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Rafe’, ti volevo chiedere scusa

Rafe’, ti volevo chiedere scusa

Ciao Rafa, o meglio Rafè (sì con l’accento anche se ci vorrebbe l’apostrofo), così prendo subito confidenza, lo devo confessare: stasera mi sono arrabbiata assai. Mi sono arrabbiata come te e a fine partita mi sono anche fatta una camomilla, volevo piangere, prendere a schiaffi tutti gli undici che erano in campo e pure i tre che sono entrati dopo, nessuno escluso. Proprio non riuscivo a capire come fosse possibile entrare in campo senza la minima voglia di vincere, senza quella cazzimma di cui parli da mesi, allora sono proprio asini e non capiscono niente di quello che gli dici? Tu gli fai fare turn over, dai fiducia e loro che fanno, scendono in campo come se stessero facendo la scampagnata di pasquetta? A casa mi hanno detto che sono esagerata, che a volte si perde, punto. Ma io sono come te, non ci sto a perdere, mi arrabbio.

Eppure Rafè c’è una cosa che mi ha fatto arrabbiare più della sconfitta. Il coro dei tifosi che si è levato chiedendo la tua testa. Armati di forconi volevano portarti al patibolo per aver sbagliato la formazione, ritardato i cambi e perché tu, Rafè, vuoi solo le coppe e non ti importa di cosa sarà di noi l’anno prossimo, perché tu non ci sarai. Ecco questi sono stati capaci di farmi dimenticare la partita, mi hanno fatto arrabbiare assai di più perché questi sono più ciucci dei tuoi giocatori. Almeno quelli ci mettono la faccia pure quando giocano male e perdono. Questi no Rafè, questi si nascondono tra i tifosi che cantano i cori allo stadio, che indossano le magliette azzurre e si dicono pure Rafaeliti e poi non aspettano altro che l’occasione per additarti. Sono ciucci, non hanno capito niente dello #spallaaspalla di cui si riempiono la bocca e non hanno capito chi sei tu. Pensano che l’unica cosa importante è vincere, perché non si può perdere contro il Verona, non si può tenere Gonzalone in panchina e non si può far giocare Mesto. A loro non interessa se tu hai cambiato la mentalità del Napoli, se tu hai parlato di progetto a lungo termine, se tu hai cercato di creare una rosa che potesse competere in Europa e tutto senza far spendere i capitali come fanno gli altri.

Loro volevano lo scudetto Rafè, ora e subito. E se poi il bilancio era in passivo e se tra tre anni avremmo dovuto giocare con Peppeniello e Tonino, non gli interessa. Tanto trovano sempre uno a cui dare la colpa. Perché noi abbiamo bisogno di un capro espiatorio, abbiamo bisogno di uno di cui sfogare. Insomma Rafè ti volevo chiedere scusa, perché stasera sono caduta anche io in tentazione, perché mi sono arrabbiata e li volevo picchiare, invece di pensare che #cipuostare, perché stiamo crescendo, perché giochiamo in tre competizioni, perché abbiamo disputato 42 partite quest’anno, perché sin prisa pero sin pausa non significa che non si può sbagliare, ma che bisogna guardare l’obiettivo e l’obiettivo è il futuro. A proposito Rafè ti hanno chiamato chiattone i veronesi, lasciali stare, quelli pure dovevano sfogare perché qui diciamo che Giulietta è una zoccola.
Francesca Leva

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