Il segreto del Napoli è nel magazziniere Espedito. La conversione di Caressa
Ormai è certo: non ci sono più le mezze stagioni, non c’è più il futuro di una volta, non c’è più la Volkswagen di una volta, ma soprattutto non ci sono più le squadre materasso. Queste sono le verità di questo secolo. Ma cosa c’entrano queste affermazioni con il fatto che il Napoli ora batte […]

Ormai è certo: non ci sono più le mezze stagioni, non c’è più il futuro di una volta, non c’è più la Volkswagen di una volta, ma soprattutto non ci sono più le squadre materasso.
Queste sono le verità di questo secolo.
Ma cosa c’entrano queste affermazioni con il fatto che il Napoli ora batte anche le così dette piccole?
Questo salto di qualità lo dobbiamo all’astuzia classicamente partenopea di certo Espedito Carraturo.
Espedito è il vice magazziniere sostituto aggiunto della nostra squadra. Piccolo di statura, con i capelli color acciaio tagliati a spazzola, con gli occhi sorridenti del colore del mare di Posillipo, ha avuto l’intuizione vincente.
Espedito ha fatto due considerazioni di fondo su cui ha costruito il suo espediente:
– che non ci sono più squadre materasso;
– che i calciatori dichiarano costantemente nelle interviste: non leggiamo i giornali, non guardiamo la classifica, andiamo avanti partita per partita e poi tiriamo le somme;
Dovete sapere che Espedito ha lavorato per un certo periodo come montatore dell’Ikea e che gira sempre armato di chiavi a brugola avendo ancora la pulsione inconscia di montare e smontare gli oggetti. Così ha costruito in legno una classifica componibile e senza punteggi. Avendo accesso agli spogliatoi l’ha piazzata, con le colonne capovolte, su di un muro tra un poster di Maradona e una pubblicità della Lete.
Quando Hamsik è rientrato dopo l’allenamento defatigante del lunedì, ha visto la classifica e ha esclamato con il suo accento slovacco:
– Azz! ‘O Palerm è quart’ in classifica! È ‘na grande. Miercrì l’amma mazzià!
Il piccolo Espedito, ancora con una brugola in mano, sorrideva da un angolo buio dello spogliatoio consapevole di essere il persuasore occulto del mutamento d’atteggiamento della squadra verso le così dette piccole.
Ma oltre questo mutato atteggiamento dei partenopei verso le avversarie, bisogna annotare anche un mutato atteggiamento dei media verso il Napoli e Sarri in particolare. Lo stesso Espedito mi ha raccontato fatti inerenti il nuovo atteggiamento di Fabio Caressa verso Sarri e la sua squadra. Mi ha invitato a non divulgare questi episodi, ma la tentazione è forte, e poiché Oscar Wilde diceva: si può resistere a tutto salvo che alle tentazioni, ho ceduto e vi racconto della conversione di Caressa.
Il giornalista aveva già dichiarato in trasmissione che si stava innamorando di Sarri e dopo la partita con il Chievo è sceso dalla tribuna stampa correndo verso gli spogliatoi del Napoli inseguito da Bergomi che gli chiedeva ansioso:
– ma che vuoi fare?
– voglio che si sappia che non sono più juventino. Lo voglio baciare in bocca a Sarri.
– ma che schifo!
– no, è amore, anzi, sono nella fase d’innamoramento secondo un vecchio libro di Alberoni.
– sì, Innamoramento e Amore, me lo ricordo, anni ’70. Ma è una cosa complicata. Alberoni diceva che l’innamoramento è un processo della stessa natura della conversione religiosa o politica. Non ti sembra d’esagerare?
– no, lo devo baciare in bocca. Ma tu hai visto Higuain come corre e s’impegna con lui, per lui? E il gol che ha segnato? Ha spezzato i diti del portiere e l’ha messa lì, nel 30!
– intanto si dice dita e non diti. E poi l’ha messa nel sette e non nel trenta.
– non capisci. Le dita sono delle donne, sai, quelle con lo smalto sulle unghie. I portieri hanno i diti. Reina ha i ditoni. E poi quel tiro non meritava un sette da scuola media, ma un 30; roba da università.
Intanto Sarri nello spogliatoio si gode la vittoria e per rilassarsi, strofina un cerino sul cartello “vietato fumare” scritto in scaligero e si accende una sigaretta.
L’uomo della sicurezza intercetta nel corridoio Caressa e Bergomi.
– dove credete di andare?
– ma lei lo sa chi sono io? – Chiede Caressa mentre Bergomi si defila perché non gli piacciono le brutte figure.
– sì, lei è il marito di quella che cucina in televisione.
– anche, ma sono il Direttore dei servizi sportivi di Sky…
– allora sapete che potete entrare negli spogliatoi prima e non dopo le partite.
Caressa cambia tono, diventa implorante:
– per piacere, devo assolutamente vedere Sarri.
– perché?
– lo adoro, voglio baciarlo in bocca!
L’addetto alla sicurezza ha un gesto di disgusto e perde l’accento nordico per riadottare quello del suo paese d’origine, sudista.
– dottò, non lo fate. È pericoloso.
– perché, s’incazza?
– no, è cha tène sempe a sigaretta ‘mocca e accussì v’abbruciate a lengua! Jatevenne.
Nel parcheggio Bergomi, con il suo tono pacato:
– te l’avevo detto che non era una buona idea. ma ora non fare così, perché ti sei intristito? Con Sarri ci proverai un’altra volta.
– no, sono triste. Ora torno a casa e mi aspetta la mia solita cena.
– beato te! Con tua moglie che ti prepara tutti quei bei piatti. Quelli che finiscono con su di un letto di lattuga, oppure con in crosta di pistacchi o con salsa di mirtilli all’aceto balsamico.
– séé, magari. Lei sta sempre a scrivere le sue ricette e nel piatto trovo una bella scatoletta di carne o una confezione di sofficini surgelati da mettere nel microonde.
– vabbè, dai sorridi. Pensa al gol d’Higuain e a Sarri.
– hai ragione. la vita è bella anche con la Simmenthal per cena.
E si aggiusta il ciuffo con un sorriso beato.
Leo Prina