Benitez ha cancellato il gioco all’italiana, questo Napoli è una squadra che sa imporre il proprio gioco

Unica squadra delle sei di testa a vincere, tre vittorie consecutive, rare in questo scorcio di campionato, dieci gol (16 con le due partite di Europa League), Higuain a più due reti sull’anno scorso, un Insigne superbo, commosso e commovente, una squadra che gira a mille. Ecco il Napoli sul proscenio del rush finale, obiettivo […]

Unica squadra delle sei di testa a vincere, tre vittorie consecutive, rare in questo scorcio di campionato, dieci gol (16 con le due partite di Europa League), Higuain a più due reti sull’anno scorso, un Insigne superbo, commosso e commovente, una squadra che gira a mille. Ecco il Napoli sul proscenio del rush finale, obiettivo una posizione Champions (-3 dal secondo posto della Lazio, -2 dal terzo della Roma). Si può fare.

Tutta la “rosa” risponde all’impresa. Fantastico e sorprendente David Lopez domenica sera. Ormai una colonna della difesa Britos. Per citare i giocatori fin qui più criticati. Il gioco all’italiana, nostalgia degli anni Sessanta e Settanta, quando avevamo però i difensori più forti del mondo, è stato cancellato da Benitez che pretende una squadra capace di imporre il proprio gioco, quindi una squadra di personalità.

Contro la Sampdoria, solo tre punti dietro al Napoli, appena reduce da quattro vittorie consecutive prima di infilarsi nelle ultime quattro gare con soli due punti, il gioco all’italiana avrebbe previsto una partita “abbottonata” con slanci in contropiede. Il Napoli di Benitez non fa, non sa fare questi “calcoli”. Ha aggredito la Samp dal primo minuto e, neanche scosso dall’infortunio dell’autogol di Albiol, ha dominato in lungo e in largo gli avversari. Merito non solo di un immenso Higuain, delle bocche di fuoco a supporto, del “solito” gol di Gabbiadini, del gol e della partita a tutto campo di Insigne, ma anche di un centrocampo propositivo. Merito di una condizione atletica brillante a fine stagione.

Qui non si vuole fare nessuna sviolinata a Benitez, ma il Napoli “sprovincializzato” è merito suo. Per il salto di qualità ci vuole tempo, fortuna, acquisti adeguati, continuità di rendimento, affamati sempre di vittorie. Benitez non ha potuto disporre di tutti questi elementi, ma ha iniziato a costruire una squadra protagonista.

Il Napoli ha raccolto otto punti meno dell’anno scorso, ha avuto un lungo periodo di appannamento come non si registrò nella prima stagione di Benitez. La “botta” di Bilbao, i giocatori reduci dal Mondiale, il nervosismo di Higuain, il periodo grigio di Callejon, l’altalena di Hamsik, l’infortunio di Insigne (di cui oggi si può valutare il grande peso), una difesa che è andata registrandosi nel tempo hanno frenato il Napoli. Niente, se vogliamo, a confronto di altre squadre smargiasse: la Juve ha 11 punti in meno dell’anno scorso, la Roma dei trenta milioni per Iturbe, di Ibarbo e Duombia ne ha 18 in meno, un tonfo. E Milano è in pieno default.

Non facciamo sempre i super-critici in casa nostra. Bisogna avere pazienza e rivedere, quando è il caso, giudizi (e pregiudizi) troppo sommari e immediati.

Se è vero che gli scudetti si vincono perdendo al massimo tre partite, il Napoli dell’attacco spettacolare con la difesa da mettere a punto non era ancora pronto. La corsa-scudetto l’ha stravinta la difesa della Juventus, capace di “reggere” cinque 1-0 e imbattuta in 18 gare, senza fare il “gioco all’italiana”, sempre disposta a imporre il suo gioco fatto di aggressività, forza, compattezza. 

La rincorsa Champions continua. Ma giovedì sera ad Empoli non sarà facile. La squadra di Sarri è un’eccellente formazione, compatta, veloce, col gusto del gioco. Avesse un attaccante di peso sarebbe da zona europea. E’ un collettivo brillante, rapido, magnificamente organizzato.

Lontana dalla zona-retrocessione, traguardo primario delle squadre “piccole” che l’Empoli ha centrato con partite sfavillanti (40 gol al passivo? Solo uno più del Napoli!), la formazione toscana vorrà cavarsi la soddisfazione di piegare il team azzurro che, all’andata, fu costretto a inseguire per racimolare il pareggio (2-2).

Si farà sentire la fatica della domenica. Entrambe le squadre hanno giocato una partita “piena”. Il Napoli ha una “rosa” più ampia e, quattro giorni dopo, potrà schierare elementi meno provati.

All’Empoli piace giocare. A questo Napoli piace vincere. Vedremo come andrà con la Lazio che ospiterà il Parma e con la Roma sul campo del Sassuolo. Via, sulla spinta del momento felice!
Mimmo Carratelli

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