng e fanno alternare, nel ruolo di centrali difensivi, Mexes, Alex e Cristian Zapata. Il Napoli delle “riserve” l’hai visto ieri sera, invece: Strinic, Chiriches, Valdifiori, il vituperato David Lopez, Mertens e Gabbiadini. Con El Kaddouri riserva delle riserve. 

Era Europa League, ieri sera. Vediamole, queste seconde linee dei club della seconda competizione europea. C’è il Manchester United che con le riserve (obbligate, hanno quindici calciatori indisponibili) va a perdere in uno stadio in cui il Napoli ha fatto cinque gol. Oppure il Liverpool di Klopp, che ha un numero imprecisato di grandi attaccanti e poi, in difesa, acquista a gennaio un calciatore in prestito dalla seconda divisione (Caulker, dal Qpr) e fa ruotare il 32enne Skrtel, il 35enne Touré o il giovanissimo Flanagan. Il Tottenham che ha messo paura alla Fiorentina, la stessa squadra che ha ceduto Chiriches al Napoli, ieri sera schierava Wimmer e Ryan Mason titolari. Il Borussia di Tuchel ha vinto col Porto 2-0 mettendo in campo Papastathopoulos e Weigl giovane classe ’95 acquistato giusto qualche mese fa dal Monaco 1860, seconda divisione. Come dire: tutto il mondo è paese al di là della Juventus in Italia, o del Bayern o del Real Madrid o del Barcellona o del Psg. Il Napoli, con le sue cosiddette seconde linee, tiene botta più che degnamente. Anzi, fa pure una bellissima figura, ferma restando la differenza tra la qualità dei titolarissimi e quella della panchina. 

Il problema, quindi, più che nel numero o nella grande differenza di qualità tra protagonisti e comprimari, sta negli equivoci tattici. Gabbiadini non attacca come Higuain, David Lopez ha caratteristiche diverse da Allan e Valdifiori è un regista diverso rispetto a Jorginho. È qui che forse ci si dovrebbe interrogare un po’ di più: il Napoli ha i sostituti giusti? Gabbiadini, ad esempio, è un vero e enigma. Ne abbiamo parlato nell’analisi tattica, lo dicono le sue prestazioni in campo: il ragazzo c’entra poco nel contesto in cui si trova a giocare. Da punta pura non rende, se non in partite facili e già abbondantemente incanalate (Midtjylland, Frosinone, Lazio). E così ci si ritrova a chiedere gli straordinari a Gonzalo Higuain, attaccante unico nella sua completezza e top riconosciuto a livello internazionale. Uno che, dopo una stagione così, può anche prendersi due partite senza sfondare la rete. Concediamoglielo. Non è un problema di qualità assoluta, o almeno non un problema così grande; non è un problema numerico. Il Napoli ha ottime seconde linee, sparare a zero vuol dire negare l’evidenza. E chiedere o aver chiesto altro, durante questo mercato, vuol dire dimenticarsi contesto, situazione e pure necessità reali della rosa e possibilità del club. Il Napoli è il Napoli, la Juventus è la Juventus. Hanno un punto di distanza tra loro in campionato, e la sfida col Villarreal è aperta nonostante sei sostituzioni rispetto all’undici tipo. Tutto è ancora aperto, anche con Valdifiori e Strinic e David Lopez. Non dimentichiamolo. Anche Sarri, del resto, arriva dall’Empoli. Do you remember?

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