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Due o tre cose su ’o scudetto e il provincialismo intellettuale

Due o tre cose su ’o scudetto e il provincialismo intellettuale

Domenica, abbiamo pubblicato una lettera di Pietro Introno, cui ha fatto seguito una risposta di Massimiliano Gallo. Quel che segue è la replica del lettore che proponiamo a voi con piacere. 

Caro Napolista, non posso non fare delle precisazioni, visto che alla mia lettera c’è stata una (pubblica) risposta.

1 – Il riferimento al giocar “bene” del Napoli non era affatto riferito agli esempi delle partite con Roma e Wolfsburg (non era questo il mio concetto, altrimenti saremmo il Bayern Monaco o il Barcellona) ma a tante altre partite affrontate con piglio e determinazione espressa solo nella parte iniziale della gara o solo nella seconda parte e che hanno portato ai tanti pareggi che, quelli sì, hanno penalizzato il Napoli nella classifica del campionato: ricordiamo Napoli-Cagliari? Atalanta-Napoli? Inter-Napoli? Napoli-Empoli? Napoli-Inter? E forse ne dimentico qualcun’altra.
Parlo di pareggi che potevano essere vittorie, non di sconfitte: quelle ci stanno. Personalmente non ho la cecità e l’angustia mentale di fermarmi al codice binario: sconfitta/vittoria.
2 – E gli esempi che ho appena fatto chiariscono, a lei da cui non mi sono sentito compreso nel mio ragionamento, che non sono affatto convinto che il Napoli giochi bene quando il Presidente li prende con la mazza. Ho visto decine e decine di partite in cui la squadra ha giocato bene, con continuità, da Reja a Mazzarri fino a Benitez e non sono state frutto di “ritiri punitivi”.
3 – Ultima precisazione: lo Scudetto. Avevo scritto testualmente che dal prossimo agli anni a venire, l’augurio o l’auspicio è che il Napoli lo rivinca. Non ho detto “ora e subito!”.
Lei pensa che lo scopo della iscrizione ad un Campionato, giocare contro altre squadre, attribuire dei punti in base al risultato e formare una classifica, sia fatto ” p’ bell v’rè”? (come si dice nella nostra lingua). Mi sembra provincialismo intellettuale stigmatizzare e bacchettare chi ritiene che l’agonismo, lo sport in genere, debba condurre alla vittoria, al record, alla medaglia d’oro…nel nostro caso: ‘O Scudett! Ed è miope chi pensa che vincere un trofeo o una Coppa debba bastare ed accontentarsi (come lei, in sostanza, sostiene).
 
Non ho la prosa forbita e lo stile narrativo di un giornalista, per cui le rispondo con gli strumenti culturali di cui dispongo, ma mi permetta una considerazione finale: “luogo comune” rimanda alla collettività, alla pluralità, che storicizza la realtà e la sintetizza (concetto MARXIANO) e non è una brutta parola. il male è il “falso luogo comune” che avvalora e sostiene ciò che invece la collettività, la pluralità, non esprime più perchè non più presente nella realtà (ed io lo detesto).
Ho l’impressione che lei, come certi opinionisti tipo Giuliano Ferrara, Vittorio Feltri, modelli e strutturi il suo pensiero ragionando “a contario” sulle opinioni comuni e condivise dalle pluralità di persone, anche quelle obiettive e calate nella realtà esistente, senza distinguere tra quelle vere e quelle false (concetto…MAXIANO?).
 
La ringrazio comunque per l’attenzione (che ha confessato essere strumentale per puntualizzare le sue opinioni), facendole i migliori auguri e sinceri complimenti per il sito di cui ormai sono diventato assiduo frequentatore da quando l’ho scoperto e nel quale trovo (nonostante il suo biasimo nei miei confronti) molte affinità ed identità, calcistiche e culturali.
E la grafica è bellissima.
Spero a risentirci. Buon lavoro.
Pietro Introno
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